Sabato 18 febbraio 2017 la nuova sede del Museo Friulano di Storia Naturale svelerà alla città i locali della nuova sede in via Sabbadini 32. Alle ore 11.00 infatti si inaugureranno la biblioteca, la sezione didattica e un padiglione espositivo, primi risultati dei lavori di recupero dell’ex macello che in futuro ospiterà le intere collezioni del Museo.
I locali che saranno inaugurati sabato, alla presenza del Sindaco Furio Honsell, dell’assessore alla Cultura Federico Pirone, dell’assessore ai Lavori pubblici Pierenrico Scalettaris, di altre autorità e del Comitato Amici del Museo, sono infatti il primo traguardo raggiunto dal progetto per la realizzazione della nuova sede del Museo Friulano di Storia Naturale.
I cittadini potranno quindi visitare la sezione didattica, la biblioteca e il primo padiglione espositivo, che con gli archivi e gli uffici compongono il primo nucleo del Museo. Nell’occasione inoltre ai visitatori saranno illustrati i prossimi passi di completamento della nuova sede dello spazio espositivo. Con questo primo lotto la città potrà quindi iniziare a usufruire dei primi ambienti della nuova sede del Museo. Ci sarà una biblioteca a scaffale aperto, che raccoglierà pubblicazioni di carattere scientifico e storico inerenti alla storia friulana, ma anche un piccolo luogo di ristoro. Altre tre stanze sono invece dedicate alla didattica, con aree pensate per ospitare le scuole nelle attività di laboratorio e gioco-studio. Infine, ci sarà anche un padiglione nel quale i visitatori potranno avere un ”assaggio” delle collezioni che, una volta conclusi i lavori, troveranno posto nel Museo.
«Finalmente, il Museo Friulano di Storia naturale può aprire alla città le sue prime aree – spiega il sindaco di Udine Furio Honsell – terminando così il suo periodo di ”nomadismo”, che durava ormai da oltre 20 anni».
«Siamo molto contenti che il Museo Friulano di Storia naturale abbia finalmente una casa – è il commento dell’assessore alla Cultura, Federico Pirone –. È diventato realtà ciò che, fino a qualche anno fa, sembrava una chimera. La città di Udine e la comunità del Friuli, quando lavorano in maniera unitaria e con determinazione, sono in grado di raggiungere ogni tipo di obiettivo». Soddisfazione anche da parte dell’assessore ai Lavori pubblici, Pierenrico Scalettaris. «Con questa inaugurazione completiamo l’iter per il primo lotto del complesso dell’ex macello – sottolinea Scalettaris –. La gara per il secondo, e ancora più consistente, lotto, è in pieno svolgimento ed entro il mese di febbraio avremo il nome dei professionisti che si saranno aggiudicati l’incarico per la progettazione. Una volta redatto il progetto procederemo con la gara per i lavori, lavori che contiamo possano partire entro fine 2017».
Con la riqualificazione della zona tra l’ex frigo e piazzale Cella dove oggi sorge un parcheggio non regolamentato, riqualificazione prevista con tempi analoghi, riusciremo finalmente a dare un volto nuovo a una zona della città in forte espansione.
Le collezioni che presto verranno ospitate nel futuro Museo costituiscono uno strumento fondamentale per l’attività di ricerca e la divulgazione delle biodiversità, della lunga storia geologica, della ricchezza della documentazione fossile e delle testimonianze della cultura umana presenti sul territorio friulano. Un patrimonio che offre la possibilità di trattare i grandi temi della Natura come l’evoluzione, i rapporti fra gli esseri viventi e la sostenibilità. I reperti del Museo Friulano di Storia Naturale diventano quindi un potente mezzo di comunicazione al servizio della comunità. Curiosità, interazione e i più moderni strumenti espositivi guideranno il visitatore in un viaggio lungo quasi 500 milioni di anni.
Il progetto del Museo vede una superficie di 1.800 mq destinati a sale espositive permanenti e temporanee, 650 dedicati alle attività ludico-didattiche e science center e 10.000 di parco. Il Museo custodirà 54.000 titoli nella biblioteca specializzata, 98.000 reperti fossili, 13.000 minerali e rocce, 245.000 reperti paletnologici, 600.000 reperti zoologici e 158.000 reperti botanici.
Tra questi, numerosi sono i “tesori” custoditi, un vero scrigno di biodiversità: dai reperti zoologici di valore storico, come la testa dell’elefante ucciso da Italo Balbo, ai numerosi “tipi”, ovvero gli esemplari sulla base dei quali vengono istituite specie o altri taxa (raggruppamento di organismi, unità tassonomica) nuovi. Tra le ”perle” paleontologiche ecco i rettili del Triassico superiore di Preone (fra i quali i più antichi rettili volanti conosciuti) le flore del Carbonifero o le ammoniti del Ladinico. Il Museo ospiterà poi importanti reperti preistorici come le statuine del Neolitico di Sammardenchia o la sepoltura di Piancada, nonché botanici come i quali l’Erbario Gortani e persino un Erbario pre-Linneano.