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8 settembre:una data fatale per la storia Italiana

Capita spesso,in TV,di assistere ad anniversari riguardanti altri avvenimenti o altri Paesi dimenticandoci di una data fondamentale per la storia contemporanea del nostro Paese,l’8 settembre.

Badoglio

Badoglio

il nostro governo,vista l’impossibilità di continuare un’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria e con l’intento di risparmiare ulteriori e piu’ gravi sciagure al Paese,ha fatto richiesta di armistizio al generale Heisnower,comandante in capo delle forze alleate Anglo-Americane,la richiesta è stata accolta,pertanto ogni azione di guerra contro le suddette forze armate deve essere cessata in tutto il territorio nazionale e estero,il nostro esercito dovrà,altresì,difendersi da attacchi di qualsiasi altra provenienza”.Questo è il comunicato che la voce rauca del Primo Ministro,il Maresciallo Pietro Badoglio comunicava la sera dell‘8 settembre 1943,ponendo in teoria fine a un conflitto ma aprendone un altro ben piu’ disastroso,combattuto sul imagesnostro territorio Nazionale.Quel giorno venne fuori,infatti, l’inettitudine della classe dirigente politica di allora;l’Italia si arrese de jure agli Anglo-Americani,ma de facto ai Tedeschi.Già da parecchi mesi prima,le sorti del conflitto per l’Italia erano compromesse;la guerra era stata mandata avanti in preda a un delirio”imperiale” del duce Benito Mussolini,ben conscio della non preparazione del nostro esercito ma incantato dalle sfolgoranti vittorie Tedesche durante i primi anni di guerra.Appartiene,infatti a lo stesso Mussolini la frase”mi basta un migliaio di morti per sedere al tavolo della pace” seguita dalla risposta del Re Vittorio Emanuele III “in questo caso gli assenti hanno sempre torto”.Gli Italiani non ne potevano ormai piu’ della guerra,la Sicilia era stata facilmente invasa dal 11 luglio precedente nell’ambito dell’operazione”Husky”;il successivo 21 luglio fu bombardata per la prima volta Roma(operazione”Crosspoint”) e fu raso al suolo l’intero quartiere di S.Lorenzo;in quel momento il Re si svegliò dal proprio torpore e si decise ad esautorare Mussolini,per tramite del “Gran Consiglio del Fascismo”,organo di partito creato proprio dal Duce,e a sostituirlo con l’ex Capo delle Forze Armate e già protagonista di crimini durante la conquista dell’Etiopia,il Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio;siamo al 25 luglio 1943.Il Governo,mentre pubblicamente annunciava”la guerra continua affianco dell’alleato Germanico”incominciò in sordina già all’indomani della presa di potere di Badoglio i negoziati per arrivare all’armistizio.Le trattative,svoltesi parte a Lisbona e parte in Sicilia, andarono avanti per tutto il mese di agosto,in quanto il Governo Italiano non voleva accettare la resa incondizionata imposta dagli Anglo Americani.Finalmente si giunse a un accordo e il 3 settembre,a Cassibile,nei pressi di Siracusa,il nostro emissario Generale Giuseppe Castellano,firmò segretamente,il cosiddetto”Armistizio Corto”(“l’armistizio lungo” fu firmato da Badoglio a Malta circa un mese dopo e fu una vera e propria dichiarazione di resa senza condizioni”).La divulgazione al Pubblico dell’armistizio doveva avvenire nei giorni successivi,in quanto il Consiglio della Corona Italiano(composto dal Re,dal capo del Governo e i principali Generali e Ministri) doveva prendere precauzioni assieme agli Anglo-Americani della sicura reazione Tedesca.La”Wermacht”infatti,già da tempo,aveva dislocato 16 divisioni nel nostro Paese agli ordini del Feldmaresciallo Kesserling. Il Generale Castellano e il Capo Supremo delle nostre forze armate il Generale Vittorio Ambrosio, concordarono un piano per difendere Roma tramite un images1avio-sbarco di paracadutisti americani sulla capitale e l’imminente arrivo di altre forze da Sud,in quanto gli alleati stavano per sbarcare a Salerno.Adolf Hitler aveva già organizzato l’operazione Achse: la deportazione dell’intera famiglia reale e dei suoi collaboratori in caso di “tradimento” dopo la destituzione di Mussolini.Il giorno 7 settembre,gli ufficiali americani Gardiner e Taylor,dopo aver fatto finta di essere presi prigionieri vicino a Gaeta al fine di non dare nell’occhio ai tedeschi,giunsero nella capitale.Furono introdotti nel palazzo del ministero della Guerra,intrattenuti e rifocillati in un clima troppo sfarzoso per un Paese sconfitto.Essi furono finalmente ricevuti in tarda serata dal capo dei Servizi  Segreti Militari,Generale Giacomo Carboni,il quale non sapeva cosa dire loro,in quanto il  Generale  Ambrosio era fuori Roma per questioni famigliari,e il Capo del Governo Badoglio dormiva. Gardiner e Taylor,piuttosto irritati, si fecero accompagnare seduta stante nella suntuosa dimora di Badoglio(premio della”vittoria”in Etiopia),il quale fu svegliato appositamente.Gli ufficiali americani dissero che l’indomani mattina il Generale Heisnower avrebbe reso noto al mondo la resa dell’Italia,e che era pronto un piano difesa di forze congiunte alleate e italiane per difendere Roma.Badoglio,in totale imbarazzo,rispose che non se