Oggi è 27 gennaio,sessantanovesimo anniversario della liberazione da parte delle truppe sovietiche dei campi di concentramento e di sterminio Auschwitz I,Auschwitz -Buna Monowitz e Auschwitz-Birkenau,quindi eletto a giorno della memoria.I campi di Concentramento furono istituiti già nel 1934 all’indomani della “notte dei Lunghi Coltelli”,nella quale vennero eliminati gli avversari del regime,un anno dopo la presa del potere del “fuhrer” Adolf Hitler.I primi due ad essere aperti sono stati Dachau,alla periferia di Monaco di Baviera e Sacshenahusen nei dintorni di Berlino.Durante i primi tempi venivano usati come campi di detenzioni per dissidenti politici,criminali comuni,omosessuali,testimoni di geova;in seguito ci fu un’escaltion terribile che vorrei ripercorrerla brevemente.Nel 1935,di seguito alle leggi di Norimberga,gli ebrei vennero privati di ogni diritto civile e della cittadinanza,nel 1938 dopo la “notte dei Cristalli” dopo essere state distrutte tutte le sinagoghe e i negozi ebraici,iniziarano le deportazioni di massa,dapprima dei soli uomini e poi estesa anche alle donne e i bambini;allo scoppio della Guerra nel 1939 furono rinchiusi anche prigionieri di guerra,polacchi,popolo in quanto slavo,ritenuto inferiore dal Fuhrer,e zingari;il culmine ci fu nel 1942,dopo la conferenza di Wansee,quartiere di Berlino,quando fu approvata la cosiddetta”soluzione finale alla questione ebraica” e quindi aperti i campi di sterminio.In questa conferenza fu organizzato capillarmente lo sterminio di massa,la classificazione dei prigionieri,dai tedeschi criminali comuni e prigionieri politici e di guerra,che occupavano il primo posto in graduatoria dopo venivano gli”asociali” :testimoni di geova,omosessuali e i non sani di mente;a seguire slavi e zingari e in ultimo posto gli Ebrei…destinati appunto allo sterminio.Il tutto fu calcolato al fine che potesse tutto giovare allo sforzo bellico del Reich con il lavoro forzato per chi “poteva”farlo,gli esperimenti scientifici su esseri umani e il tutto con il massimo risparmio delle spese,per il rancio e infine l’istituzione delle famigerate camere a gas e forni crematori.Questo anniversario è vissuto,per quanto mi riguarda,in maniera particolare,avendo visitato di recente i campi di concentramento di Auschwitz-Birkenau, e di Buchenwald.La cittadina di Oswiecim,in Polonia,nella regione dell’Alta Slesia,sede di una caserma dell’esercito polacco,fu invasa dalle armate naziste,ribattezzata in tedesco Auscwitz e la caserma appena citata fu trasformata in campo di detenzione,dove la prima vittima”illustre” fu Padre Massimiliano Kolbe..sacrificatosi al posto di un altro detenuto e ucciso con un’iniezione di fenolo dopo 15 giorni di inedia.Fu inseguito aperta nei paraggi la fabbrica di gomma sintetica”Buna Werke”e istituito il campo di Auschwitz II Monovitz,dove le persone ritenute abili venivano impiegati nei lavori forzati sia ebrei che prigionieri di guerra e per gli ebrei era un”privilegio”cosi potevano usufruire di un vitto”migliore”…in questo campo fu rinchiuso il nostro connazionale chimico e scrittore Primo Levi.Infine,dopo l’approvazione della”soluzione finale”,fu aperto il campo di sterminio di Auschwitz III Birkenau…mi viene la pelle oca solo a ricordarlo,in quella landa desolata,dove la fine dei binari ferroviari coincideva con quella tetra costruzione sormontata da due pilastri in mattone rosso e cinta di filo spinato elettrico e dove campeggiava la orrenda scritta ARBEIT MACHT FREI:il lavoro rende liberi.Qui dall’evacuzione dei vari ghetti d’Europa arrivavano migliaia e migliaia di ebrei,stipati in moltitudine in carri bestiame e dopo aver sopportato viaggi orrendi venivano spogliati di tutto,valige e gioielli,perchè a loro era stato detto che venivano trasferiti in città che il Fuhrer aveva”generosamente”donato loro;dovevano percorrere