Il terzo tassello espositivo del Festival Internazionale di Musica Sacra è una full immersion nell’arte di Bruno Fadel, l’artista friulano allievo di Edmondo Bacci. “Diari della sopraffazione” sarà visitabile da sabato 28 ottobre – inaugurazione alle 17.30 – sino al 17 dicembre nel Salone Abbaziale di Santa Maria in Silvis, raccogliendo il filo rosso di un tema, “Dialoghi di pace”, urgente e purtroppo mai inattuale sul pianeta, per questo motore della 26^ edizione del Festival di musica sacra. Promossa da Presenza e Cultura in collaborazione con il Comune di Sesto al Reghena e il Centro Iniziative Culturali di Pordenone, con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la mostra dedicata a Bruno Fadel è curata da Giancarlo Pauletto e ci porterà alla rilettura dei tanti ‘Olocausti’ del nostro tempo: quello di Auschwitz ma anche il genocidio armeno, per arrivare ai nostri giorni e alla tragedia dei migranti che ogni anno trovano la morte nei viaggi in mare. “Da quando lo conosco – spiega Giancarlo Pauletto – e sono passati ormai tanti anni, non ho memoria che Bruno Fadel si sia mai applicato ad opere di pittura o di grafica – ma anche ad installazioni, o a lavori fotografici – che non fossero, in qualche modo, implicati con il sociale. Nasceva proprio nel Duemila, in corrispondenza con l’istituzione del “Giorno della memoria”, il suo lungo lavoro sul tema di Auschwitz che annovera ad oggi oltre cinquecento pagine di elaborazione e di testimonianza, mentre nello stesso tempo l’artista continuava a lavorare ad altri “libri” dedicati al tema dell’Olocausto e a quello del genocidio armeno, al tema dei migranti e della morte in mare, e in genere a temi legati alla testimonianza della contraddizione sociale e della guerra, centri focali di un’attenzione che coinvolge nello stesso clima d’indagine e sofferenza sia il soggetto che guarda, come la società medesima a cui egli è rivolto”. La vernice della mostra, sabato 28 ottobre, sarà siglata da un concerto del Quartetto di Clarinetti Claret, del Conservatorio Tomadini di Udine. La mostra resterà visitabile fino al 17 dicembre con ingresso gratuito dal venerdì alla domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00, info www.comune.sesto-al-reghena.pn.it / www.viedellabbazia-sesto.it
[email protected] / Ufficio Turistico – Sesto al Reghena tel. 0434.699701.
Bruno Fadel (Pasiano di Pordenone, 1954) ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove è allievo di Edmondo Bacci. Ha partecipato a vari laboratori condotti da Bruno Munari, insegna attività espressive e tecniche grafico-pittoriche sia nell’ambito della scuola, sia all’interno di libere associazioni culturali. Interviene nel paesaggio, in architetture d’interni e in ambito scenografico. Espone dal 1974 in Italia e all’estero, tra le partecipazioni l’Intergraf Alpe Adria; l’Art Barbakan di Varsavia; Napoli Castel dell’Ovo; Barletta Museo della Resistenza; X grado Scala Mercalli a Palazzo Ferrajoli, Roma; “Percorsi”, Campolongo al Torre, Udine; XXVII Intart, Kunstquadrat, Eisenstadt; “Venti d’Arte” in Friuli Venezia Giulia, Manzano (UD); “Dipingere l’emozione”, antologica, galleria Sagittaria, Pordenone; “Visavi”, Artisti a confronto, Palazzo Cecchini, Cordovado (PN); “Segni e disegni”, Palazzo del Bargello, Gubbio; Premio Palinsesti 2014, Fondazione Furlan, Pordenone.
Allievo del prof. Davide Teodoro presso il Conservatorio Tomadini di Udine, il Quartetto Claret è composto da Francesco Cristante clarinetto soprano e piccolo, Federico Navone
e Giacomo Cozzi clarinetto soprano, Leonardo Gasparotto clarinetto soprano e basso. Ha seguito masterclass con L.Luccheta, R.Rusche-Staudinger, V.Paci, F.Meloni, I.Frantisak, K.Groetsch. Il quartetto si è aggiudicato il primo premio assoluto alla terza edizione del concorso “Diapason d’oro” nella categoria “Musica da camera”. Il repertorio comprende composizioni originali e trascrizioni che vanno dal periodo classico al Novecento. In programma musiche di Guillaume Connesson (da Prelude et Funk: Prelude), Henri Tomasi (da Trois Divertissement: Masquerade), Ferenc Farkas (da Antiche Danze Ungheresi: Lassu), Pierre Max Dubois (da Quatour: Pastorale – Allegro).
Info www.centroculturapordenone.it/