La tradizione non si interrompe e anche quest’anno, pur così speciale, si è svolta a Venezia la Cerimonia di Premiazione del Premio Mattador, che prosegue nella ricerca del talento cinematografico e consolida il rapporto con le grandi case di produzione cinematografiche italiane, premiando una nuova generazione di autori pronti a scrivere il cinema di domani.
Sono stati annunciati venerdì 17 luglio nella splendida cornice del Gran Teatro La Fenice i riconoscimenti dell’11° Premio Internazionale per la Sceneggiatura MATTADOR dedicato a Matteo Caenazzo, Concorso di scrittura per il cinema rivolto a giovani sceneggiatori, registi, illustratori e concept designer dai 16 ai 30 anni. La Giuria 2020 presieduta dalla regista Wilma Labate e composta da Armando Fumagalli (direttore Master in International screenwriting and production Università Cattolica, Milano), Andrea Rocco (consigliere amministrazione Cineuropa – Bruxelles), Tamara Prandi (story editor, delegato di produzione Cattleya) e Sara Cavosi (sceneggiatrice, autrice teatrale e radiofonica ed ex finalista di Mattador) ha assegnato i premi dopo aver attentamente valutato una rosa di elaborati selezionati dai Lettori tra i 277 lavori arrivati, nuovo e inaspettato record che “premia” Mattador in questo difficile 2020.
“Il cinema italiano ha bisogno di storie, oggi più che mai è urgente raccontare un periodo tanto imprevedibile” ha dichiarato Wilma Labate “Lo sguardo dei giovani, tuttora troppo silenti, è necessario per vedere un futuro possibile e il Premio Mattador ci offre un vasto panorama di storie che affondano nella realtà di oggi”.
I premi assegnati sono:
Migliore Sceneggiatura per Lungometraggio
Oltre la terra che fuma di Sara Parentini, 24 anni, di Poggibonsi (SI)
Dopo la tragica morte di sua mamma, il piccolo Teo si trasferisce insieme a suo padre nella valle del Diavolo. Qui la difficile elaborazione del loro lutto si tinge di tinte fantastiche in un racconto che valorizza l’ambientazione italiana.
Borsa di formazione Mattador per il Miglior Soggetto
La differenza di Michele Gallone, 27 anni, di Milano;
Come un fiore d’acciaio di Lorenzo Garofalo, 26 anni, di Roma
La differenza racconta di un futuro distopico nel quale gli esseri umani fanno sesso solo con cloni e all’interno di Stanze Speciali. Marcello è uno dei tanti utenti di questo servizio, ma ha una particolarità: ha scelto di clonare sua moglie Anna e ama più il clone di lei. Come un fiore d’acciaio è una storia di rapporti familiari tumultuosi, di lutto e di autolesionismo. Una storia dove i rapporti familiari stessi, la vita e l’incontro con gli altri sembrano l’unica soluzione.
Borsa di Formazione Corto86 per la migliore Sceneggiatura per Cortometraggio
Fare il morto di Camilla Maino, 27 anni, di Torino
Una nipote e la sua nonna raccontate in pochi minuti e pochi tratti attraverso i migliori bagni in mare della loro vita.
Borsa di formazione Dolly per la Migliore Storia raccontata per immagini
Mefisto di Virginia Carucci, 22 anni, di Bologna
Nella versatile storia per immagini l’anziana Margherita è disposta a tutto per sentirsi meno sola. Anche a inventare straordinari automi. Perfino a fare la conoscenza di Mefisto in persona.
Menzione Speciale della Giuria alla Sceneggiatura
Il diario rosso di Alessandra Martellini, 24 anni, di Napoli
Racconta una storia di amicizia, di invidia, di provincia. Un coming of age tutto al femminile, tra due inseparabili amiche che in un momento di conflitto finiscono per affrontare le conseguenze di una violenza sessuale.
Tutti i vincitori hanno ricevuto un’opera d’arte, il Premio d’Artista Mattador, ispirato al percorso artistico di Matteo e realizzato ogni anno da grandi artisti contemporanei. Per l’undicesima edizione l’opera, una tiratura di stampe giclée da foto con intervento di perline e filo intitolata “Quale segreto anima la danza silenziosa delle lucciole?”, è realizzata da Sabrina Mezzaqui, artista riconosciuta nel panorama internazionale contemporaneo che ha utilizzato diversi linguaggi e approfondito la materializzazione dello scorrere del tempo, incentrando la sua poetica sul rapporto con la scrittura. «Ciò su cui intimamente mi interrogo – scrive Mezzaqui – spalanca alla realtà, e sarà l’intorno a risponderne. La morte avrà il sapore naturale della neve. La disarmante bellezza dei fiori. La generosità degli alberi da frutto».
La Cerimonia, diversa rispetto alle precedenti ma altrettanto partecipata, è stata coordinata dal presidente del Circolo della Stampa di Trieste, Pierluigi Sabatti, alla presenza di tutti i componenti di giuria e della direzione artistica del Premio Mattador. Gli ospiti istituzionali che da sempre sostengono il Premio sono intervenuti con modalità differenti. La Presidente della Commissione Cultura del Comune di Venezia, Giorgia Pea, era in collegamento da remoto, così come Lia Gregoretti, della Fondazione Osiride Brovedani di Trieste. Per la Regione del Veneto, il Presidente, Luca Zaia, e l’Assessore alla Cultura, Cristiano Corazzari, hanno invece portato il proprio saluto attraverso un messaggio scritto, così come la Direttrice del Dipartimento di Italianistica dell’Università di Capodistria, Nives Zudič Antonič,. Il Rettore dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda, e il Direttore della Fondazione Veneto Film Commission, Jacopo Chessa, sono intervenuti con un videomessaggio di sostegno e vicinanza al Premio. Infine, l’attore Fulvio Falzarano ha letto un brano tratto dalla sceneggiatura vincitrice.