Le sale Kinemax di Gorizia e Monfalcone celebrano la Giornata della Memoria portando sui propri schermi, lunedì 27 e martedì 28 gennaio (alle 17.45 e 20.45) il film che la celebre regista Margarethe Von Trotta dedica alla filosofa e scrittrice ebreo-tedesca Hannah Arendt.
Su specifica richiesta della produzione, per rispettare la veridicità della vicenda, l’enfasi delle interpretazioni e i documenti storici inclusi, la pellicola sarà proposta in lingua originale (inglese/tedesco/ebraico) con sottotitoli italiani. Il film, la cui protagonista è magistralmente interpretata dall’attrice Barbara Sukowa, racconta la storia della vita di questa risoluta donna, dall’acume straordinario, che attraverso i suoi studi filosofici ha indagato a lungo sulle radici del male e sulle sue estremizzazioni. ”Il male – scrive la Arendt – può ricoprire il mondo intero e devastarlo, precisamente perché si diffonde come un fungo sulla sua superficie. E’ una sfida al pensiero, perché il pensiero vuole andare in fondo, tenta di andare alle radici delle cose, e nel momento che s’interessa al male viene frustrato, perché non c’è nulla. Questa è la banalità. Solo il Bene ha profondità, e può essere radicale.” Nata nel 1906 a Linden, dopo l’arresto, avvenuto nel 1933, Hannah Arendt riesce a fuggire dalle atrocità del nazismo, dapprima a Praga, Ginevra e Parigi e, successivamente, nel 1940, grazie all’aiuto del giornalista americano Varian Fry, negli Stati Uniti, dove risiederà per tutta la vita, sino alla sua morte, avvenuta nel 1975. A New York lavora come assistente universitaria e collabora attivamente con la comunità ebraica. Nel 1960 segue a Gerusalemme, come corrispondente del New Yorker, il processo al nazista Adolf Eichmann, del quale parla come un uomo mediocre, senza capacità di discernimento tra bene e male; questo pensiero la conduce a scrivere ed infine a pubblicare, nel 1963, il suo controverso libro “La banalità del male (Eichmann a Gerusalemme)”. Èd è proprio la banalità, secondo Hannah Arendt, a rendere accondiscendente un intero popolo, ed in taluni casi, come avvenne nella Germania nazista, persino corresponsabile delle più atroci nefandezze che la storia ricordi, sollevando le coscienze individuali dal senso di responsabilità verso i propri misfatti, non accostandosi mai ad essi con spirito critico. Queste sue teorie la porteranno ad essere attaccata sia dalle comunità ebraiche, sia dallo stesso mondo accademico, del quale anch’essa faceva parte.
Margarethe Von Trotta, la regista tedesca premiata con il “leone d’Oro” nel 1981 per il suo “Anni di piombo”, ha lavorato 8 anni, tra studi di documentazione e ricerche sui lavori della Arendt, per arrivare alla fase realizzativa del lungometraggio. ” Ho voluto costruire un dialogo continuo tra la vita privata e il lavoro – spiega la Von Trotta – perchè solo attraverso questo percorso in parallelo ho potuto dare voce a Hannah e alla Arendt allo stesso modo.” Nel film, infatti, la regista inserisce momenti della quotidianità di Hannah, non sempre idilliaci, con il marito Heinrich Blucher, dando meno risalto agli aspetti della sua giovanile relazione con il filosofo e suo primo maestro Martin Heidegger, del quale la Von Trotta evidenzia, soprattutto, la sua figura di mentore.
Per info o prenotazioni www.kinemax.it – Kinemax di Gorizia 0481.530263 Kinemax di Monfalcone 0481.712020, (a Monfalcone è attiva la prenotazione on line).