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A Lubiana in mostra le opere architettoniche degli udinesi Gri e Zucchi Dal 20 ottobre e fino al 24 novembre

Le realizzazioni di GEZA (studio degli architetti udinesi Stefano Gri e Piero Zucchi) saranno protagoniste di “Aperture”, mostra monografica di architettura ospitata dalla Galerija Dessa di Ljubljana dal 20 ottobre al 24 novembre 2014.  Nell’esposizione tre “trittici” – Concrete, Tradition e Landscape – uniscono un luogo del lavoro e un luogo dell’abitare, facendo da guida negli intrecci di ricerche che compongono il mondo complesso delle architetture di GEZA. In tale senso, il titolo della mostra, “Aperture”, che gioca sul concetto italiano di “apertura” e sul “diaframma” fotografico inglese, appare paradigmatico. La capacità di zoomare di scala è una delle prime cose che si notano nelle opere esposte. Nei progetti ci sono elementi che si vedono da

GRI E ZUCCHI

GRI E ZUCCHI

lontano ed elementi che si vedono da vicino, grandi ricchezze artigianali che si svelano solo all’ultimo. Fondamentale è anche il tema dell’incorniciare, ovvero del scegliere dove e cosa vedere del dentro e da dentro al fuori. E’ una costante che permette a GEZA di creare un’architettura che si confronta davvero con il paesaggio, ma non perché è il “naturale” a fare il mestiere dell’architetto, ma perché l’architettura decide sempre, con consapevolezza e coraggio, cosa far vedere. L’architettura proposta da Gri e Zucchi sa che il dentro e il fuori debbono stare assieme, devono confrontarsi, anche litigare se necessario, e se si disgiungono finiscono per annacquarsi e perdere il loro potere.

Proprio per questo aprono cornici, viste e finestre che sono parti integranti delle superfici del progetto per creare contatti – quasi mai pacifici – tra le parti. Sapendo che alterarne il ritmo, accelerare, comprimere, allargare sono strumenti antichi con cui il progettista elabora gli spazi. Strumenti che si declinano con il disegno preciso di ogni singolo dettaglio. Ne esce un lavoro molto educato e rispettoso dell’architettura e dei clienti, delle condizioni ambientali, del contesto, di tutti i vincoli che il mestiere pone, ma mai rinunciatario del ruolo dell’architettura nel mondo e dell’architetto nel fare l’architettura.

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