Tutto esaurito al Verdi di Gorizia per l’inaugurazione della stagione artistica 2017/2018, con Simone Cristicchi che ha proposto La buona novella di Fabrizio De Andrè in versione per orchestra sinfonica e coro giovanile. Un appuntamento che ha confermato la collaborazione
collaudata tra il “cantattore” consacrato dalla critica come l’artista italiano contemporaneo più completo, e Valter Sivilotti: il musicista friulano ha già composto per lo stesso Cristicchi le musiche di “Magazzino 18”, inoltre si deve a lui e a Giuseppe Tirelli l’idea da cui è nato lo spettacolo che sarà in scena giovedì a Gorizia nell’ambito del cartellone Musica e balletto. Sul palco anche due importanti realtà regionali, quali la ProgOrchestra Accademia Naonis di Pordenone e il Coro del
Friuli Venezia Giulia-Giovani preparato da Cristiano Dell’Oste, con la direzione e gli arrangiamenti di Sivilotti. Lo spettacolo, che gode dell’alto Patrocinio della Fondazione Fabrizio De André, è ispirato ai testi di don Andrea Gallo, della Comunità di San Benedetto al porto di Genova, e di don Pierluigi Di Piazza, del Centro Ernesto Balducci di Zugliano. “La buona novella”, quarto album registrato in studio da De André, tratto dalla lettura di alcuni Vangeli apocrifi, è stato pubblicato nell’autunno del 1970. Per lo spettacolo di Cristicchi, il maestro
Sivilotti ha elaborato la partitura di De Andrè dando vita a una moderna ed effervescente nuova versione. In scaletta anche “Gesù”, il brano cantato dallo stesso De Andrè prima di incidere l’album “La buona novella”, oggi dotato di una nuova contemporaneità. Cristicchi descrive un mondo in cui troppo spesso gli interessi economici e personali prevalgono su quelli pubblici, in una società distante dal comandamento «ama il prossimo tuo come te stesso. Nell’inedito monologo introduttivo, “A volte ritorno”, Cristicchi immagina il
ritorno sulla terra di Gesù, facendogli rivivere la stessa Via Crucis degli “ultimi” di oggi. Considerato “clandestino”, Cristo sarà inviato in un centro di identificazione ed espulsione, per poi finire in carcere e, infine, tra i clochard in una stazione. Nell’interpretare i brani di De Andrè, Cristicchi, con il suo personale tocco di eleganza, riesce a mantenere un perfetto equilibrio fra la sua spiccata personalità musicale e la forte “presenza” di De Andrè, in quello che è ritenuto uno dei suoi lavori più riusciti.