venerdì , 22 Novembre 2024
Notizie più calde //
Home » HOT » Play Strindberg al Giovanni da Udine dal 2 al 4 maggio
Play Strindberg al Giovanni da Udine dal 2 al 4 maggio

Play Strindberg al Giovanni da Udine dal 2 al 4 maggio

L’intenso dramma di Friedrich Dürrenmatt è proposto al pubblico in una nuova produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Sarà in scena da questa sera fino al 4 maggio con inizio sempre alle 20.45, al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, Play Strindberg opera del drammaturgo e scrittore svizzero Friedrich Dürrenmatt. Sul palcoscenico, tre grandissimi attori come Franco Castellano, Maria Paiato e Maurizio Donadoni guidati da Franco Però in una nuova produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

Mercoledì 3 maggio alle 17.30 gli interpreti incontreranno il pubblico nel foyer del Giovanni da Udine per l’ultimo appuntamento della stagione di ”Casa Teatro” dal titolo Tutto il tempo a prendersi a pugni condotto da Roberto Canziani, studioso e critico del Teatro.

Alice ed Edgar, stretti in un matrimonio giunto al traguardo dei venticinque anni ma infelice come il primo giorno, non si nascondono la reciproca intolleranza e si feriscono con crudeltà spaventosa. Lei è un’attrice che per la vita coniugale ha abbandonato la carriera; lui è un militare disprezzato da tutti e in attesa di una promozione che non arriva. La visita del cugino Kurt rende ancora più drammatica la situazione e la porta al limite di rottura ma tutto, alla fine, rientra nella solita disperazione. Dopo Scandalo di Arthur Schnitzler che scavava nelle dinamiche interne a una famiglia borghese – ospitato al Giovanni da Udine la scorsa stagione – l’archetipo familiare o piuttosto la sua dissoluzione torna al centro della scena dimostrando tutta la capacità dei grandi ”analisti” del teatro del Novecento di presagire e parlare, con il loro sguardo lucido sulla realtà, anche al nostro tempo. «Dürrenmatt si prende gioco di noi – spiega Franco Però nelle note di regia – e della nostra vita famigliare con tutte le armi che gli sono proprie: il sarcasmo, l’ironia che trascolora nel grottesco, il gusto del comico, ma anche la violenza del linguaggio. E lo fa prendendo uno dei più formidabili testi di Strindberg, Danza macabra e riscrivendolo da quel grande costruttore di storie teatrali qual è. Prende i tre protagonisti – il capitano, la moglie e il cugino/amante che ritorna – e li posiziona sotto le luci glaciali di un ring; seziona il testo strindberghiano e ne tira fuori undici round, intervallati dai gong – proprio come un incontro di boxe o di lotta – con la sola differenza che i combattenti sono tre. Tutta l’essenza del testo originale rimane, ma Dürrenmatt ne esalta l’attualità, asciugando fin dove è possibile il linguaggio – già di per sé scarno – come in un continuo corpo a corpo, che solo il gong ferma per qualche istante, dando ai contendenti il tempo di un riposo per riprendere fiato e agli spettatori l’attimo di riflessione su quanto, nel round precedente, hanno visto. Il riso e il pugno allo stomaco, il sorriso e l’amarezza si alternano continuamente su questo palcoscenico-ring, riportando davanti agli occhi dello spettatore gli angoli più nascosti di quel nucleo, amato od odiato, fondamentale – almeno fino ad oggi… – delle nostre società: la famiglia».

Noto per l’ampia e straordinaria produzione drammaturgica – da Romolo il grande a Un angelo scende a Babilonia, da La visita della vecchia signora a I fisici – Friedrich Dürrenmatt fu anche scrittore di romanzi, racconti, saggi e, addirittura, pittore. Nato nel 1921 a Berna e morto a Neuchâtel nel 1990, si è imposto come uno dei maggiori interpreti della cultura moderna che ha tratteggiato e analizzato nelle sue opere con sguardo rigoroso e razionalmente scettico, incline al paradosso e anche alla polemica. L’arma del grottesco, del sarcasmo virtuosisticamente manipolato gli serve per smascherare con un sorriso l’ipocrisia del suo tempo. Forte della lezione brechtiana e dell’espressionismo, nonché di una personale maestria nell’uso del linguaggio e delle strutture drammaturgiche, affascina con una scrittura forte ed essenziale, allusiva e dal respiro universale. «Nel rappresentare il mondo, al quale mi sento esposto, come un labirinto – scriveva – tento di prenderne le distanze, di fare un passo indietro, di guardarlo negli occhi come un domatore guarda una bestia feroce. E questo mondo, come io lo percepisco, lo metto a confronto con un mondo contrapposto ad esso, e che io mi invento».

Info e biglietteria: Ticketdisponibili presso la biglietteria del Teatro (via Trento 4 – Udine dalle 16.00 alle 19.00 eccetto domenica e giorni festivi; tel. 0432 248418, [email protected]). Biglietteria attiva anche al temporary ticket store del teatro presso la Libreria Feltrinelli di via Canciani a Udine (tutti i mercoledì con orario 10.00-13.00 e 13.30-18.00) e ai siti www.teatroudine.it e www.vivaticket.it

 

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

Commenti chiusi.

[fbcomments]
Scroll To Top