Proseguono le mostre d’arte nell’ambito del 28^ Festival Internazionale di Musica Sacra. Apre sabato 19 ottobre a Caneva Creature della Vita, la personale di Giulio Belluz, a cura di Presenza e Cultura e del Centro Iniziative Culturali Pordenone in collaborazione con il Comune di Caneva. La mostra, curata da Giancarlo Pauletto, sarà inaugurata sabato 19 ottobre alle 17.30 a Villa Frova a Stevenà di Caneva. Intermezzo musicale di Eva Miola del Conservatorio Tomadini di Udine, che eseguirà la Sonata n.1 per violino solo di Johann Sebastian Bach.
La vita è un mondo dove tutto si tiene, e se è vero che nella tradizione della cultura occidentale all’uomo è stato riservato un posto privilegiato, oggi sempre più si comprende che tale “privilegio” è sostenibile solo se la sua azione sulla terra è rispettosa degli equilibri generali. Queste considerazioni spiegano bene la presenza di Giulio Belluz all’interno delle mostre d’arte del 28° Festival Internazionale di Musica Sacra, intitolato quest’anno Sacralità del profano.
«Gli uccelli, i pesci e gli altri animali che l’artista presenta in questa mostra – spiega il curatore Giancarlo Pauletto – appartengono, in una considerazione abituale e utilitaria, all’ambito del “profano”. Una gallina, un germano, una lepre, un luccio vengono, nella quotidianità della vita, considerati al più per la loro apparenza accattivante, o magari come selvaggina da portare in tavola, ben cotta e speziata: non sono certo viste come creature che, assieme a noi, abitano gli incommensurabili spazi dell’universo, vivono sensazioni, trepidazioni, terrori: che sono, insomma, parte di un grande mistero.
E invece appartengono anch’essi al “sacro”, cioè a quella realtà totale che infinitamente ci sovrasta. Perché “sacro” gli uomini hanno sempre considerato ciò che non possono dominare, ciò che li affascina e nello stesso tempo li atterrisce, in quanto potere troppo grande per essere da essi controllato».
Giulio Belluz rappresenta sì il mondo della vita naturale, ma lo fa in maniera non naturalistica, non impressionistica, semmai simbolica. I suoi animali infatti, pur essendo perfettamente riconoscibili, non si staccano dal fondo cromatico del quadro, al contrario con esso si intersecano e quasi si confondono, a indicare che non si tratta di un’immagine perseguita semplicemente nella sua distaccata realtà visiva, ma che sta e si lega per innumerevoli rapporti con la vitalità generale non solo della terra, ma dell’universo intero.
«Così questi animali di Belluz – prosegue Pauletto – sono molto più che semplici presentazioni di realtà vedute, anche se veramente il pittore, per capacità tecnica, sarebbe benissimo in grado di presentare delle figure da intendere come exsempla scientifici: in realtà ciò che lo interessa di più è “la vita che sommuove il mondo, lo agita, lo rende significante al di là dell’esistenza dell’uomo”.
La stessa vitalità, la stessa forza di movimento che anima il colore di Belluz anima anche le sue realizzazioni in bianconero: per forza di segno egli riesce a trasmettere quella sensazione di vibrante vitalità, che è il miglior risultato delle sue realizzazioni cromatiche».
Giulio Belluz è nato ad Azzano Decimo nel 1943. Si è diplomato in affresco all’Istituto Statale d’Arte di Venezia, in seguito ha frequentato l’Accademia di Belle Arti della stessa città. Ha cominciato ad esporre dagli anni ’60 con mostre in molte città italiane e straniere, da Pordenone a Venezia, da Verona a Milano, da Ginevra a Zurigo, Vienna, Klagenfurt etc. La sua attività è caratterizzata dall’interesse verso molte tecniche artistiche, in ognuna delle quali ha saputo realizzare opere di rilievo. In particolare il suo interesse è volto alla misteriosa vita degli animali, che egli indaga con cromie in equilibrio tra natura e ideazione mentale, attraverso invenzioni pittoriche dalle quali traspare un atteggiamento interrogante e sospeso nei confronti di tutta la realtà.
La mostrà sarà visitabile fino al 16 novembre dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 18.30 con ingresso libero. Info: Villa Frova tel. 0434 79027 www.incaneva.it [email protected] Presenza e Cultura tel. 0434 368387 [email protected], ww.centroculturapordenone.it