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Teatro Verdi di Gorizia Martedì alle 20.45 COVATTA E IACCHETTI “MATTI DA SLEGARE” DIRETTI DA DIX

Teatro Verdi di Gorizia Martedì alle 20.45 COVATTA E IACCHETTI “MATTI DA SLEGARE” DIRETTI DA DIX

Dopo anni in una struttura psichiatrica protetta, Elia e Gianni sono “promossi” e mandati dal sistema sanitario a vivere da soli in un appartamento in città. Una prova molto importante per i due inseparabili amici, che dovranno dimostrare di saper badare a se stessi. A raccontare il loro percorso di reinserimento nella società sarà un formidabile terzetto: sul palco ci saranno infatti Giobbe Covatta ed Enzo Iacchetti, in regia Gioele Dix. L’appuntamento con “Matti da slegare”, penultimo spettacolo del cartellone di Prosa della stagione 2016/2017 del Teatro Verdi di Gorizia, sarà per martedì alle 20.45. Grazie all’interpretazione divertente, credibile, a tratti persino commovente e alla regia attenta e leggera, la vicenda si dipana fresca e ironica, affrontando un tema sensibile come la malattia mentale senza cadere nel patetico né nella retorica. Lo spettacolo è tratto dalla commedia Elling & Kjell Bjarne del norvegese Axel Hellstenius, da cui nel 2001 è stato ricavato anche il film Elling diretto da Petter Næss, candidato all’Oscar come migliore pellicola straniera. Lo spettacolo racconta il percorso tortuoso, complicato ed esaltante che condurrà i due “matti” a slegarsi dai tanti fantasmi, piccoli e grandi, che li hanno resi infelici per gran parte della loro vita. Il Botteghino del Verdi è aperto da lunedì a sabato dalle 17 alle 19, la Biglietteria la sera stessa degli spettacoli dalle 19.45.

Un intenso e delicato ritratto di vita e amicizia, di passioni e dolori, di fobie e scelte coraggiose in cui l’arte e l’amore diventano strumenti di guarigione e riscossa: questa l’intuizione forte di “Matti da slegare”. Particolarmente azzeccata è la scelta di affidare a Enzo Iacchetti e Giobbe Covatta diretti da Gioele Dix il trattamento di un tema rilevante e delicato come quello della malattia mentale. Le loro caratteristiche attoriali e registiche garantiscono un approccio alla materia fresco, ironico, addirittura spassoso e divertente, in grado di dar vita a un intenso ritratto di vita e amicizia, di passioni e dolori, di fobie e scelte coraggiose. Elia, che non ha mai conosciuto il proprio padre, ha vissuto sempre solo con la madre, imbastendo con lei un rapporto morboso ed esclusivo. Alla morte della donna, si rivela quindi totalmente incapace di prendersi cura di sé. Il lungo trattamento terapeutico non ha però fiaccato la sua profonda sensibilità e un senso innato dell’autoironia. Gianni è al contrario un omaccione dai modi ruvidi e spicci, fissato col cibo e soprattutto col sesso, che peraltro non ha ancora avuto modo di sperimentare. È un uomo generoso e impulsivo, la cui fragilità è segno del disperato tentativo di cancellare le ferite procurategli da una madre alcolista e un patrigno violento. Entrambi riusciranno a trovare una strada personale per il reinserimento nel mondo. Il “cocco di mamma” troverà nella poesia e nella forza comunicativa delle parole la propria ragione di vita, mentre lo “scimmione” si accorgerà di poter essere utile agli altri con il suo lavoro e il suo buon cuore.

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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