Oltre 50 appuntamenti distribuiti tra giugno, luglio e agosto per un’estate Folkest che festeggia i suoi 41 anni a tutta musica (ma non solo). Il festival – presentato oggi nelle sede della Fondazione Friuli in via Manin, Udine e alla quale hanno presenziato Stefano Mazzolini, Consigliere Regione FVG, Luciano Nonis, Direttore della Fondazione Friuli, Michele Zuliani, Assessore del Comune di Spilimbergo, Tatiana Pais Becher, Sindaco del Comune di Auronzo di Cadore, Maria Santoro del CRAF di Spilimbergo – si svolgerà attraverso 22 comuni del Friuli Venezia Giulia tra cui Sauris, Duino, Tramonti di Sopra, Pulfero, Romans d’Isonzo, Travesio, con alcuni significativi appuntamenti a Gorizia, Spilimbergo, Udine, la vicina Capodistria e, novità di quest’anno, Auronzo di Cadore.
Folkest gode degli importanti riconoscimenti e patrocini dell’UNESCO, del Ministero per gli Affari
Esteri della Repubblica Italiana, del Mibact – Ministero delle Belle arti e della Cultura della Repubblica Italiana, del Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia, della Presidenza della Regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli, dell’ARLeF, del Comune di Spilimbergo, del Comune di Udine, del Comune di Capodistria.
Gli artisti che animeranno i numerosi palchi di Folkest – evento che dalla sua fondazione ha posto l’attenzione alle musiche delle diverse etnie e culture – dal 20 giugno al 22 luglio provengono da tutto il mondo: Scozia, Serbia, Slovenia, Irlanda, Ungheria, Colombia, Austria, Repubblica Ceca, Argentina, Polonia, Bielorussia, Croazia, Bosnia, Inghilterra, Canada e Italia.
Tra gli ospiti di questa edizione, programmata dal direttore artistico Andrea Del Favero, il duo Shel Shapiro – Maurizio Vandelli nel ‘Love and Peace Tour’ (Udine, 9 luglio), l’intramontabile formazione della PFM (Capodistria, 20 luglio) impegnata nel ‘TVB-The very best tour’ (ingresso gratuito) e la cantautrice canadese Loreena McKennitt, star internazionale della musica folk che si esibirà il 22 luglio nel piazzale del castello di Udine.
«Dopo aver già annunciato i grandi nomi di questa edizione, che sono un po’ la nostra ciliegina sulla torta – spiega il direttore artistico Andrea Del Favero – è importante spiegare che Folkest è una realtà molto ricca che dal locale arriva al globale e viceversa. Come portiamo il grande nome nelle varie località così a seguire in quella stessa realtà suona anche il gruppo locale, mescolando gli elementi “esterni” con quelli della nostra regione e delle realtà coinvolte a cui si aggiungono gli incontri formativi “parole e musica” ai quali gli stessi artisti potranno aderire. Un progetto corale che propone musica, formazione, giovani talenti e grandi nomi».
Tra gli eventi importanti del festival la consegna del Premio alla Carriera che a partire dal 1996 Folkest ha assegnato, in ogni singola edizione, a chi abbia lasciato – nel corso della propria carriera artistica – un segno indelebile nella musica e nella società e che negli anni è stato attribuito, a partire da Ian Anderson dei Jethro Tull, ad artisti di grande calibro come Vecchioni, Noa, Branduardi, Ruggiero e Cristicchi. Quest’anno il premio sarà conferito a Nada l’8 luglio a Spilimbergo.
