La Regione interviene in autotutela per evitare l’udienza prevista per Mercoledì 26 marzo e dare ragione alla coppia gay di Pordenone che era ricorsa al TAR, insieme ad Arcigay, dopo che le era stato negato il contributo regionale prima casa.
Deperu, presidente Arcigay Friuli:“È una vittoria storica per gay e lesbiche del Friuli Venezia Giulia, un caso di omofobia istituzionale al quale la Regione ha posto rimedio”
E Arcigay Friuli ringrazia la Presidente Serracchiani e l’Assessora Mariagrazia Santoro per aver mantenuto l’impegno preso già lo scorso anno.
Anche Tondo, a fine mandato, dovette riconoscere in una lettera a Mediocredito la fondatezza del ricorso di Arcigay.
È l’Avvocato Francesco Furlan di Pordenone, responsabile legale di Arcigay Friuli, a comunicare oggi, 25 marzo 2014, la lieta notizia alla coppia gay e all’associazione friulana per i diritti lgbt.
Nel 2012, Mediocredito aveva respinto la richiesta di contributo regionale prima casa della giovane coppia gay pordenonese nonostante il regolamento prevedesse che potessero accedere “cittadini in forma singola, coppie coniugate o coppie conviventi more uxorio”. Per Mediocredito, i conviventi omosessuali non potevano accedere al contributo nonostante varie sentenze nazionali avessero già riconosciuto la condizione “more uxorio” alle coppie dello stesso sesso. Inoltre, il paradosso era lampante: se la stessa coppia avesse nascosto la relazione e richiesto il contributo come “cittadini in forma singola”, non ci sarebbero stati problemi:”Un palese caso di omofobia istituzionale al quale la Regione ha voluto porre rimedio riconoscendo le nostre ragioni.” evidenzia Giacomo Deperu, presidente di Arcigay Friuli “Nuovi Passi” Udine e Pordenone, che ringrazia la Presidente Debora Serracchiani e l’Assessora Mariagrazia Santoro per aver rispettato gli impegni presi lo scorso anno.
La coppia, decisa a far valere i propri diritti, già nel 2012 si rivolse ad Arcigay Friuli ed insieme all’Avvocato Furlan, nel 2013 ricorsero al TAR contro la Regione Friuli Venezia Giulia.
Il caso fece scalpore e balzò alle cronache nazionali trovando ampio spazio sui media di tutta Italia. Già l’allora presidente Tondo, a seguito di un incontro con Arcigay, dovette riconoscere la fondatezza del ricorso e scrisse a Mediocredito affinché rivedesse la posizione in merito. Le successive elezioni passarono il testimone a Debora Serracchiani che subito si disse disponibile ad intervenire in autotutela. Ma fino ad oggi il provvedimento non era ancora arrivato mentre l’udienza del TAR era stata fissata per Mercoledì 26 marzo 2014.
Ispirandosi a questo caso, l’Assessora Santoro a dicembre 2013 ha modificato l’intera legge regionale sull’edilizia agevolata, parificando le coppie conviventi omosessuali a quelle eterosessuali sposate, senza più rischi di interpretazioni errate. Ma nonostante l’innovazione apportata a questa legge, questo atto non poteva da solo avere effetto retroattivo e il caso del ricorso al TAR di Arcigay restava valido.
Oggi l’intervento in autotutela pone la parola fine a questa vicenda che segna il successo delle battaglie di Arcigay Friuli e Deperu non nasconde la propria soddisfazione:”È una vittoria storica per gay e lesbiche della regione, ma soprattutto una vittoria di civiltà e di diritto per tutto il Friuli Venezia Giulia.“
Dal canto loro, i due ragazzi gay pordenonesi, che non amano le luci dei riflettori e preferiscono salvaguardare la loro privacy, si dichiarano soddisfatti:”Siamo felici di questo risultato che per la prima volta ci fa sentire cittadini non discriminati per la propria affettività. Il fatto che la Regione sia voluta intervenire assumendosi le proprie responsabilità senza delegare la decisione ad un giudice, è un gesto di civiltà che apprezziamo. Sapere che la nostra battaglia apre la strada ai diritti di altre coppie omosessuali, ci rende senz’altro orgogliosi.“
Rudi Buset
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