1984. Il romanzo
Mesto e mediocre funzionario di partito, Winston Smith è impiegato al Ministero della Verità di Oceania, uno dei tre enormi agglomerati politici in cui pare essere diviso il mondo, sempre in guerra, di questo distopico 1984. Il suo mestiere consiste, ogni giorno, nel rettificare libri e quotidiani già pubblicati, per modificare la storia inverando l’infallibilità del Partito unico al comando e del suo “leader” onnipresente, il Grande Fratello.
Qualsiasi opinione, gesto, sentimento o desiderio è strettamente controllato e indirizzato, attraverso teleschermi-spia installati in ogni abitazione e ufficio, grazie alla delazione fra colleghi e familiari, per mezzo di ritualizzate forme di “sfogo” collettivo, ma soprattutto in virtù di una sistematica riduzione del linguaggio e quindi del pensiero.
Winston però tradisce in segreto il Partito, nello stendere un proprio “veritiero” diario. Il suo atteggiamento critico, vissuto di nascosto, esplode quando incontra Julia, anche lei impiegata riottosa del Partito. Contravvenendo a ogni regola, Winston e Julia iniziano a frequentarsi, e presto il loro amore si trasforma in una forma di ribellione, destinata a scontrarsi contro le armi impietose della Psicopolizia.
Steso nel 1948, data ironicamente invertita a dare il titolo al romanzo e l’ambientazione di un generico futuro, 1984 è uno dei grandi romanzi distopici del Novecento, parte ispirato a Il mondo nuovo di Aldous Huxley, parte a Noi di Evgenij Zamjatin, ma soprattutto alle pratiche di repressione e disinformazione attuate in Unione Sovietica da Stalin. Scritto con una prosa nitida e semplice, segue la vicenda lineare e abominevole della ribellione di Smith, finendo col mostrare i meccanismi più pericolosi, terribili e seducenti con cui si può far funzionare la società massificata. Così, quel futuro inventato da Orwell, caratterizzato da verità ribaltate e da una civiltà in cui nulla si impone, ma tutti vengono costretti, ancora riesce a sollecitare la nostra visione sul presente.
1984. Lo spettacolo
“La grande forza dei social-media sta negli algoritmi. La capacità di processare un’enorme quantità di dati, con lo scopo di incrociarli e carpire ciò che ogni persona preferisce, rende i social-media il più sofisticato ed efficace mezzo di persuasione e manipolazione del pensiero che oggi esista.
A vantaggio di chi? Ecco perché 1984 contiene ancora degli elementi di contatto con il nostro presente, con questi “tempi interessanti”, come li chiama Slavoj Žižek; tempi in cui Donald Trump non è più uno scherzo ma una realtà, capace di polarizzare le persone dividendole radicalmente tra suoi sostenitori e “nemici”, senza lasciare spazio ad altre e più complesse articolazioni di pensiero. Tempi in cui ogni critica più profonda è stata spazzata via da forme brutali e semplificate di opposizioni binarie. Tutto questo non modifica solo il modo di dibattere, ma quello di ragionare. E se il nostro modo di ragionare sta cambiando, chi o cosa guida questo cambiamento?”
Matthew Lenton
“Inizi a capire che tipo di mondo stiamo creando? Un mondo fatto di paura e tradimento, di tormento, un mondo dove si calpesta e si è calpestati, un mondo che nel perfezionarsi si fa sempre più spietato. Non vi sarà lealtà, se non verso il Partito. Non vi sarà amore, se non per il Grande Fratello.
Non vi saranno risate, se non di giubilo davanti al nemico sconfitto. Non vi sarà arte, scienza o letteratura. Quando saremo onnipotenti, non ci servirà più la scienza. Sparirà la distinzione tra bellezza e bruttezza.Spariranno la curiosità e la gioia del processo vitale. Ma ci sarà sempre, non te lo dimenticare, Winston, sempre ci sarà l’intossicazione del potere.”
da 1984, dichiarazione di O’Brien a Winston Smith