«Desideravo ritrovare uno sguardo in prospettiva su un argomento – la guerra – che trova trattazioni altissime nel teatro antico, ma sul quale non va sottovalutato nemmeno il punto di vista di chi ha raccontato, osservato, patito il conflitto fino a pochi secoli fa. Uno sguardo che risulta contemporaneamente universale e affine alla nostra sensibilità» commenta Franco Però che ha scelto di proporre “La guerra” di Carlo Goldoni quale nuova produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, che va in scena in prima nazionale il 2 novembre per la sua regia e replica alla Sala Bartoli del Politeama Rossetti fino al 19 novembre per il cartellone “Prosa”. “La guerra” rappresenta una scelta interessante: si tratta infatti di una commedia poco frequentata sui palcoscenici italiani, ma ricca di spunti degni d’attenzione. Ci sono distanze ma anche forti assonanze con il mondo attuale che confermano l’irraggiungibile talento dell’autore veneziano nel cogliere altezze e cadute dell’uomo, ritratto fra incisività e battute bonarie. Scritta nel 1760 e presentata con successo a Carnevale al Teatro San Luca di Venezia “La guerra” si svolge nel corso di un assedio: il drammaturgo ha così modo di osservare quasi “al microscopio” gli atteggiamenti degli assedianti, nella claustrofobica attesa.
Un’umanità che vive in una dimensione atemporale e quasi distaccata dalla realtà e dai suoi valori, fra irresponsabilità fanatica e snervante attesa del combattimento. E se Don Polidoro incarna sul piano degli interessi questa spogliazione di umanità e di senso, è ancor più dura – sul piano degli affetti – sua figlia quando confida «Saranno morti in battaglia più di cento ufficiali che spasimavano per amor mio. Sulle prime mi dispiaceva la perdita di qualcheduno: ora tanta specie mi fa sentir dire “il tale è restato morto” come se mi dicessero che ha perduto al gioco (…) Per questo quando tratto con ufficiali che hanno d’andar a combattere mi par di trattare con delle ombre (…) Mi rallegro con chi torna, mi scordo di chi ci resta, scherzo coi vivi e non mi rammarico degli estinti». Un atteggiamento ancor più crudo se posto al confronto dell’amore lacerante eppure intenso che nasce – contro ogni ragionevolezza – fra la giovane figlia del comandante della fortezza assediata ed uno dei soldati nemici che la tengono prigioniera.
“La guerra” di Carlo Goldoni, per la regia di Franco Però è interpretata da Francesco Migliaccio (Don Egidio, comandante della fortezza assediata/ un soldato che parla), Federica De Benedittis (Donna Florída, sua figlia/ Lisetta, contadina), Riccardo Maranzana (Don Sigismondo, Generale degli assedianti), Giulio Cancelli (Il Conte Claudio, tenente), Gilberto Innocenti (Don Ferdinando, alfiere/ un soldato che parla), Filippo Borghi (Don Faustino, alfiere), Adriano Giraldi (Don Cirillo, tenente stroppiato), Mauro Malinverno (Don Polidoro, commissario dell’armata), Ester Galazzi (Donna Aspasia, sua figlia), Maria Grazia Plos (Orsolina, venditrice di varie cose all’armata), Stefano Pettenella (Don Fabio, alfiere).
La compagnia terrà un incontro martedì 14 ottobre alle 17.30 alla Sala Bartoli: l’iniziativa è particolarmente rivolta ai ragazzi delle scuole superiori e medie ma rimane aperto a tutti gli interessati, fino ad esaurimento dei posti disponibili. L’ingresso è libero.
I biglietti per lo spettacolo sono ancora disponibili presso tutti i punti vendita del Teatro Stabile regionale e naturalmente anche attraverso il sito www.ilrossetti.it. Attraverso gli stessi canali si possono acquistare ancora molte tipologie di abbonamento alla Stagione del Teatro Stabile che proseguirà l’8 novembre con “Richard II” di Shakespeare con Maddalena Crippa e la regia di Peter Stein e il 13 novembre con il primo appuntamento del cartellone Altripercorsi “Pensieri e parole” con Peppe Servillo.