Domenica primo luglio, al Bastione Rotondo del Castello di San Giusto debutta la dodicesima edizione di TriesteLovesJazz con una prima assoluta.
Il vulcanico polistrumentista Mauro Ottolini si dedica al suono delle conchiglie, accompagnato da theremin e oggetti sonori di ogni tipo. L’ingresso è libero, l’nizio alle ore 21.
Mauro Ottolini – un funambolico polistrumentista, compositore e arrangiatore da anni sulla breccia dello scenario musicale contemporaneo italiano – non finisce di stupire il pubblico, anche quello più severo e appassionato: domenica primo luglio, alle 21 al Bastione Rotondo del Castello di San Giusto a Trieste (ingresso libero), inaugura la dodicesima edizione di TriesteLovesJazz con una prima assoluta che sta già suscitando enorme curiosità.
Alle prese non “solo” con il suo trombone ma anche con il suono delle conchiglie, Ottolini è accompagnato da Antonio Coatti (anch’egli impegnato con le conchiglie), Vincenzo Vasi (che suona il theremin ma anche “rifiuti e giocattoli sonori”, oltre che essere un imprevedibile vocalist), Giulio Corinial contrabbasso e Maurilio Balzanelli e Simone Padovani alle percussioni, anch’esse le più varie ed inattese.
Così gli stessi protagonisti del progetto definiscono questa nuova ricerca sonora: “Profondi e misteriosi, i fondali marini custodiscono ancora inestimabili tesori da scoprire, storie assopite e melodie arcane che posso riemergere dal profondo dei suoi flutti. Chi conosce la voce del mare? quanto estesa è la gamma dei suoi suoni? Quali sono le possibilità che abbiamo di esplorarli e come? Attraverso il suo lavoro di ricerca, Mauro Ottolini, compie un vero e proprio atto di devozione verso l’universo marino attraverso un concerto, anteprima al lavoro discografico presto in uscita, fatto di composizioni tutte originali.
Mauro Ottolini è uno dei pochi artisti ad aver approfondito l’uso delle conchiglie come strumento musicale grazie agli insegnamenti del Maestro Steve Turre. Conchiglie di vario genere provenienti dai mari di tutto il mondo e meticolosamente scelte, creano polifonie che si innestano sui suoni primordiali di percussioni di vario tipo, tra cui alcuni strumenti artigianali della tradizione sarda.
Il mare che ricopre gran parte della superficie terrestre sembra adesso voler cantare la sua avvolgente presenza, la sua bellezza trascurata ed il suo fascino armonioso con le melodie delle sue sirene, i colori e la varietà della sua flora e della sua fauna, l’andamento delle sue onde, attraverso i brani originali di Mauro Ottolini, che dirigerà una vera e propria “suite per conchiglie”.
Il festival continua lunedì 2 luglio, sempre al Castello di San Giusto con un doppio concerto: il duo Fiorentini-Piras e il Wyrd Quartet (Maier, Ghirardini, Paolo e Sergio Bernetti).
Andrea Forliano