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Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà – il James Bond dimenticato che bisognerebbe guardare prima di No Time to Die
George Lazenby interpreta James Bond in Agente 007 - Al Servizio Segreto di Sua Maestà

Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà – il James Bond dimenticato che bisognerebbe guardare prima di No Time to Die

Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà: l’unico James Bond interpretato da George Lazenby

Nel 1967, dopo avere interpretato i primi cinque film di James Bond, Sean Connery annunciò di non reggere più la pressione psicologica di sostenere la parte dell’ormai mitico 007. La scelta per il suo sostituto cadde su un modello australiano al tempo quasi sconosciuto, George Lazenby, circa dieci anni più giovane del suo predecessore.

Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà, uscito nel 1969, ebbe all’inizio un’accoglienza non entusiasmante da parte della critica, ma un ottimo successo di pubblico. Col tempo la pellicola venne di molto rivalutata, ma successivamente, anche in seguito al fatto che Lazenby si rifiutò di indossare di nuovo i panni dell’agente segreto più famoso del mondo, è caduto nel dimenticatoio.

Un vero peccato, perché propone un James Bond molto differente da quello messo in scena da Sean Connery, come sottolineato dai trailer del tempo, creando un immaginario ripreso poi dallo 007 messo in scena da James Craig, in particolare in No Time to Die.

James Bond e Tracy innamorati in Agente 007 - Al Servizo Segreto di Sua Maestà

James Bond (George Lazenby) e Tracy Di Vicenzo (Diana Rigg) innamorati in Agente 007 – Al Servizo Segreto di Sua Maestà

Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà: un storia lineare che segue lo schema del Viaggio dell’Eroe

Questa pellicola, diretta da Peter Hunt, ha una struttura molto semplice, nella quale è facile identificare le tappe principali indicate dal Viaggio dell’Eroe, come tratteggiato da Christofer Vogler.

Eroe determinato per definizione, James Bond viene rapidamente presentato nel suo mondo ordinario, mentre alla guida della sua Aston Martin viene sorpassato da un’auto. La chiamata all’avventura avviene subito dopo: 007 nota che il veicolo è parcheggiato in riva al mare, e una donna sembra volersi togliere la vita gettandosi tra le onde.

Ovviamente il nostro eroe non rifiuta la chiamata, ed entra subito in azione, salvando la sconosciuta e trovandosi subito dopo a dovere lottare furiosamente contro due energumeni, che riesce a mettere fuori combattimento dopo aspra lotta.

Arrivato nel suo albergo sontuoso, scopre che la donna che ha salvato è la Contessa Teresa Di Vicenzo (Diana Rigg), Tracy per gli amici, che salva una seconda volta, questa volta dai debiti contratti al tavolo da gioco.

I due finiscono a letto insieme, ma subito dopo James viene rapito e portato a cospetto del padre della donna, Draco, alla guida di una organizzazione criminale europea, rivale della Spectre, capitanata dal bieco Blofeld.

Draco propone a Bond di sposare la figlia, per porre fine ai suoi colpi di testa, offrendogli in cambio una cospicua somma e la possibilità di scoprire il luogo dove si trova Blofeld.

Il patto tra i due viene perfezionato in occasione di una festa che Draco organizza per il suo compleanno, nella quale dice a Bond che un avvocato a Berna custodisce nella sua cassaforte preziosi documenti sull’arcinemico di 007. Tracy all’inizio sembra respingere Bond, ma alla fine tra i due scoppia la passione.

La scena si sposta in Svizzera, dove 007 scopre che il bieco Blofeld ha appena fatto una richiesta all’Istituto Araldico di Londra, per vedere riconosciuto il suo titolo nobiliare di Conte di Blechant.

Bond si sostituisce al genealogista Sir Ilary Bray, il cancelliere dell’istituto, e parte per la remota località montana dove si è nascosto Blofeld, che costituisce il mondo straordinario raccontato nel film, nel quale il nostro eroe ha modo di dimostrare tutto il suo valore.

L’agente segreto più famoso del mondo raggiunge la sua meta con un articolato viaggio, prima in treno e poi in elicottero, come spesso accade in questa tappa del Viaggio dell’Eroe, il superamento della prima soglia, che prevede appunto uno spostamento tra il mondo ordinario a quello straordinario, dove avviene il grosso dell’azione.

Bond si ritrova quindi nel Blechant Institute per la Ricerca sull’Allergia, di fatto un fortilizio appollaiato in cima a una montagna, presidiato da miliziani in divisa armati fino ai denti.

Qui ha modo di conoscere le ospiti del centro, tutte avvenenti fanciulle bisognose di cure antiallergiche, che di fatto sono delle recluse, sottoposte a un condizionamento ipnotico che le rende succubi della volontà di Blofeld.

Questi ha infatti messo a punto una devastante arma biologica, il virus omega, capace di rendere sterili specie animali e vegetali, e vuole utilizzare le ragazze in cura nel suo istituto per diffondere al suo comando il morbo nel mondo, per ricattare le Nazioni Unite.

Come previsto dal Viaggio dell’Eroe, Bond subisce la prova centrale della storia in un luogo particolare del mondo straordinario, la caverna più profonda, che in questo racconto è la sala motori della teleferica dell’istituto, dove viene richiuso dopo essere stato scoperto, e nella quale rischia di venire triturato vivo dagli ingranaggi.

Scappa sugli sci, affrontando nottetempo una corsa spericolata sulle aspre montagne svizzere. Come spesso accade quando l’eroe non riesce a sconfiggere il suo nemico nella prova centrale, quest’ultimo lo insegue, bramoso di vendetta.

E infatti Blofeld, circondato da una muta di fidi scherani, si getta alle sue calcagna, ma 007 riesce comunque a guadagnare un paesino ai piedi della montagna su cui sorge l’istituto, mimetizzandosi tra la folla in festa.