Portare la cultura dove c’è la gente, è stata fin dall’inizio l’idea fondante di Folkest, un festival multicolore nato grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e al fondamentale sostegno della Fondazione Friuli, a cui si affiancano i comuni e le organizzazioni locali delle varie località toccate e le cui scelte artistiche da anni hanno reso noto questo evento in tutta Europa confermandolo quale palcoscenico ideale per rivelare nuovi talenti all’occhio del pubblico europeo. Da qualche anno e in particolare in questa edizione, Folkest si rivolge ai giovani, essendo, tra l’altro, formato soprattutto da giovani: nella squadra organizzativa del festival, tolti alcuni storici protagonisti, la compagine vanta probabilmente la più bassa età media tra i vari festival regionali, a dispetto di un alto livello professionale messo in campo. Folkest promuove, inoltre, i giovani artisti italiani anche attraverso il Premio Folkest – Alberto Cesa e la circolazione dei nuovi artisti, oltre a contribuire alla loro formazione professionale di livello europeo, attraverso la collaborazione con Soma Festival (Irlanda), Colours of Ostrava e Ostrava Crossroads (Repubblica Ceca), Budapest Ritmo (Ungheria), Katowice festival (Polonia) e molti altri. Il Premio Alberto Cesa è pensato per valorizzare tutta quella musica che, al di là dell’essere classificata come folk, folk-rock, etnico, etno-jazz, world, new acoustic, minimalista, chitarristico, canzone d’autore, cantastorie, artista di strada (con prevalente attività musicale) sappia dare voce a una o più radici culturali di qualsiasi parte del mondo. La serata di presentazione dei quattro gruppi finalisti provenienti da Campania, Piemonte ed Emilia Romagna si terrà il 5 luglio a Spilimbergo in Piazza Duomo. Da quest’anno ogni gruppo si cimenterà in un brano della tradizione friulana. Le selezioni continueranno nei due giorni successivi sul palco di Torre Orientale, per poi concludersi nella serata finale di lunedì 8 luglio sul palco di piazza Duomo, dove avrà luogo la premiazione.
Il festival inoltre, rivela una particolare attenzione al sociale attraverso la collaborazione con la Cooperativa Itaca, la più grossa realtà regionale per numero di addetti e presenza sul territorio in quest’ambito. Ogni anno i ragazzi che fanno parte del laboratorio musicale curato dalla cooperativa stessa con il progetto “Capitano tutte a noi” (gruppo musicale nato nel 2013 a Pordenone e attualmente formato da sei componenti), propongono due concerti che quest’anno si terranno venerdì 28 giugno a Fiumicello Villa Vicentina e martedì 2 luglio a Madrisio di Fagagna.
Tra le novità 2019 c’è che Folkest approda in Cadore, con tre appuntamenti ad Auronzo. Il 3 luglio suoneranno gli Hoodman Blind (Scozia), giovane trio che trae ispirazione da brani musicali della Finlandia e della Svezia alternati a brani della tradizione irlandese (data prevista anche il 4 luglio a Colle di Pinzano al Tagliamento); il 10 agosto sarà la volta di una serata dedicata alla musica delle comunità delle aree ladine e friulane con i Na Fuoia, La sedon salvadie, Grop Tradizionâl Furlan e Carantan; il 25 agosto Alberto Grollo e Five Strings Quintet con “Sinfonia delle Dolomiti”, una lunga suite nata da suggestioni di matrice classica, ma che sfociano verso altri stili musicali in un viaggio immaginario attraverso boschi, vette, cenge, rifugi, paesi, un tributo allo splendore delle montagne in occasione, tra l’altro, delle celebrazioni del decennale della nomina delle Dolomiti a patrimonio dell’UNESCO.
Folkest come di consueto, si sposta per tre serate a Capodistria – grazie all’AIAS Capodistria, alla CAN e al Comune di Capodistria – a partire dal concerto dei MEF (Istria/Slovenia), il 16 luglio a Palazzo Gravisi-Buttorai, sede della Comunità Italiana. A seguire suoneranno il 19 luglio in Piazza Carpaccio, gli Irdorath (Bielorussia), gruppo che propone una musica senza confini di generi, con influenze varie, dove l’idea del fantasy è stato il punto di partenza sviluppato strumentalmente da due cornamuse. Il duo si è poi allargato alla formazione attuale che vede: violino, batteria, strumenti a corda, ghironda, tastiere, flauti e didgeridoo. Il 20 luglio, infine, gli attesissimi PFM (Italia), ingresso gratuito.
Ad aprire il programma di Folkest il 20 giugno ad Arzene – suoneranno poi anche il 21 giugno a San Giovanni d’Antro (Pulfero) e il 22 giugno a Redona (Tramonti di Sopra) – saranno i Baile, una giovane band scozzese dell’area di Glasgow che ha incentrato il proprio progetto musicale sul suono delle scottish border pipes e dei flauti in un continuo dialogo con chitarra e bodhran. Dopo aver colpito fortemente il pubblico con la loro esibizione del 2017 al Celtic Connections Festival Club, sono seguiti la pubblicazione del loro primo EP su Claytara Records e alcuni tour in Scozia, Olanda, Italia e Svizzera.
