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Sabato 6 mag. NarteA spettacolo itinerante: 84 GIORNI – LE OMBRE DEL CARAVAGGIO.

Sabato 6 mag. NarteA spettacolo itinerante: 84 GIORNI – LE OMBRE DEL CARAVAGGIO.

Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, è genio indiscusso nella storia dell’arte. Il popolo napoletano ne conserva ed espone con molto orgoglio tre opere: Il Martirio di Sant’Orsola, La Flagellazione di Cristo e Le sette opere di Misericordia. Dal 6 maggio al 16 luglio 2017 sono eccezionalmente in mostra “I Musici” e proprio sabato 6, NarteA debutta con il suo ultimo spettacolo itinerante: 84 GIORNI – LE OMBRE DEL CARAVAGGIO.

Banco di S. Eligio 6 ottobre 1606. A Nicolò Radolovich ducati 200. E per lui a Michel Angelo Caravaggio, che l’ha da fare et consignare per tutto dicembre prossimo venturo d’altezza palmi 13 e mezzo et larghezza di palmi 8 e mezzo con le figure cioè di sopra, l’Imagine della Madonna col Bambino in braccio cinta di cori d’Angeli et di sotto S. Domenico et S. Francesco nel mezzo abbracciati insieme dalla man dritta S. Nicolò et dalla man manca S. Vito.

Il Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli, contiene chilometri di scaffalature, libri ingialliti dal tempo e romantiche calligrafie di pagamenti e causali.

L’incipit è, come sempre la verità dei fatti.

Immaginiamo Febo Quercia disperso tra queste stanze enormi, ispirato da un documento risalente al 1606, quello della “Pala Radolovich”. Il committente parla chiaro, in cambio dei ducati pattuiti, la tela dovrà essere dipinta tra il 6 ottobre e il 31 dicembre.

Cosa accadde in quegli 84 giorni?

Cosa ne fu di questa ed altre opere?

Il Merisi era un ospite scomodo per il conte di Benevente, il vicerè di Napoli?

Quando hai un’idea fissa nella mente è molto facile realizzarla”. Queste parole scritte dal Quercia per il pittore bergamasco, sono spinte nel cuore degli spettatori da un eccezionale Andrea Fiorillo.

Annalisa Direttore, deliziosamente, interpreta Costanza Colonna, mentre Sergio del Prete è Luis Finson, forse fu proprio lui a completare l’opera del Maestro, oppure restò incompiuta per il decesso del mercante Radolovich, interpretato da Andra Perna?

Il giovane Cecco è Matteo Lanzara, inizialmente emozionato, entra nel ritmo con gran capacità, ci avverte che il maestro “odia i cori d’angelo”, e gustiamo un taglio registico che non si sofferma su psicologismi inutili.

La cura del set lascia spazio alla bellezza della messa in scena, luminosa per sincerità artistica, infatti, sebbene sia visibile che non tutti gli interpreti abbiano pari esperienza, la squadra c’è, il contenuto è forte, gli attori si fidano l’un dell’altro, appartengono alla storia e ai luoghi che respirano. Ecco perché la performance tiene col fiato sospeso.

L’equipe di NarteA ci conduce nel luogo in cui la verità storica è immaginata, ma soprattutto cercata e studiata. Matteo Borriello introduce e conclude il sogno vissuto fra le atmosfere intime di una trama che ci rivela il senso dell’amicizia, della coscienza e della libertà del pittore che con un raggio di luce squarciò le tenebre e il tempo e fa parlare ancora di sé: “Non credi che a volte bisogni anche scendere a dei compromessi?” – “Compromessi? Lo sai perché sono dissoluto? Perché cerco la verità, si, non mi interessa il volto angelico della Madonna, il velo celestiale, no! Io voglio i piedi, sporchi e peregrini, io voglio il viso dolorante, io non sono dissoluto, io sono libero!”

Anita Laudando

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