Omaggio a Emilia Vaglio. A quarant’anni dalla morte, avvenuta il 26 febbraio 1976, Mariagiovanna Grifi, sua diretta discendente, le dedica il libro “Chiamatemi Paola Riccora” (edizioni ilmondodisuk) che nel sottotitolo ne sintetizza la storia: “Come una signora dell’alta borghesia napoletana diventò commediografa di successo”. Il volume sarà presentato venerdì 18 marzo 2016, alle 17.00, alla Società Napoletana di Storia Patria (Maschio Angioino, piazza del Municipio, Napoli), nell’ambito dell’evento promosso dalla Luetec, “La Memoria Ritrovata”, alla sua quarta edizione. Introducono: Renata De Lorenzo (presidente della Società Napoletana di Storia Patria) e Fonte Maria Fralonardo (presidente nazionale Federuni). Con l’autrice, intervengono: Giulio Baffi (presidente dell’Associazione nazionale dei critici di teatro), Donatella Gallone, (giornalista e editrice), Manlio Santanelli (drammaturgo). Coordina, Maria Giovanna Romaniello, presidente della Luetec. Letture a cura di Mario Brancaccio e Tina Femiano. Musiche del maestro d’arpa, Gianluca Rovinello.
In poco più di 120 pagine, scritte con il cuore ma anche con la precisione della studiosa, l’autrice racconta lo straordinario percorso di una donna, che agli inizi del Novecento, nonostante sia sposata al noto avvocato Caro Capriolo, sostenitore del diritto d’autore, fondatore della Siae a Napoli, e abbia avuto da lui due figli, Renata e Gino, di cui è madre affettuosa, debutta sul palcoscenico del Teatro Nuovo, il 21 febbraio 1916 (un secolo fa) con “Nu mese ‘o ffrisco”, portata in scena dalla compagnia del Cavalier Pasquale Molinari. Una riduzione napoletanizzata di “Vingt jours à l’ombre” di Hennequin e Veber che firma con lo pseudonimo maschile Paolo Riccora, visto il contenuto scandaloso della pochade. Per rivelare poi, nel tempo, attraverso una serie di aneddoti, la sua identità femminile, facendosi riconoscere come Paola.
È talmente famosa nel 1932, apprezzata da un pubblico nazionale, che un giovane alto e magro, Eduardo de Filippo, con i fratelli Titina e Peppino, bussa alla sua porta di via Carlo Poerio, chiedendole di scrivere un testo per loro. Anche Raffaele Viviani si rivolgerà a lei per allargare i confini della propria notorietà. E sue commedie verranno interpretate dalle più rinomate compagnie dell’epoca in cui figurano attori del calibro di Carlo Pretolani, Dina Galli, Ettore Petrolini e Paola Borboni.
Intellettuale appassionata e femminista inconsapevole, stimata da Luigi Pirandello e Matilde Serao, omaggiata dalla penna di critici quali Renato Simoni, Vittorio Paliotti e Antonio Ravel, dopo la sua morte, Paola Riccora viene completamente, incomprensibilmente dimenticata.
Il libro mira a riportare alla luce la vita e l’arte di una donna scrittrice del secolo scorso, non solo per renderle onore, ma per contribuire a restituirle il posto che merita nella storia del teatro italiano.
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