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BANCA D’ITALIA TRIESTE: Presentate a Udine le note sull’economia del Friuli Venezia Giulia

BANCA D’ITALIA TRIESTE: Presentate a Udine le note sull’economia del Friuli Venezia Giulia

Si è tenuta oggi 20 novembre, presso il Dipartimento Scienze Economiche e Statistiche dell’Università di Udine, la presentazione dell’aggiornamento congiunturale sull’evoluzione dell’economia regionale in Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Sede della Banca d’Italia di Trieste. Dopo i saluti di rito da parte del direttore del Dipartimento Andrea Garlatti ha preso la parola il Direttore della Banca d’Italia di Trieste, dottor  Luigi Bettoni, che ha riepilogato l’andamento dell’economia nella regione.  Il relatore della Banca d’Italia Patrick Zoi ha quindi illustrato nel dettaglio la congiuntura offrendo spunti di discussione sia all’economista professor Antonio Massarutto che ai professori Stefano Miani e Stefano Comino.

Di seguito il focus sull’economia regionale nel 2018:(da una nota stampa della sede regionale della Banca d’Italia)

Nel corso del 2018 la ripresa dell’attività economica si è intensificata e diffusa a tutti i comparti produttivi. Nella parte finale dell’anno gli operatori prefigurano tuttavia un rallentamento della crescita.

Patrick Zoi (Banca d’Italia)

Nell’industria manifatturiera le vendite hanno continuato a crescere (+3,1% nel primo semestre) sostenute dal positivo andamento delle esportazioni (+17,5%), trainate principalmente dalla cantieristica (+8,4% al netto di tale settore) e dalla metallurgia. Secondo l’indagine della Banca d’Italia, le attese sull’evoluzione della domanda per l’ultima parte dell’anno e l’inizio del prossimo si confermano ancora ampiamente positive, ma meno ottimistiche rispetto a quanto rilevato lo scorso anno. Le imprese hanno confermato l’intenzione di espandere gli investimenti nel complesso dell’anno in corso mentre i programmi di accumulazione per il 2019 sono improntati a maggior cautela, anche in connessione all’aumento dei rischi per le prospettive dell’economia nazionale e internazionale. Il sondaggio di Confindustria FVG conferma un rallentamento per il terzo trimestre 2018 (vendite +1,9%, produzione -0,7%).

Luigi Bettoni Direttore della Banca d’Italia di Trieste

Il quadro congiunturale nel settore dei servizi privati non finanziari si è mantenuto nel complesso favorevole. L’indagine della Banca d’Italia ha rilevato un saldo positivo (29 punti percentuali) tra la quota delle aziende che hanno incrementato il fatturato nei primi nove mesi del 2018 e quella delle imprese che hanno riportato un calo. Il comparto ha beneficiato della crescita dell’attività turistica (presenze +5,3% nel primo semestre) e dei trasporti di merci (nei porti di Trieste e Monfalcone traffico di merci +5,6% nei primi otto mesi). Le prospettive a breve termine indicano tuttavia un indebolimento della domanda nella parte finale dell’anno e i primi mesi del 2019, con un saldo negativo tra aziende che esprimono aspettative di crescita degli ordini e quelle che prevedono un calo.

La crescita dei livelli di attività ha contribuito a sostenere la redditività delle imprese dell’industria e dei servizi: in base al sondaggio della Banca d’Italia, la quota delle imprese che prevede di chiudere l’esercizio 2018 in utile si attesta al 75%, un livello elevato nel confronto con l’ultimo decennio. La maggiore redditività ha favorito un ulteriore rafforzamento della posizione di liquidità finanziaria.

Il professor Stefano Miani ed il Direttore Luigi Bettoni

I livelli di attività nel comparto delle costruzioni hanno beneficiato dell’andamento moderatamente positivo del mercato immobiliare (numero di compravendite di immobili nel primo semestre +3,9% grazie al contributo della componente non residenziale,quotazioni stabili) e della ripresa della spesa per investimenti pubblici da parte degli enti territoriali (+7,6% nei primi nove mesi dell’anno).

L’espansione dell’attività economica si è associata a un ulteriore miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro, con un aumento del numero di occupati (+0,6% nel primo semestre), soprattutto dipendenti con contratti a termine. Le persone in cerca di occupazione hanno continuato a diminuire, favorendo un ulteriore calo del tasso di disoccupazione (al 6,4%). Il ricorso agli ammortizzatori sociali ha continuato a diminuire.

Nel primo semestre del 2018 i prestiti al settore privato non finanziario sono calati (-1,5% a giugno sui dodici mesi). All’espansionedei finanziamenti di banche e società finanziarie alle famiglie (+3,2%), connessa in particolare con l’acquisto di beni durevoli (credito al consumo +10,0%), si è contrapposto il calo dei prestiti bancari alle imprese, dettato in larga misura dalla restituzione di rilevanti finanziamenti al settore della cantieristica a seguito del completamento di commesse pluriennali. Per le imprese la flessione dei finanziamenti è stata inoltre influenzata da politiche di offerta ancora prudenti nei confronti della clientela più rischiosa. Le ampie disponibilità liquide accumulate nei bilanci aziendali grazie al miglioramento della redditività hanno moderato la crescita della domanda di credito, che a settembre è tuttavia tornata positiva (totale prestiti +0,8%, settore privato non finanziario +1,7%)

È proseguito il miglioramento della qualità dei prestiti, in atto dal 2015, in connessione con il buon andamento dell’economia regionale e grazie a operazioni di cessione delle sofferenze. A giugno, il tasso di deterioramento dei finanziamenti erogati da banche e società finanziarie è sceso all’1,1%, un valore storicamente contenuto e inferiore alla media nazionale. L’indicatore è migliorato sia per le famiglie consumatrici (0,9%) sia per le imprese (1,5%); tra queste ultime, è sceso in tutte le branche produttive e in particolare in quello delle costruzioni. A settembre il tasso di deterioramento è rimasto complessivamente stabile. Le scelte di investimento finanziario delle famiglie sono state ancora influenzate dalla preferenza per strumenti liquidi e poco rischiosi: a giugno 2018 i depositi bancari delle famigliesono cresciuti del 4,6% sui dodici mesi. Tra le forme tecniche è proseguito il processo di sostituzione dei depositi a risparmio con i conti correnti (rispettivamente -1,9% e +7,5%). La prolungata erosione dei rendimenti della raccolta bancaria ha favorito la crescita dei prodotti del risparmio gestito: i fondi comuni detenuti presso le banche sono cresciuti del 2,5%.

About Carlo Liotti

Giornalista Pubblicista iscritto all'Albo dei giornalisti da Aprile 2013. Dottore in Scienze e Tecnologie Alimentari. Appassionato di fotografia e di viaggi, capo redattore de ildiscorso.it, reporter/collaboratore per altri canali di comunicazione.

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