In programma il 21 giugno a Duino Aurisina (Trieste) nel cortile del Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico la formazione serbo italiana Ajde Zora, una carovana musicale per esplorare i Balcani, attraverso danze frenetiche e ballate struggenti delle popolazioni gitane con sei musicisti e la cantante serba Milica Polignano. Con lei nasce l’idea di estendere il repertorio tradizionale balcanico affiancandovi movimentati e malinconici pezzi della tradizione rom dell’Est Europa e riarrangiando musiche tradizionali .
Sabato 22 giugno a Toppo di Travesio e il 23 giugno a Sauris sarà la volta dei Noreia Fusion, gruppo sloveno che dopo un periodo dedicato alla musica irlandese e bretone, ha creato un unico formidabile mix tra la musica celtica e le tradizioni della loro terra d’origine.
A Romans d’Isonzo il 25 giugno arrivano i noti musicisti triestini della Maxmaber Orkestar, con la loro proposta di un viaggio attraverso la tradizione popolare dell’Europa orientale e del Mediterraneo: klezmer, vecchie canzoni italiane e jugoslave, valzer e mazurke, musica rom, sevdalinke bosniache, danze dalla Serbia e dalla Macedonia si intrecciano in un sound allegro e malinconico allo stesso tempo insieme a brani originali, cantati in dialetto triestino. Il gruppo si sposterà poi a Fiume Veneto il 28 giugno.
Il 26 giugno a Vergnacco (Reana) sarà la volta del Random Quartet, quartetto d’archi originale e versatile che spazia dalle canzoni pop, e brani folk fino alla musica rock e metal, mentre giovedì 27 a Cassacco, il 29 giugno a Flaibano e il 30 giugno ad Aquileia degli irlandesi TwoTime Polka, un’esplosiva miscela di cajun, bluegrass, rock’n’roll, sestetto dove spicca l’indiavolato mandolino di Ray Barron che ha più volte scalato le classifiche irlandesi delle radio e vinto il Best Musical Act. Sempre il 27 giugno a Papariano (Fiumicello Villa Vicentina) dopo i Capitano tutte a noi (concerto della Cooperativa Itaca che si terrà anche a Madrisio di Fagagna il 2 luglio) sarà l’occasione per ascoltare gli ungheresi Drakula Twins duo composto da János Hasur, l’eclettico violinista, che fu per anni nella Teather Orchestar di Moni Ovadia, e Mihály Huszár, anche lui nei Vizöntő, che finì per suonare basso e contrabbasso in un tour europeo con Angelo Branduardi.
Il 28 giugno a Cercivento, il 29 giugno ad Artegna e a San Giorgio della Richinvelda il 30 giugno, arrivano i Sonas, formazione dell’Irlanda del Nord, costituita da alcuni tra i più interessanti giovani talenti dell’Ulster, vincitori di diversi concorsi e di un All Ireland Young Championship. Sempre il 28 giugno a Tricesimo gli italo colombiani Mestison che proporranno brani caratteristici della costa caraibica colombiana, riarrangiati in chiave moderna e con influenze reggae e funky, usando la lingua spagnola e indigena di San Basilio de Palenque.
Il mese di luglio si aprirà lunedì 1 con il concerto a Gorizia dei Donauwellenreiter, gruppo austriaco la cui musica è contaminata da elementi jazzistici e moderni e dagli echi di musiche e delle culture danubiane; spicca la voce e il violino di Maria Crafonara – insieme a Thomas Castañeda, pianoforte, Jörg Mikula alla batteria e Lukas Lauermann al violoncello – che spazia dalla musica di Mozart ai canti tradizionali ladini della sua terra. I primi tre album li hanno posti all’attenzione di un pubblico specializzato in tutt’Europa, fino al successo del recente album tributo al grande Gianmaria Testa, artista di culto nei Paesi di lingua germanica.
Il 2 luglio a Fagagna e il 3 luglio ad Auronzo di Cadore come già annunciato suoneranno gli Hoodman Blind, mentre il 3 luglio a Dignano e il 4 luglio a Prato Carnico il Lewis McLaughlin Trio; lui giovane folksinger e pluristrumentista di Leith(Edinburgo), cresciuto a diretto contatto con le tradizioni musicali scozzesi, risente dell’influenza di John Martyn, Bon Iver, Tom Waits e Dylan. Dal vivo le sue chitarre si mescolano con le fisarmoniche e il violino di Ewen White e Alastair Hambrey in una entusiasmante miscela di brani tradizioni alternate a nuove canzoni e composizioni.