la sentiva di prendere decisioni al momento e,che se fosse possibile,di chiedere ad Heisnower il posticipo dell’annuncio.Gli ufficiali,ormai fuoribondi,risposero che egli poteva provare via radio a chiedere il posticipo della Resa Nota ad Heisnower,sicuri del fatto che quest’ultimo non avrebbe cambiato idea.Il comandante Americano infatti l’indomani mattina,dai microfoni di radio Algeri,rese noto l’armistizio,seguito dal proclama sopracitato di Badoglio,quindi,nell’ambito del Consiglio della Corona scoppiò il panico.Badoglio fu subito dell’opinione della fuga verso la Puglia(unico lembo di territorio italiano a non essere occupato),egli molto probabilmente prese accordi col maggiore tedesco Otto Skorzeny incaricato dal Furher insieme al generale Kurt Student,per la liberazione di Mussolini detenuto a campo Imperatore nei pressi di L’Aquila.Infatti è possibile che il nostro Capo del Governo svelò al maggiore tedesco il luogo di detenzione dell’ex Duce in cambio della via libera per la Carovana Reale verso Sud.Il Re,sua moglie Elena,e il figlio erede al trono Umberto,in un primo momento riluttanti, anche al pensiero principessa Mafalda,in quel momento a Sofia per rappresentare il padre ai funerali del cognato(marito della sorella Giovanna) Re Boris III di Bulgaria,si convinsero in fretta e si avviarono sulla via Tiburtina,in direzione Pescara.Il convoglio dei fuggitivi era composto dal Re,la Regina,il Principe Umberto,Badoglio,il Ministro della Real Casa Duca d’Acquarone,il ministro degli Esteri Siccardi,l’aiutante di campo del re,Generale Paolo Puntoni,il Generale Ambrosio, il capo di stato maggiore dell’esercito,Generale Mario Roatta(già mandante di uccisioni di massa mentre comandava l’armata di occupazione in Jugoslavia).Essi dopo essersi fermati brevemente a Pescara,si imbarcarono nel vicino porto di Ortona dove salparono alla volta di Brindisi a bordo dell Corvetta”Baionetta”. Proprio nella città pugliese,accampati alla ben meglio nella palazzina dell’ammiragliato, riorganizzarono un embrione di Stato,controllato a vista dagli Alleati e che aveva autorità sulle sole province di Brindisi,Bari,Taranto e Lecce.A Roma fu lasciato il solo Generale Giuseppe Calvi di Bregolo che cercò di organizzare la difesa della città,con l’aiuto di un folto numero di volontari provenienti dal popolo che dopo una breve ma eroica resistenza nei pressi di Porta S.Paolo,furono costretti ad arrendersi ai Tedeschi ed incominciò un periodo buio per la nostra Patria.I tedeschi ormai padroni del Centro Nord Italia,liberarono Mussolini il 12 settembre e lo misero a capo di uno stato-fantoccio,chiamato repubblica 8-settembre-1943-l-armistizio-corto-e-lo-sbarco-d-44217Sociale Italiana con sede a Salò sul Lago di Garda,e in questa parte d’Italia,i rinati partiti politici organizzarono Il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Esso diede vita alle brigate partigiane in montagna(Garibaldi e Matteotti furono le piu’ attive) e i gruppi di azione patriottica nelle città(G.A.P.) che incominciarono una strenua lotta per liberazione contro i Nazisti e collaboratori fascisti”repubblichini”.Da Brindisi Vittorio Emanuele III e Badoglio,in una situazione non molto differente di quella che viveva Mussolini a Salò,dichiararono guerra alla Germania il 13 ottobre e a fianco degli Alleati col rango di “cobelligerante” e riorganizzarono un piccolo esercito con a capo il generale Giovanni Messe.Non si può per niente perdonare al governo,anche, di aver abbandonato i nostri soldati che erano dislocati nelle zone occupate di Jugoslavia,Albania e Grecia;essi si trovarono sbandati e senza ordini con i tedeschi che da un giorno all’altro passarono da alleati a nemici,e furono per la maggior parte disarmati e deportati in Germania(oltre 600mila);alcuni tentarono di opporsi come come è accaduto nelle isole greche di Cefalonia e Lero,rimanendo massacrati;altri in alcune zone della Jugoslavia e dell’Albania,subirono la vendetta dei partigiani locali.Seguirono dei mesi terribili,nei quali furono commesse atrocità come il massacro delle Fosse Ardeatine,e la di distruzione di interi centri abitati come Boves,nel Cuneese e S.Anna di Stazzema e Marzabotto sull’appennino Tosco-Emiliano da una parte e gli stupri di massa in Ciociaria dall’altra.Tutto questo e altro,durò fino all’aprile 1945 periodo in cui, grazie allo sfondamento della linea Gotica e all’insurrezione popolare di Genova,Torino e Milano,la penisola fu liberata,anche se alcuni episodi di vendetta andarono avanti.Quel periodo è ancora oggetto di studio da parte degli storici e ancora molti avvenimenti vanno chiariti,ma credo che sia dovere di ogni Capo di Stato e di ogni Capo del Governo difendere la propria Capitale.

Andrea F.

 

About Andrea Forliano

Nato a Bari il 22/05/1978,vive a Trieste,di formazione umanistica sta completando il corso di laurea in Storia indirizzo contemporaneo,è da sempre appassionato di storia,viaggi,letteratura,politica internazionale e in costante ricerca di conoscere nuove culture.Inoltre segue l'attualità,il calcio,il cinema e il teatro

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