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CONTRO L’OMOFOBIA, IL CORAGGIO DEI FIGLI DI GENITORI OMOSESSUALI FRIULANI

17 maggio: Giornata Internazionale contro l’omofobia 

Quasi 1000 manifesti affissi in 18 comuni del Friuli per dire no all’omofobia

Dopo i famosi baci gay, la nuova provocazione creativa di  Arcigay Friuli e Arcilesbica Udine con una nuova campagna manifesti innovativa mai vista fino ad ora in Italia e che ha ottenuto i patrocini di Regione Fvg, Provincia di Pordenone e dei Comuni di Udine e Pordenone

Deperu: “Combattere l’omofobia significa anche portare alla luce del sole le realtà quotidiane che riguardano gay e lesbiche come i genitori omosessuali e il loro diritto alla genitorialità”

Il 18 maggio a Udine e il 20 maggio a Pordenone due conferenze per parlare in pubblico di omogenitorialità

Un modo per “rompere il silenzio su situazioni familiari diffuse, anche in Friuli”. Un modo “per combattere l’omofobia portando alla luce del sole le realtà quotidiane che riguardano gay, lesbiche e transessuali”.
Così Arcigay Friuli e Arcilesbica Udine presentano la nuova campagna manifesti pensata quest’anno per ricordare il 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia. Una campagna che ha ottenuto il patrocinio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, della Provincia di Pordenone e dei Comuni di Udine e Pordenone
Sui quasi 1000 manifesti che saranno affissi nei prossimi giorni nelle vie e nelle piazze di 18 comuni friulani campeggiano le foto di Nadia con il suo papà gay Stefano Miorini di Spilimbergo (Pn) e di Davide con la sua mamma lesbica Yvette Corincigh di Venzone (Ud), fotografati da Euro Rotelli. Sotto i testimonial della campagna le scritte “Mio papà è gay e non sa piegare i calzini, come tutti i papà” o, nell’altra versione, “Mia mamma è lesbica e rompe le scatole come tutte le mamme”, affiancate entrambe dallo slogan “il valore delle famiglie friulane”, dove famiglie è volutamente declinato al plurale.
“Questa campagna – spiega il presidente di Arcigay Friuli “Nuovi Passi”, Giacomo Deperu – rompe il silenzio su situazioni familiari diffuse, anche in Friuli e sul diritto alla genitorialità. Yvette e Stefano in questi manifesti sono orgogliosi del coraggio dei propri figli; e Nadia e Davide orgogliosi del coraggio dei loro genitori omosessuali. Insieme, con consapevolezza e determinazione, dicono no alle discriminazioni e all’omofobia”. 
Nel 2010 i baci gay made in Friuli contro l’omofobia pensati sempre da Arcigay e Arcilesbica friulani, avevano varcato i confini regionali facendo parlare di sé tutta l’Italia. L’anno successivo le due coppie erano diventate addirittura l’immagine simbolo della campagna nazionale di Arcigay. Ma da quel bacio, simbolo di amore e di diritti, nascono delle nuove famiglie. Famiglie friulane, appunto, protagoniste di questa nuova iniziativa che fin’ora non ha pari in Italia e, probabilmente, nemmeno nel resto d’Europa. Fino a questo momento, infatti, dei figli maggiorenni di genitori omosessuali non avevano mai prestato i loro volti per una campagna di sensibilizzazione sul tema dell’omogenitorialità.
Combattere l’omofobia – prosegue Deperu – significa anche portare alla luce del sole le realtà quotidiane che riguardano gay e lesbiche. Da secoli le persone omosessuali sono genitori, un tempo nascosti all’interno della ‘famiglia tradizionale’ per paura di una società ostile, oggi in prima fila a rivendicare il loro diritto alla genitorialità, un diritto innato in qualsiasi essere umano”.
Ecco perché la campagna manifesti vuole dare voce e volto a tutto un “sommerso omogenitoriale” che non viene mai preso in considerazione e che dimostra che genitorialità e omosessualità non sono un “connubio” moderno, ma esistono da sempre e che oggi, grazie alle “famiglie arcobaleno” composte da entrambe i genitori omosessuali, sono una realtà sempre più presente nella nostra società.

Le affissioni in 18 comuni del Friuli
Quasi mille, si diceva, i manifesti che saranno affissi 18 comuni delle province di Udine e Pordenone. Più precisamente i nuovi manifesti per dire no all’omofobia sbarcheranno a Udine, Pordenone, Aquileia, Cervignano del Friuli, Cividale, Codroipo, Cordenons, Gemona, Latisana, Maniago, Palmanova, Pavia di Udine, Pradamano, Remanzacco, Rivignano, San Daniele del Friuli, Spilimbergo e Tolmezzo.

Le associazioni che hanno contribuito alla campagna
Se molti saranno i comuni dove i manifesti troveranno posto, tante sono state le associazioni del territorio che hanno voluto contribuire alla realizzazione dell’iniziativa. “Una vera e propria gara di solidarietà per sostenere la campagna – continua Deperu insieme con la presidentessa di Arcilesbica Udine, Lisa Del Torre – di cui non possiamo non sentirci orgogliosi. Per questo motivo a tutte le associazioni che ci hanno sostenuto va il nostro più sentito ringraziamento”. Alla campagna hanno aderito e contributo ARCI Comitato Territoriale Udine, ARCI PELAGO Cordenons, Rete Lenford, Cooperativa Damatrà, Certi Diritti, Associazione Universitaria IRIS, Famiglie Arcobaleno, Rete Genitori Rainbow, Agedo FVG, Circolo Arci MIS(S)KAPPA, Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica TS e GO.

Le conferenze
Ad aprire la campagna manifesti, Arcigay e Arcilesbica hanno anche organizzato due momenti pubblici per parlare del tema dell’omogenitorialità e per ricordare, allo stesso tempo, la lotta all’omofobia.
Sabato 18 maggio alle 17.30 in sala Ajace a Udine sarà la volta della conferenza “La gaia famiglia”, nome preso in prestito dall’omonimo titolo del libro di Margherita Bottino che verrà presentato al pubblico in sala. Al fianco della nota psicologa triestina siederanno anche i presidenti di Arcigay Friuli, Giacomo Deperu, e di Arcilesbica Udine, Lisa Del Torre, oltre ai due genitori protagonisti dei manifesti. In collegamento Skype ci sarà anche la moglie e mamma lesbica friulana Adele Palmeri, residente a Bruxelles (Belgio) e che racconterà la sua paradossale storia di genitore non riconosciuto in Italia.
Il libro di Margherita Bottino e il tema della conferenza verranno proposti anche a Pordenone nel corso di una incontro pubblico in programma lunedì 20 maggio alle 20.45 presso la sala Degan della biblioteca civica di Pordenone.

 

Rudi Buset
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About Rudi Buset

Pubblicista iscritto all'Albo dei giornalisti dal 2013 Diplomato presso l’ITC Einaudi nel 2007, lavora presso una carpenteria leggera artigiana. Impegnato nel sociale e in politica, da anni collabora con diverse realtà del suo territorio con particolare attenzione al mondo dell’associazionismo. Appassionato di tutto ciò che riguarda l’uomo in quanto “animale politico” oltre che allo sport (in primis il calcio).

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