Ma gli scagnozzi di Blofeld sono ovunque. Quando tutto sembra essere perduto, Bond trova Tracy, e la fuga riprende sull’auto di lei. Dopo varie peripezie, riescono momentaneamente a seminare i loro inseguitori, e si rifugiano in uno chalet isolato.

Qui Bond le chiede di sposarlo, e lei accetta, prima di finire di nuovo tra le sue braccia.

La mattina presto i due ripartono sugli sci, con l’obiettivo di trovare un telefono per avvertire Londra dei biechi progetti di Blofeld, ma quest’ultimo è subito alle loro calcagna, giungendo a sacrificare dei suoi uomini e provocare una immensa valanga pur di fermare Bond.

Tracy viene catturata, mentre 007 riesce a mettersi in salvo. Dopo il rifiuto di assistenza da parte dei Servizi Segreti inglesi, che non vogliono che accada nulla, in attesa delle decisioni delle Nazioni Unite, Bond ottiene il soccorso di Draco, che vuole salvare sua figlia ed eliminare la concorrenza della Spectre.

Si arriva quindi al climax della storia previsto dal Viaggio dell’Eroe, che vede prima l’assalto in elicottero dell’Istituto Blechant, e poi lo scontro tra Blofeld e Bond, che vede quest’ultimo vincitore.

Tutto sembra finire nel più classico dei modi. L’eroe ritorna dal mondo straordinario in quello ordinario, arricchito e trasformato dalle esperienze vissute. Bond sposa Tracy, in una cerimonia sontuosa, e i due partono per il viaggio di nozze, sognando di formare una numerosa famiglia.

La loro macchina accosta, Bond scende per togliere i fiori che addobbano l’automobile. Ma qui accade l’imponderabile. Sfreccia un’auto guidata da Blofeld, dalla quale parte una raffica di mitra. Tracy muore. Bond la piange, seduto nell’abitacolo. Titoli di coda.

Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà: un nuovo James Bond

Nei primi minuti del film è già perfettamente chiaro che lo 007 messo in scena da George Lazenby è del tutto differente da quello personificato da Sean Connery.

Lo scontro tra Bond e i due energumeni della spiaggia è di inedita violenza, per gli standard del tempo, e quando Tracy scappa con l’auto dell’agente segreto, questi la guarda andarsene via, e guardando nella macchina da presa dice, sorridendo sornione: “Non era mai successo a quello di prima”.

Di fatto il protagonista buca la quarta parete, parlando direttamente al pubblico, segnando una cesura netta con i film precedenti, in quanto è lo stesso Bond a rendere esplicita la sua diversità con quello del passato.

A mano che la storia scorre, le differenze sono sempre più palesi. Questo 007 ama certamente la compagnia femminile, e non si fa nessun problema quando si porta a letto due ospiti dell’Istituto Blechant, per carpire informazioni sull’attività del suo arcinemico.

Ma si innamora veramente di Tracy, alla quale chiede di sposarlo e per la quale sembra quasi disposto a rinunciare alla sua carriera, per formare una classica famigliola, addirittura di sei figli, tre maschi e tre femmine, nella fantasia della signora Bond. Una cosa impensabile per il vecchio James, personificato da Sean Connery, tombeur de femmes per definizione e scapolo per vocazione.

Il nuovo 007 sembra volere superare la visione patriarcale del rapporto uomo-donna, personificata dal padre di Tracy, Draco, che sostiene che sua figlia “ha soltanto bisogno di un uomo che la domini, che le faccia fare l’amore al punto che lei si innamori”.

Un punto di vista confermato nel finale del film, quando, dopo le nozze, Draco ricorda alla figlia “di non dimenticare di obbedire sempre a tuo marito”.

La risposta ironica di lei e il sorriso sardonico di James segnano l’ennesima cesura con questa visione del mondo.

Certo, il Bond di Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà è figlio del suo tempo, per cui può ancora permettersi di sfogliare compiaciuto un Playboy, mentre forza la cassaforte dell’avvocato a Berna e si aggira nei corridoi dell’edificio che lo ospita, ma alla fine del film si sposa, impostando un rapporto paritario con la donna che ama.

Ma 007 non può certo mollare la sua professione, per cui subito dopo lei muore, ammazzata dall’arcinemico di Bond, e James la piange abbracciandola, seduto sulla sua Aston Martin.

Cinquant’anni dopo, ritroviamo in No Time to Die un James Bond di nuovo capace di innamorarsi, ma questa volta è lui a morire, cosa impensabile al tempo di Al Servizio Segreto di Sua Maestà.

Ma, si sa, i film sono figli del periodo storico in cui sono girati, e in questo scorcio di inizio millennio l’eroe maschile non è più di moda, come dimostrato anche dal pessimo Matrix Resurrections, che nel finale vede la bella Trinity diventare la figura leader, rubando la scena a un pensoso e indebolito Neo.

Una piccola nota sulle musiche. In Agente 007 – Al Servizio Segreto di Sua Maestà, la canzone di Luis Armstrong We Have All the Time in World compare spesso, in particolare nei momenti di passione tra Bond e Tracy, e nello struggente finale 007 mormora a sua moglie, ormai morta nelle sue braccia, “non abbiamo nessuna fretta, abbiamo tutto il tempo…”, un chiaro riferimento alla musica che accompagnava i loor momenti più belli.

In No Time to Die, sicuramente non per caso, c’è una citazione musicale di questo brano. In un mondo in cui il cinema ama sempre di più citare sé stesso, avere una buona cultura cinematografica è molto utile per meglio apprezzare le pellicole. Aspettando il prossimo Bond…

Alessandro Marotta

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