quella strada raccapricciante che portava alle baracche in legno,ma per qualcuno quella strada continuava fino alla fine cioè alle camera a gas;è questa decisione avveniva con una semplice indicazione con la mano”dell’angelo della morte”,Joseph Mengele.I quali si fermavano nelle baracche dormivano stipati anche in sei in una cuccetta di un letto a castello in condizioni igieniche molto precarie e un vitto che consisteva in zuppa amara a volte con l’aggiunta di bromuro,un misero pezzetto di margarina,pane duro e surrogato di caffè.Qui incominciava il processo di spersonalizzazione,i detenuti venivano marchiati come bestie,costretti all’appello mattutino che poteva durare dalle tre ore in caso di bel tempo fino alle 9 in caso di maltempo;dove dovevano rimanere immobili e non guardare le SS in faccia,altrimenti pativano le punizioni piu’ atroci e per dirigere i lavori quatidiani venivano impiegati i cosiddetti” Kapo”,detenuti anch’essi che per aver salva la vita diventavano molto cattivi a loro volta e avevano anche il compito di assistere nell’unica baracca del campo adibita a latrine,ai vari bisogni dei tanti altri detenuti che litigavano fra loro per avere un tozzo di pane in piu’ o uno zoccolo.altri,invece,venivano costretti a suonare musica allegra tedesca durante le esecuzioni,per la delizia dei secondini;questo faceva parte del piano di spersonalizzazione.Non molto diversa era la condizione nel campo di concentramento che ho visitato il mese scorso,sotto un gelido vento…Buchenwaldco-in italiano:bosco di faggi- alle porte della città universitaria e culturale di Weimar,nella regione dell Turingia,in Germania.Anche li,dopo aver passato le varie caserme,dove dimoravano i direttori del campo,appartenenti alle SS come il colonnello Koch,gente scelta apposta per la loro freddezza e superficialità,appare l’orrendo e gigantesco ingresso sormontato dall’altrettanto orribile scritta JEDEM DAS SEINE:a ciascuno il suo.Dopo l’ingresso c’è una grande vallata a strapiombo e sullo sfondo si ha l’impressione di vedere l’infinito.Mano mano si percorre il sentiero in discesa appaiano resti delle baracche;vorrei ricordare che le SS in ritirata cercavano di far saltare in aria quello che riuscivano della struttura;l’infermeria,la stanza delle punizioni ora adibito a museo e l’agghiacciante forno crematorio,dove ho avuto un momento di commozione vedendo la lapide della coraggiosa Principessa Italiana Mafalda di Savoia,deportata e morta in quel campo il 28 agosto 1944 per non aver seguito il padre nella sua fuga verso Sud.Le condizioni dei prigionieri non era dissimile da Auschwitz e fa riflettere che il luogo era meta di vacanza del Duca di Weimar,ovviamente ubicati in posizione isolata come tutti gli altri campi.Non è stato semplice per me visitare questi campi ma credo che chiunque almeno una volta nella vita dovrebbe visitarli per non dimenticare massacri avvenuti non molto tempo fà e che si sono,poi,ripetuti di recente in ex Jugoslavia,Ruanda e Sudan.Purtroppo ce ne sono altri di lager tristemente famosi come Treblinka,Mautahusen e Bergen Belsen,dove è morta la giovane Anna Frank; anche in Italia,dove durante l’occupazione tedesca e la costituzione dell’effimera Repubblica Sociale di Salo funzionavano i campi di transito,di Trieste-S.Sabba,dove però era attivo anche il forno,Fossoli di Carpi,Bolzano-Gries e Ferramonti di Tarsia.Mi auguro che la gente non dimentichi mai quello che è avvenuto affinchè tragedie del genere non debbano piu ripetersi. Andrea F.
About Andrea Forliano
Nato a Bari il 22/05/1978,vive a Trieste,di formazione umanistica sta completando il corso di laurea in Storia indirizzo contemporaneo,è da sempre appassionato di storia,viaggi,letteratura,politica internazionale e in costante ricerca di conoscere nuove culture.Inoltre segue l'attualità,il calcio,il cinema e il teatro