Il cartellone di Prosa della stagione artistica 2016/2017 del Teatro Verdi di Gorizia prosegue con un classico di Pirandello: giovedì 1 dicembre alle 20.45 la Compagnia Umberto Orsini, con la regia di Roberto Valerio, metterà in scena “Il Giuoco delle parti”. Uno spettacolo più volte rivisitato dallo stesso Orsini negli ultimi vent’anni, nella convinzione che uno dei modi per preservare un classico sia quello di ripensarlo apportando continue modifiche e approfondimenti. Una commedia nera in cui matrimonio, tradimento, onore e omicidio si inseguono in una logica successione. Allo spettacolo sarà dedicato uno degli Incontri al ridotto: domani, mercoledì, alle 18, la relazione sarà tenuta da Anna Maria Brondani Menghini del comitato di Gorizia della Società Dante Alighieri. Per avere informazioni, o acquistare biglietti e abbonamenti, il Botteghino del Verdi in Corso Italia (tel. 0481/383602) è aperto da lunedì a sabato dalle 17 alle 19.
La vicenda della commedia è nota, con i soliti tre, ovvero il marito, la moglie, l’amante. Leone Gala, separato, vive con serafica tranquillità la propria condizione di colui che può fare ciò che vuole a patto di mantenere le apparenze. Abita con un aiutante che gli fa da cameriere, aiuto cuoco e interlocutore, perché è un grande appassionato di cucina raffinata e di filosofia, attività a cui dedica le sue giornate. L’ex moglie Silia non è altrettanto serena: è anzi irrequieta, insoddisfatta di un amante diventato abitudinario e del marito che non soffre per la sua mancanza e non è geloso. Una fortuita occasione, l’involontaria ma gravissima offesa fattale da un gentiluomo, le permette di progettare di mettere a repentaglio la vita del marito, trascinandolo in un duello. Leone Gala appare tranquillo: si è vuotato di ogni sentimento e ha trovato un “pernio” che gli permette di affrontare ogni situazione, anche la più critica. Grazie alla sua incrollabile dialettica e al suo nichilismo, si sottrae al complotto ordito dalla moglie e dall’amante trasformandosi da vittima in carnefice. La novità di questo allestimento è l’aver immaginato un futuro per Leone Gala dopo il tragico avvenimento: costretto a macchiarsi di un delitto, non riesce a liberarsi dal suo passato e rivive tutta la vicenda come un ammasso di ricordi, di ricostruzione dei fatti dal punto di vista di chi è sopravvissuto. Orsini si dibatte fra i fantasmi che popolano una mente in cui il tempo batte i suoi colpi, rimbalzandoli confusamente dal passato al presente e viceversa. Leone Gala è rinchiuso in una sorta di “Stanza della tortura”: ricucire lo strappo è impossibile, così come è impossibile continuare la vita di prima, se non a patto di una lucida follia.