Folkest non è solo musica ma anche libri, cinema e incontri di approfondimento denominati “Parole e Musica” che si terranno a Spilimbergo a partire dal 6 luglio e incentrati sui diritti degli artisti con l’avv. Emanuela Teodora Russo (Nuovo Imaie); approfondimenti sul ruolo degli agenti di spettacolo e le reti europee impegnate nella distribuzione di musica con Daniel Spizzo e Sabina Schebrack, ma anche sulla storia culturale della canzone italiana, con Maurizio Bettelli Jacopo Tomatis, a cui va il nuovoPremio Letterario Folkest Parole e Musica 2019; Cultural Heritage Project al Laboratorio Elettra – Luce di sincrotrone e antichi violini, incontro con Franco Zanini e Daniela Picoi; uno su Fabrizio De André raccontato da amici e colleghi, con Enzo Gentile e Giulio Casale, e sugli strumenti e le orchestrine della musica popolare in Friuli con Andrea Del Favero e Angelo Floramo. Si proseguirà con un focus su Ribelli e ostinati – I suoni del ’68, con Felice Liperi e Maurizio Bettelli. Tra gli incontri anche A un metro dal palco. Autobiografia di un promoter con Vincenzo Spera (Assomusica) e Nicola Angeli (Folk Bulletin) e la proiezione del film RADICI, il viaggio meraviglioso di Lomax e Carpitella, di Luigi Monardo Faccini, da un’idea di Marina Piperno, prodotto dall’Istituto Luce Cinecittà, con la collaborazione preziosa dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia, distribuito dall’Istituto LUCE Cinecittà.
Tra gli eventi a Spilimbergo il 6 luglio in Piazza Duomo dopo il concerto dei Bluegrass Stuff, sarà la volta del progetto musicale Tomat Band, nato da un’idea di Davide De Lucia, Flavio Paludetti, Andrea Del Favero e Cristian Cecchetto come omaggio alla figura del cantante e musicista inglese Sir Elton John.
Collaborazioni a Spilimbergo e collaborazioni con le TV
Oltre al rapporto ormai consolidato con l’Amministrazione comunale di Spilimbergo, Folkest ha trovato da alcuni anni un partner significativo per portare avanti nuovi progetti comuni, nell’Associazione Gottardo Tomat, con la quale si proporrà per il terzo anno, una produzione originale dedicata ad un grande artista internazionale. Con Spilimbergomusica, associazione impegnata nel campo dell’aggregazione giovanile inizia invece, da quest’anno una collaborazione di qualità che vedrà i soci dell’associazione stessa affiancare Folkest nella gestione degli incontri di approfondimento culturale e nell’accoglienza degli artisti presenti al festival.
Sempre quest’anno, e grazie al suo direttore Luca Giuliani, è iniziata anche la collaborazione con il CRAF, la più importante realtà regionale nel campo della fotografia come testimonia la presenza musicale di Folkest alle giornate delle premiazioni spilimberghesi del CRAF il 29 giugno, dove saranno presenti numerosi fotografi che potranno riprendere gli eventi musicali da diverse angolature. Il CRAF «è lieto di annunciare la collaborazione con Folkest – ha dichiarato Luca Giuliani del CRAF – in occasione dell’apertura della 33esima edizione del Festival Friuli Venezia Giulia Fotografia. Abbiamo scelto di aprire la nostra rassegna alle contaminazioni musicali di un festival storico almeno quanto il nostro Centro. Uniamo sinergicamente le forze per dare alla città di Spilimbergo nuove opportunità culturali e turistiche». Il 29 giugno ore 19.30 in Corso Roma – Torre Orientale il CRAF e Folkest pruomuoveranno assieme per la prima volta due ore di intrattenimento musicale con LUNE TROUBLANTE: «L’appuntamento si intitola Swing ‘n Dream ed è ispirato al tema della mostra “Mapa de suenos latinoamericanos” che il CRAF ospita a Palazzo Tadea dal 29 giugno al 18 agosto – sottolinea – si tratta del progetto fotografico di Martìn Weber, artista argentino, cui consegneremo il prestigioso International Award of Photography». Musica e fotografia rappresentano assieme al mosaico i fiori all’occhiello della città di Spilimbergo sui quali l’amministrazione dimostra particolare attenzione: «Questa prima collaborazione tra CRAF e Folkest è particolarmente importante – commenta il presidente del CRAF e sindaco di Spilimbergo Enrico Sarcinelli – significa valorizzare il nostro patrimonio culturale attraverso la condivisione di conoscenze ed esperienze diverse».