Udine, 27 maggio 2017. – Pace alla Guerra arriva al suo quarto appuntamento, che si preannuncia come uno dei più suggestivi e interessanti. Venerdì 2 giugno, alle 20.45 Cavazzo Carnico ospita un momento a dir poco stupefacente: lo scenario della grande Centrale Idroelettrica A2A di Somplago diventa il teatro che accoglie “Augusto, il violinista d’artiglieria. Poema bellico-goliardico tra curiosi, Anime & commilitoni del Monte Festa”(L’ingresso è libero). Un momento artisticamente importante non solo perché l’arte si incastona nel territorio rendendolo esso stesso parte integrante dello spettacolo, ma anche perché – con sincerità e sensibilità – restituisce alla comunità e alla sua storia un importante momento: il tragico vissuto del Monte Festa, rivisto con occhi sinceri e insieme ironici e leggeri.
Lo spettacolo, come sempre proposto da Lumen Harmonicum di Trieste, sarà contestuale a una piccola mostra, curata dall’Associazione Amici della Fortezza di Osoppo: alcuni cimeli, documenti e accessori legati alla resistenza eroica del Forte Monte Festa e del suo presidio, vengono presentati al pubblico, per ricordare il Centenario degli eventi. Degli esperti in uniforme storica illustreranno agli ospiti il materiale, proveniente dalla Mostra Permanente dedicata al Forte Monte Festa sita presso la Ex Latteria di Cavazzo Carnico, gestita dalla stessa Associazione. Ad introdurre la serata e le tematiche dello spettacolo è Emanuele Facchin, autore, tra gli altri, di “Eroi senza vittoria” (2012, La Nuova Base) che racconta le vicende qui accadute durante la prima guerra mondiale nei giorni della invasione dopo lo sfondamento di Caporetto. Sarà l’occasione anche per raccontare qualche anteprima rispetto alla grande festa di ottobre, che l’Amministrazione sta organizzando, per la celebrazione ufficiale proprio dei cent’anni dai fatti del Monte Festa.
“Augusto, il violinista d’artiglieria” è particolarmente toccante, per i personaggi così terribilmente diretti e puliti e per la grande goliardia dei suoi protagonisti che sembrano trovare un rifugio e una motivazione ad andare avanti proprio nell’arte, nella poesia. Il “Poema bellico-goliardico tra curiosi, Anime & commilitoni del Monte Festa” (questo il sottotitolo) ha come interpreti Adriano Giraldi in Guerrino Pacifici, Maurizio Zacchigna in Augusto Febeo, Roberta Colacino in Anime e Maria Grazia Plos che dà voce proprio al Diario del Monte Festa. Le musiche sono sempre affidate al Gruppo Strumentale Lumen Harmonicum (Mauro Verona – corno; Marco Favento – violino; Massimo Favento – violoncello; Denis Zupin – percussioni).
Guerrino Pacifici e i suoi collaboratori incontrano Augusto, il violinista d’Artiglieria, testimone ancora mai riaffiorato con i suoi diari sulla Grande Guerra. Veneziano di lingua e di spirito, Augusto Febeo raccolse tra versi e poesia sofisticata il profilo dei suoi commilitoni arroccati nella primavera 1917 lassù, sul Forte del “Monte Festa, quella cosa / che prepara gli aspiranti / vanno indietro vanno avanti / fino a che non vanno fuor… [di testa!]”. Fino a quel momento la funzione nel Forte, struttura di retrovia rispetto al fronte, era stata quella di una base dedita all’addestramento dei reparti di artiglieria, senza prevedere quale ruolo avrebbe poi svolto. Con il disastro di Caporetto quel bastione sarebbe diventato prima linea reale: arginare la marea d’invasione tedesca, proteggendo la ritirata al Piave, il compito più duro da sostenere. Folle quanto eroico sarebbe stato il sacrificio di 200 soldati italiani nel tenere la posizione. In un certo senso folle è anche il quid dei diari raccolti da Febeo. Dalla descrizione in versi traspare l’aspetto ludico quanto assurdo di un gruppo di soldati che sul Monte Festa trovarono temporaneo rifugio dallo stress mortale della prima linea. Immersi nel disagio bellico, si può mettere sullo stesso piano l’amore per gli aspetti tecnici della balistica e quello dell’Arte e del virtuosismo violinistico? La continua presa in giro tra pari-grado può essere un tonico miracoloso? L’esaltazione diaristica della quotidianità bellica può diventare mito? Tracce di follia trapelano nella narrazione dei fatti in sé, ma anche nella loro gestione successiva, alla luce di una Caporetto sempre più incombente…
La cura di Pace alla guerra (l’idea, i contenuti testuali e musicali, la supervisione) è di Massimo Favento; la regia teatrale èdell’Associazione Mamarogi e le illustrazioni – prodotte ad hoc sui personaggi delle storie, sono di Mauro Zavagno. Pace alla Guerra è un progetto di Lumen Harmonicum e si svolge con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Grazie alla collaborazione della Fondazione “Luigi Bon”, Pace alla Guerra si propone come anteprima della ormai storica rassegna Carniarmonie. A collaborare al progetto, inoltre, sono anche, Mamarogi, la Società Triestina di Cultura“Maria Theresia”, ArteFumetto MusicaTutti e il Comune di Udine – Udinestate 2017, l’Associazione Nazionale Alpini – Sezione di Udine e il Centro Studi Musica e Grande Guerra (Reggio Emilia). Gli spettacoli continuano il 29 giugno e il primo luglio con altri episodi-reportage nei quali si “rivedono” alcune pagine divenute aneddoti e leggende con gli occhi esterni delle persone comuni, dei non protagonisti.
Andrea Forliano