Da domani al 4 marzo, alla Galleria Tina Modotti (ex mercato del pesce) a Udine, si terrà la mostra fotografica “Nome in codice: Caesar”, già esposta al “Palazzo di Vetro” dell’ONU, al Memorial dell’Olocausto a Washington, al Parlamento Europeo di Strasburgo, a Westminster, a Parigi, Boston, Dublino, Roma Sala Spazio del Museo Maxxi, Napoli Castel dell’Ovo e in molte altre città.La mostra è una selezione di 30 fotografie scattate da “Caesar”, pseudonimo che protegge l’identità di un ex fotografo della polizia militare del regime siriano, il cui incarico, dal 2011, era di fotografare i corpi delle persone morte nei centri di tortura di Damasco. Dal maggio 2011 all’agosto 2013, Caesar ha fatto copie delle 53.275 immagini su chiavette USB, e poi ha disertato, portando con sé in Occidente quelle fotografie. Si tratta di migliaia di Giulio Regeni siriani morti sotto tortura in Siria.Human Rights Watch, nel suo rapporto in merito a tale materiale, si concentra su 28.707 fotografie, che raccontano la storia delle torture subite da 6.786 detenuti poi morti, le restanti fotografie mostrano invece corpi di soldati governativi, di combatte ti ribelli, o di civili morti per esplosione.Le fotografie sono state attentamente visionate e verificate da una squadra di esperti e inquirenti indipendenti. Il dossier è stato affidato a uno studio legale londinese, che ha avuto l’incarico di effettuare una perizia sulle fotografie e verificare l’attendibilità della fonte. Lo studio legale si è avvalso anche di due giuristi di fama internazionale, David Crane e Desmond de Silva, succeduti alla direzione del Tribunale speciale per la Sierra Leone che ha giudicato e condannato il presidente liberiano Charles Taylor per crimini di guerra e contro l’umanità.
Desmond de Silva si è espresso in questo modo: “Evocano le foto dei sopravvissuti ai campi di concentramento nazisti (…). Si tratta senza ombra di dubbio di prove sufficienti a intentare un procedimento per crimini contro l’umanità”.
La mostra è promossa da Amnesty International, FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), FOCSIV (Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario), Unimed (Unione delle Università del Mediterraneo), Un ponte per… e Articolo 21.L’inaugurazione sarà preceduta, da una presentazione che si terrà alla Sala Ajace del comune di Udine, domani alle 15.30. A tale incontro interverranno diverse personalità e ospiti, sarà presente l’ex detenuto sopravvissuto alle torture Mazen Alhummada, il giornalista italo-siriano Fouad Roueiha, e via skype o con una registrazione video l’avvocato Mazen Darwish direttore del “Centro Siriano per i Media e la libertà di espressione”(Scm). Modera Alberto Savioli, archeologo con esperienza in Siria e Iraq.