Dal 17 al 22 gennaio, al teatro Galleria Toledo, Francesco Migliaccio e Maria Grazia Plos interpretano Tre Alberghi, testo del drammaturgo e sceneggiatore statunitense Jon Robin Baitz (Stonewall, Brothers & Sisters, The Slap) su traduzione di Masolino D’Amico, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli. Ambientato in tre hotel tra Marocco, Brasile e Isole Vergini, questo interessante lavoro di regia di Serena Sinigaglia è una acuta riflessione etica e politica sulla crisi del capitalismo e sulle ragioni di generazioni non più giovani che si ritrovano infine fagocitate, recluse dentro la tentacolare società dei consumi.
E’ evidente l’incoerenza con l’iniziale sogno giovanile dei due protagonisti di conseguire un mondo migliore: nel tempo presente la realtà non offre più l’immagine eroica di quello che entrambi erano nel passato. In un doppio registro, la distorsione dell’identità si manifesta nei distinti punti di vista di Barbara e di Ken; è la crisi etica della coscienza nell’una e il cinismo opportunista e bugiardo dell’altro. In quest’ottica gli alberghi sono intesi come ambienti neutrali, metafora del non-luogo dove l’identità può non dichiararsi, isole di comodo uso, nei quali si rende applicabile ogni menzogna, divenuta realtà e anche vera e propria negazione di sè stessi.
Di conseguenza il quesito “essere o non essere”, conflitto d’identità trasposto in tempi contemporanei, diviene ipocrita diserzione della risposta. Tra crisi di coscienza e qualunquismo, lo spettacolo è ancora una volta sano nutrimento per la mente dello spettatore, al quale resta sempre l’invito e la possibilità di risvegliare la propria coscienza e agire attivamente per offrire un’opportunità di sviluppo sostenibile ai territori depressi del pianeta.“Ken e Barbara. Un marito, una moglie. Un tempo, carichi di ideali sognavano di cambiare il mondo, militavano nei peace corps.
Poi si cresce, e Ken sogna di cambiare quel Terzo Mondo che ha conosciuto, lavorando dentro una multinazionale che sforna prodotti adatti a quei paesi. Ma una multinazionale fa affari, business e Ken, senza quasi che se ne accorga, cambia pelle: ora è uno di quei tagliatori di teste, che la Ditta manda in giro per il mondo a licenziare chi non funziona più… o chi si è reso conto che la baby formula di un latte in polvere per le madri africane, forse non fa loro troppo bene!
«L’uomo che ho sposato e l’uomo che vende la baby formula alle madri africane non sono la stessa persona» confessa Barbara – cui dà vita Maria Grazia Plos – moglie di quel dirigente ormai lontano da lei. Due caratteri complessi, vite in evoluzione, figure in cui i due attori della Compagnia Stabile, Maria Grazia Plos e Francesco Migliaccio si addentreranno guidati da Serena Sinigaglia, artista teatrale completa e appassionata, regista di talento che ha saputo leggere con lucidità sia testi classici sia autori contemporanei, cui ha guardato sempre con sensibilità particolare.
In Tre alberghi, porta in scena il dramma di un marito e una moglie che “crescono” diversamente all’interno del loro rapporto. Ma c’è di più. E poi c’è un figlio e un dramma. E questa donna, moglie, madre, un certo giorno, guardando davanti a sé una platea di altre mogli di colleghi del marito, sente la necessità di vuotare il sacco e raccontare quella parte della sua vita, non propriamente luminosa, legata alla Ditta.
E questo non è proprio quello che ci aspetterebbe dalla moglie di uno dei massimi capi di una multinazionale! Con questa nuova situazione, adesso, Ken deve fare i conti. Dalle stanze di tre alberghi, marito e moglie raccontano tre fasi della loro vita, che investono lo spettatore con la violenza del lampo di un flash: il successo di Ken, la denuncia di Barbara, la fuga di lui verso, forse, il ritorno a un’età dell’innocenza.”
Jon Robin Baitz, scrittore, sceneggiatore e produttore statunitense, guarda con schiettezza al nostro tempo. Nato a Los Angeles nel 1961, Baitz è cresciuto fra gli Stati Uniti, il Brasile ed il Sud Africa: un’evoluzione basata su una moltiplicazione di stimoli e riferimenti, che fa di lui un osservatore attento, aperto. La penna diviene il suo strumento per eccellenza: attraverso la scrittura infatti, analizza le relazioni interpersonali ed i problemi del presente. La sua è una drammaturgia “del mondo”, che supera confini e appartenenze sociali o culturali per concentrarsi su argomenti di potente universalità, siano essi radicati nell’intimo di un rapporto privato o gli vengano da questioni che riguardano la collettività intera.
Ciò assieme al suo stile secco ed essenziale, talvolta spietato, fa di lui un autore amato e pluripremiato sia nell’ambito drammaturgico (che predilige) sia in quello della sceneggiatura, che gli ha donato la fama internazionale (sua, fra l’altro, la celebre serie tv Brothers & Sisters e la recente The Slap).
Galleria Toledo teatro stabile d’innovazione
via Concezione a Montecalvario, 34 80134 Napoli
t. +39 081425037
e.l.