Geologi e oceanografi dell’Istituto triestino a bordo della nave Alliance che salpa domani per la campagna High North 17
Da un polo all’altro. Dopo la spedizione in Antartide, Ogs va in Artico. Salpa domani da Reykjavík la nave Alliance con a bordo geologi e oceanografi dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste che partecipano alla campagna di ricerca coordinata dall’Istituto Idrografico della Marina Militare.
Battezzata “High North 17”, la campagna impegnerà i ricercatori OGS fino 29 luglio nel Mar Glaciale Artico, in prossimità delle isole Svalbard, a bordo della nave Alliance, insieme a ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), dell’Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e del Centre for Maritime Research and Experimentation (NATO).
La Marina Militare e l’Istituto Idrografico ritornano nell’estremo Nord dopo 89 anni dalle imprese del Comandante Nobile. E con la collaborazione dei più importanti enti di ricerca nazionali porterà avanti la ricerca in ambito marino, per contribuire alla conoscenza dell’ambiente e delle sue evoluzioni e garantire la sicurezza, il libero scambio e il libero utilizzo delle risorse marine.
In particolare il team dell’OGS si occuperà dei rilievi batimetrici a sud delle Svalbard e di campionamenti del fondale per ricostruire la storia della de-glaciazione artica, il più grosso evento di cambiamento climatico (naturale) globale degli ultimi migliaia di anni (10-20 mila anni).
In più OGS curerà il mantenimento di una serie di strumenti oceanografici ancorati quattro anni fa in collaborazione con il Cnr nel Mar di Barents Nord Occidentale, tra le Svalbard e l’Isola dell’Orso
(Bear Island), per studiare in continuo le correnti e valutare, grazie a opportuni sensori, le proprietà fisiche delle acque, come per esempio temperatura e salinità. Lo scopo è identificare i cambiamenti delle caratteristiche delle masse d’acqua. “Studieremo il clima del passato e le condizioni ambientali attuali nelle fosse glaciali a sud delle Svalbard” puntualizza Renata Lucchi, geofisica dell’OGS e responsabile dell’acquisizione delle carote di sedimenti del fondo del mare di questa spedizione.
La missione scientifica dell’OGS segue quelle precedentemente realizzate nell’ambito di progetti europei (Eurofleets e Coribar) e altri progetti finanziati dal PNRA.
“Da anni ormai l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste e l’Istituto Idrografico di Genova della Marina Militare uniscono le forze per promuovere la cultura del mare, coordinare attività di ricerca, e formare personale qualificato” commenta Angelo Camerlenghi, direttore della sezione di Geofisica dell’OGS, che aggiunge: “le ricerche polari costituiscono un pilastro dell’attività di OGS, in quanto Artico e Antartico sono dei preziosi laboratori naturali per comprendere l’evoluzione del clima”.