Napoli, domenica 4 dicembre 2016, nell’ambito della rassegna L’Altare di S. U.R.A. Teatro (Lecce) Avemmaria di Emilio Nigro è stato interpretato nel foyer del Nuovo Teatro Sanità. Un angolo di stile calabrese che narra la poesia di un destino già scritto. Fabrizio Pugliese si immerge in ricordi scavati dal cuore di
un bambino che “tiene l’immaginazione grande quanto il monte del Pollino”. La regia dello stesso protagonista e di Fadrizio Saccomanno sa muoversi senza eccessi sull’altarino settecentesco in dotazione al teatro di piazzetta San Vincenzo. Il pubblico è vicino sia fisicamente che emotivamente ad un cero immaginario acceso alla statua della Madonna presente sulla scena.
“Statte lontano dalle male occasioni”. Avemmaria…”che bambino prodigio, sai quante cose farà da grande!” Ave o Maria…“tutti ti trattano con rispetto perché hanno paura di te, è questo l’onore?”. Ave Maria.
Il soliloquio usa il cliché scomodo di colui che nato in un paese malavitoso è destinato a sporcarsi, un pretesto scontato per riflettere e sussurrare sogni di chi tutto sommato non si omologa, di chi usa la propria immaginazione come una difesa o come un’arma: “io stavo inciotato!”.
Dove siamo durante questo spaccato di vita? In Calabria? Nella Sanità? In carcere? In un reparto psichiatrico? Siamo in un lampo di in-coscienza, su quel filo sottile che lega il tempo alla realtà.
Dalla Corrispondente Anita Laudando