Energia, coinvolgimento e grinta da vendere: questo in sintesi il concerto della Betta Blues Society (BBS), formazione italiana di Pisa, che è esibita ieri sera all’auditorium “De Cesare” di Remanzacco, nella penultima anteprima di “Madame guitar”, il Festival internazionale di chitarra acustica che si terrà a Tricesimo in settembre.
Ospite principale il chitarrista nativo americano Cary Morin ma è toccato alla band pisana aprire la serata, organizzata dal Folk Club di Buttrio in collaborazione con l’Assessorato comunale alla cultura di Remanzacco, proponendo un mix di brani classici di blues del profondo sud americano (alcuni vecchi più di un secolo) in un viaggio alle radici della musica ed altri composti dalla band stessa che nulla hanno da invidiare al tradizionale repertorio del delta del Mississippi e che raccontano esperienze personali e situazioni di vita dei componenti della band, un po’ come accedeva nel blues delle origini. Di rilievo pezzi come Don’t pray e Bad luck woman.
Punto di forza della band, con strumentazione al limite dell’essenziale (la batteria ad esempio era poco più di quella utilizzata da un’artista di strada), è senz’altro la voce di Elisabetta Maulo capace di passare da una suadente modulazione ad una aggressività roca e incisiva (qualcuno del pubblico a fine concerto l’ha paragonata alla grande Liza Minelli, ndr).
Non è fatto solo ed espressamente di blues il repertorio della BBS ma anche di folk, gospel e jazz, a volte fusi nel blues o fra di loro in una mistura gradevole, portando l’ascoltatore ad immaginare luoghi e situazioni diverse che lo trasportano idealmente in nuove dimensioni. Caratteristica della band poi è l’uso di strumentazione esclusivamente acustica e di strumenti – per così dire – piuttosto originali (oltre al kazoo anche la washboard o una semplice bottiglia di vetro picchiettata con un martelletto di legno).
I Betta Blues Society sono:
Elisabetta Maulo: voce, kazoo, ukulele, washboard
Lorenzo Marianelli: dobro, ukulele, cori
Fabrizio Balest: contrabbasso, cori
Pietro Borsò: percussioni
Secondo ospite della serata il bluesman Cary Morin, nativo americano della tribù dei Crow (con i tipici tratti somatici della popolazione indiana d’America), anch’egli con la voce come qualità principale, che accompagnata dalla sua inseparabile chitarra, intona canti che rimandano indietro nel tempo creando una atmosfera suggestiva.
Numerosi i pezzi proposti ascoltati attentamente da un pubblico preparato ed entrato subito in sintonia con Cary Morin.
Non poteva mancare il finale con una session fra l’artista americano e la Betta Blues Society, in un pezzo concordato soltanto poco prima a cena ma mai provato insieme e con un risultato eccellente. Insomma uno scenario scarno ed essenziale ha fatto da cornice all’esibizione di Morin e della BBS che con la sola forza della musica e dell’interpretazione hanno entusiasmato il pubblico di Remanzacco.
L’unica nota dolente della serata è stata la scarsità del pubblico presente a riprova che è sempre più difficile fare cultura musicale e riempire anche un semplice auditorium pur proponendo musica di qualità.
Notizia e immagini: Dario Furlan