Dal 20 al 22 novembre, al Te.Co. – Teatro di Contrabbando debutterà L’eco di Maurizio Palumbo con Antonio Buonanno e con la partecipazione di Sara Missaglia (voce off). Il dramma affronta il difficile tema della separazione coniugale, riportando in particolare il punto di vista dei padri divorziati.
L’autore ha raccolto vari racconti di uomini che sentono la mancanza della quotidianità con i propri figli che nella maggior parte dei casi i giudici affidano alle madri.
Note di regia : “Se potessi esprimere un solo desiderio nella mia vita, chiederei di ritornare a fare il padre, come una volta” – Stefano, 57 anni, operaio. Ogni 1.000 matrimoni celebrati nel nostro Paese, 311 finiscono con una separazione. Quasi sempre, dopo la fine di un matrimonio, i figli vengono affidati alla madre ed i padri sono obbligati a lasciare la casa coniugale. L’eco nasce appunto da racconti di padri divorziati, che perdono molto di più che un rapporto di coppia: sono uomini che smarriscono il loro diritto alla paternità… È la storia di un papà separato, e del suo bambino, che affronta una guerra tra giudici, avvocati, assistenti sociali, tentando in ogni modo di mantenere il proprio rapporto affettivo col figlio… È il dramma appassionato di un padre che lotta, combattendo soprattutto contro gli inevitabili dubbi e domande che un bambino di pochi anni si pone quando le sue certezze crollano, la famiglia si sgretola, e mamma e papà non si abbracciano più. Lo spettacolo pone l’accento sul meccanismo giuridico che, una volta innescato al fine di trovare soluzioni a conflitti e vicende umane, finisce per schiacciare gli affetti e la vita delle persone, essendo per sua stessa natura freddo, cinico, distante dalla sfera emozionale. Ma come reagire quando ci si trova sul fondo del baratro? Cedere alle negatività, o continuare a lottare?!? Buttarsi a capo chino come un don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento della burocrazia, o rassegnarsi all’inevitabile sconfitta? Gli umani la chiamano eco ma in realtà è la vita: quello che ci metti dentro ti torna… (Antonio Buonanno)