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Gorizia, 23 novembre 2017 – In che misura la scienza può essere giudicata colpevole dei delitti compiuti grazie alle scoperte e al suo progresso? Un quesito a cui cerca di dare risposta “Copenaghen”, che sarà al Teatro Verdi di Gorizia martedì 28 alle 20.45 nell’ambito della stagione di Prosa. Tre grandi attori del teatro italiano saranno al centro di un inquietante processo a porte chiuse: Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice, diretti dal regista Mauro Avogadro, si interrogheranno sul rapporto tra etica e scienza nel testo 
del commediografo britannico Michael Frayn, divenuto un classico contemporaneo del teatro europeo. In un luogo che ricorda un’aula universitaria, immersi in un’atmosfera irreale, i tre parlano di fatti avvenuti tanto tempo prima, quando erano ancora vivi. La vicenda, ambientata nel 1941 proprio nella capitale nordeuropea, ricostruisce l’incontro fra due scienziati Premi Nobel per la Fisica, Niels Bohr, danese e mezzo ebreo, e Werner Heisenberg, Tedesco, ex compagni di ricerche costretti dalla guerra a guardarsi come nemici. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti, probabilmente vicini a un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, Bohr e Heinsenberg ebbero una conversazione il cui contenuto ancora oggi resta un mistero. Su questi presupposti l’autore Frayn dà vita a un appassionante thriller in cui i piani temporali si sovrappongono, offrendo un valore universale alle questioni poste dai protagonisti. I biglietti sono in vendita nel Botteghino del Teatro in corso Italia, aperto da lunedì a sabato dalle 17 alle 19, e sono disponibili su www.vivaticket.it.
