Sabato 16 maggio le strade di Concordia Sagittaria sono state attraversate da uno speciale “fiume” di camicie azzurre. Non si è trattato ovviamente di un’esondazione, ma di una particolare passeggiata aperta al pubblico e organizzata dal Gruppo Scout Agesci Concordia 1-Clan Luna Nuova & Sacro Graal. I partecipanti si sono riuniti alle 15:00 presso l’Oratorio “Santo Stefano” e hanno dato il via a un doppio serpentone che ha attraversato la città per poi ricongiungersi in Sala Rufino: il tutto a cavallo di una carrozzina o simulando diverse difficoltà motorie. L’iniziativa pubblica è stata realizzata per spingere la collettività a riflettere su cosa significa vivere la quotidianità, quando si devono fare i conti con qualcosa che quotidiano non è. La disabilità, le difficoltà che insorgono con l’avanzare dell’età o il peso del portare una vita in grembo sono condizioni che costringono a ripensare quei percorsi di tutti i giorni che spesso si tendono a dare per scontati.
«L’evento ha preso spunto dall’esperienza della Route Nazionale che abbiamo affrontato quest’estate a San Rossore, vicino a Pisa – spiega una delle giovani organizzatrici – Da lì abbiamo intrapreso un percorso che ci ha portato a riflettere sul coraggio di amare. Questo coraggio passa anche attraverso una maggiore attenzione nei confronti del prossimo. Abbiamo deciso quindi di organizzare un’attività che permettesse di provare in prima persona cosa significa camminare “con le scarpe degli altri”. L’obiettivo non è stato puntare il dito e addossare delle responsabilità, ma far veder quanto a volte le vere barriere architettoniche non stiano fuori, ma dentro di noi».
Dopo la passeggiata, tutti i presenti si sono riuniti per riflettere sull’esperienza vissuta, guidati dalla testimonianza di due persone costrette in carrozzina che hanno spiegato alcune delle difficoltà che si possono incontrare nel vivere la città e invitato i più giovani a trovare il coraggio di farsi carico, senza deleghe, delle proprie battaglie.
L’iniziativa ha riscosso numerosi consensi tra cui anche quello dell’associazione portogruarese Arca93, impegnata da oltre vent’anni sul fronte della disabilità. L’auspicio è che occasioni come questa abbiano modo di ripetersi e di raggiungere il maggior numero possibile di persone, stimolando una nuova cultura della diversità fondata su un senso di unità civica e, soprattutto, umana.
Massimiliano Drigo