A distanza di tre anni dal primo splendido volume, il duo composto dalla mezzosoprano Tiziana Portoghese e dal fisarmonicista Francesco Palazzo, torna con “Folksongs! Vol.2” (in uscita il 2 aprile per Digressione Music), nel quale hanno raccolto diciassette brani, incisi dal vivo con il Folksongs Ensemble, formazione a geometrie variabili composta da ben diciassette strumentisti, guidata dal maestro concertatore Andrea Gargiulo. Rispetto al precedente, il suono si è arricchito di nuovi colori e nuovi timbri ad arricchire il dialogo tra la straordinaria voce della Portoghese e i mantici di Palazzo, dando vita a momenti di puro lirismo cesellati dal mandolino di Mauro Squillante e l’arpa di Lucia Bova, aperture orchestrali ed echi di band, con i fiati a giocare un ruolo di primo piano insieme al sax solista di Roberto Ottaviano. Laddove nel primo volume la musica popolare era la base ispirativa, in questo nuovo volume diventa protagonista assoluta, seguendo il percorso tracciato da Luciano Berio, Benjamin Britten e Johann Gottfried Herder. L’ascolto svela i nuovi arrangiamenti orchestrali di brani, già ascoltati nel primo volume, come “Estatis Florigero” di Tiziana Portoghese (su un testo tratto dai “Carmina Burana”) e i “Tre canti popolari” (“A la claire fontaine”, “Ederlezi” e “Arirang”) e la versione strumentale di “A Sunny Day”, per condurci poi in un viaggio attraverso il mondo. Si parte dal Nord europa con i tradizionali svedesi “Liten Karin” e “Wermeland”, per poi toccare l’inghilterra con la ballad elisabettiana “The Willow Song”, la splendida “The Pretty Girl Milking Her Cow” impreziosita dall’arpa solista di Lucia Bova e “The Salley Gardens” in cui gigantegia il sax di Ottaviano. Lo sguardo viene rivolto prima all’Oriente con il tradizionale giapponese “Sakura” e poi all’Africa (“African Echoes”) per fare ritorno in Europa con le tappe in Spagna (“A un niño ciegocito” e “Yo m’alegro”), Portogallo (“Modiñha”) e Sicilia (“Si maritau Rosa”). La già citata versione strumentale di “A Sunny Day” chiude il cammino musicale riportandoci al punto di partenza.