Forse bastarebbe una dichiarazione come quella del Presidente degli Stati Uniti Barak Obama ” Ci ha fatto commuovere Ci ha fatto ridere, ci ha fatto piangere, ha donato il suo incommensurabile talento”, per riassumere la sorpresa e lo stupore con cui questa notte ci ha raggiunto la notizia della morte di Robin Williams. Ma a volte non esistono parole per ricordare un genio che ha completato con l e sue interpretazioni gli anni migliori della nostra vita. Tutti da semplici spettattori a stars del mondo dello spettacolo continuano in un tam tam affidato ai social pensieri e ricordi per esprimere il loro dolore misto a sgomento. Innumerevoli i ruoli ricoperti dall’attore, da “dottore a genio, da tata a presidente e tutto quello che c’è in mezzo”.Robin Williams è morto all’età di 63 anni. A comunicarlo è stato lo sceriffo della polizia
di Marin County in California. Non si conoscono ancora le cause ufficiali del decesso su cui sta indagando la polizia, ma si sospetta che l’attore premio Oscar si sia suicidato. Secondo lo sceriffo Williams l’attore è deceduto per asfissia, ma soltanto l’autopsia sarà in grado di dare una risposta certa. «Negli ultimi tempi combatteva con una grave depressione» ha spiegato la sua addetta stampa Mara Buxbaum. L’ultima volta che Williams era stato visto vivo era domenica sera alle 22. Protagonista di numerosi film, da «Good Morning Vietnam» a «Hook – Capitan Uncino» e «Mrs. Doubtfire», solo per ricordarne alcuni, Robin Williams ha vinto un Oscar nel 1998 come miglior attore non protagonista per «Will Hunting – Genio Ribelle» diretto da Gus Van Sant e con la sceneggiatura di Matt Damon e Ben Affleck. Lascia la moglie Susan Schneider , un figlio Zachary avuto dal primo matrimonio con la moglie Valerie, e due con Marsha Garces. Vincitore di un Oscar (1998) su 4 nomination, in molte pellicole ha duettato a fianco di grandi star, destreggiandosi con efficacia e dimostrando innate doti istrioniche.Nel marzo del 2009, in seguito ad un malore, ha dovuto rinviare quattro date del suo one-man show “Weapons of Self-distruction” (“armi di autodistruzione”). Le sue condizioni si sono aggravate a tal punto che il 5 marzo è stato ricoverato in terapia intensiva in un ospedale di Miami. Benché migliorato, l’11 marzo l’attore si è dovuto sottoporre a un’operazione di sostituzione della valvola aortica. Comunque la sua improvvisa scomparsa lascia un enorme vuoto nell’intero mondo del cinema statunitense e nei suoi fans.
Enrico Liotti
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