Il Liga è tornato! E lunedì 23 ottobre, nella prima delle due serate in programma all’Alma Arena di Trieste, ha dimostrato pure di essere in piena forma; due ore tirate per un concerto che ha infiammato il pubblico del Palazzetto e fatto ballare e gioire i suoi fan a riprova che Luciano Ligabue, dopo l’intervento alle corde vocali che lo costrinse ad interrompere il Made in Italy Tour, è nuovamente in grado di reggere il ritmo di serate impegnative e di regalare grandi emozioni al suo pubblico.
Già dal mattino alcuni fan più accaniti erano presenti davanti ai cancelli per conquistare la prima fila e godersi lo spettacolo più vicino possibile al loro idolo, in serata il palazzetto era gremito di un pubblico eterogeneo anche se, a onor del vero, i giovani (o addirittura giovanissimi) prevalevano sui “capelli bianchi”, segno comunque della trasversalità della musica del Liga che riesce ad abbracciare diverse generazioni.
L’artista di Correggio ha aperto con Dottoressa, estratto dal suo ultimo lavoro Made in Italy – l’album che da il nome al Tour ed anche al film che vede nuovamente il Liga alla regia e di cui durante il concerto sono stati proiettati alcuni spezzoni sul mega schermo alle spalle del palco – e fin da subito si è notato l’affiatamento del rocker nostrano con la band e la voglia di divertirsi e far divertire.
L’inizio dello spettacolo ha però dato l’impressione di un Liga un po’ “ingessato”, forse intento a non forzare troppo la voce, da sotto il palco le parole a volte si facevano intuire o immaginare ma anche chi era più indietro ha riferito che, complice anche il sovrapporsi dei cori intonati dal pubblico, non sempre si distinguevano correttamente le parole.
Nel prosieguo della serata il Liga si è rilassato sempre più concedendosi spesso al pubblico lungo la passerella centrale da dove più volte ha dispensato strette di mano ai fortunati delle prime file.
La scaletta del concerto ha visto alcuni pezzi tratti da Made in Italy, G come giungla forse il più apprezzato, e una selezione dei brani che lo hanno reso celebre, alcuni con refrain aggiunti per permettere al pubblico di intonare nuovamente i cori; non poteva mancare il momento acustico: Non è tempo per noi e Lambrusco e popocorn sono state eseguite da tutta la band sulla penisola della passerella al centro del Pala Trieste portando così gli artisti ancora più vicino ai fan.
Il Liga non ha dimenticato i suoi estimatori più “anziani” proponendo anche Marlon Brando è sempre lui, dal primissimo album in studio del 1990, un regalo apprezzato anche dalle giovani generazioni.
Balliamo sul mondo e Tra palco e realtà hanno chiuso il concerto in attesa dei bis che sono puntualmente arrivati: nuovamente sul palco Ligabue ha proposto la bellissima Certe notti cantata in coro da tutto il palazzetto, Urlando contro il cielo ha concluso lo show con il pubblico in visibilio per lo spettacolo di questo grande artista che si è fatto perdonare la lunga attesa nella città di Trieste con una performance di rilevo.
A parere di chi scrive la voce del grande Luciano ha però perso qualcosa in seguito all’operazione mancando un po’ di quella intensità e profondità che la caratterizzava, una mancanza che il grande pubblico pare non abbia rilevato tributando lunghissimi applausi al Liga ed a tutti i componenti della band che al termine del concerto non si sono risparmiati in strette di mano ai numerosissimi fan accalcati lungo le transenne di delimitazione della passerella centrale.
Molto affiatata, come detto, la band: Federico Poggipollini e Max Cottafavi (chitarre), Luciano Luisi (tastiere), Davide Pezzin (basso), Michael Urbano (batteria e percussioni) più una inusuale – per i concerti del Liga – sezione fiati: Massimo Greco (tromba e flicorno), Emiliano Vernizzi (sax tenore) e Corrado Terzi (sax baritono); ovazioni per tutti ma soprattutto – manco a dirlo – per “Capitan Fede”, Federico Poggipollini, che raccoglie sempre molti consensi dal pubblico femminile.
L’unica nota stonata della serata riguarda la scarsa disponibilità di servizi igienici presenti nel palazzetto, nel settore parterre si sono formate lunghissime e interminabili code per accedere agli unici impianti a disposizione del pubblico costringendo più di qualcuno a rinunciare o rimandare ad espletare i bisogni fisiologici causa i lunghissimi tempi di attesa, sicuramente una grossa lacuna organizzativa per uno degli eventi più importanti della città.
Martedì sera (24 ottobre) il Liga, per accontentare tutti i fan che non erano riusciti ad acquistare il biglietto – sold out la prima data di Trieste -, ha replicato il concerto con una scaletta leggermente rimaneggiata, un paio i brani cambiati rispetto alla sera precedente, regalando nuovamente gioa ed emozioni al pubblico dell’estremo nordest; l’attesa è stata lunga ma alla fine ne è valsa la pena.
P.S. Ci vediamo da Mario prima o poi…..
La scaletta del concerto:
- Dottoressa
- Mi chiamano tutti Riko
- È venerdì, non mi rompete i coglioni
- Ho messo via
- Eri bellissima
- Il meglio deve ancora venire
- Ho fatto in tempo ad avere un futuro (che non fosse soltanto per me)
- G come giungla
- Quella che non sei
- A che ora è la fine del mondo?
- Una vita da mediano
- A modo tuo
- Piccola stella senza cielo
- Questa è la mia vita
- Un’altra realtà
- Marlon Brando è sempre lui
- Non è tempo per noi (Acoustic)
- Lambrusco e popcorn (Acoustic)
- Balliamo sul mondo
- Tra palco e realtà
Bis:
- Certe notti
- Urlando contro il cielo
Dario Furlan (foto Guendy Furlan)