Compositore. Percussionista di culto («the game changer», secondo l’autorevole Drum Magazine). Musicologo. Pioniere multimediale. Alchimista delle contaminazioni. Uno, nessuno e centomila (l’Università di Bologna gli ha dedicato una sezione permanente della biblioteca). Udinese per nascita, apolide per vocazione e cittadino americano per meriti artistici…
Condensare l’immane background di Andrea Centazzo nello spazio di un comunicato stampa non è plausibile, certo, ma possiamo focalizzarci sul futuro. E l’immediato futuro porterà Centazzo al Visionario con La musica immaginata: un imperdibile – esclusivo – evento live realizzato in collaborazione con il CEC! Subito dopo l’Anniversary Tour, che dal 25 novembre lo vedrà protagonista di 12 date fra Italia e Svizzera, l’enfant terrible tornerà a Udine: l’appuntamento è fissato per giovedì 10 dicembre, alle 21.00, e le prevendite saranno attive alla cassa del Visionario a partire da giovedì 19 novembre.
Che cos’è La musica immaginata? È un doppio viaggio sonoro e visivo che si aprirà con la prima italiana di Sanctuary (il debutto in Missouri, due mesi fa, al festival di Saint Louis) e si chiuderà con Tiare, il pluripremiato video-film del 1984. Da un lato, dunque, l’Estremo Oriente, l’affascinante Far East della spiritualità e dei rituali (con mille rappresentazioni del Buddha girate e montate da Centazzo in Cina, Indonesia, Vietnam e Giappone), dall’altro il Friuli, l’incantato Friuli di un tempo, con un’opera che anticipava (assieme al monumentale Koyaanisqatsi di Reggio e Glass) la fusione narrativa di musica e immagini. Tiare vinse tutti i principali festival di categoria, da Tokyo a Parigi, da Varsavia fino a Los Angeles, ma sorprendentemente non venne mai presentato in Friuli. Alcune proiezioni private qui e là, niente di ufficiale, mentre le televisioni di mezza Europa e del Giappone lo trasmettevano in versione integrale nonostante la qualità non broadcast.
Racconta Centazzo: «È passata una vita dal giorno in cui, emozionato, presi in mano la telecamera: primitiva e pesantissima! L’avevo comprata facendo debiti, visto che costava come un appartamento, ma stavo scommettendo sul mio domani». È passata una vita, sì, e la multimedialità è diventata un patrimonio comune (tra usi e abusi). Un patrimonio di cui Centazzo rimane instancabile pioniere, come appunto dimostrano l’attesissima prima di Sanctuary e tantissimi altri progetti.
Le partnership con NASA, Caltech e LIGO, per esempio, che hanno dato vita ad avventure importanti come Einstein’s Cosmic Messengers e adesso proseguono con il nuovo show Tides of Gravity (per il centenario della teoria generale della relatività di Einstein). Oppure la partnership con l’Adler Planetarium di Chicago, di cui Centazzo è stato composer in residence, che ha fruttato due colonne sonore per orchestra sinfonica di cui una con Uma Thurman come voce narrante.