Dal 22 al 24 aprile, Il Teatro Nel Baule porta in scena al Nuovo Teatro Sanità lo spettacolo Desidera, vincitore dell’Avviso Pubblico, che il teatro di piazzetta San Vincenzo dedica ogni anno alle compagnie under 35, per dare un’opportunità ai giovani teatranti di trovare uno spazio per esprimere nuove idee creative. Desidera si ispira alle storie semplici di Saint Exupéry: un uomo che sogna di fare l’aviatore, una storia d’amore che c’entra con il volo e con una donna. Un uomo sogna di elevarsi attraverso l’amore, ma se è vero che l’uomo può elevarsi, allo stesso modo rischia di precipitare. Teatro nel Baule indaga il tema dell’assenza e della mancanza che muovono il desiderio e lo fa attraverso uno spettacolo che è quasi del tutto senza parole. La compagnia si dedica da anni e con passione al teatro di ricerca.
Un uomo anziano seduto al tavolo ricorda. Il luogo è quello della memoria, il suo racconto non procede per linee ma per frammenti, rimandi, dissolvenze e immagini. Il desiderio di ritrovare il suo passato, la donna perduta, lo spinge a iniziare una ricerca che, su basi scientifiche, gli consenta di tornare indietro nel tempo e ritrovare il suo mondo perduto.
Ombre e fogli si muovono tra gli oggetti, in mezzo alle cose dimenticate, tra gli incartamenti di motori, il letto bianco e la radio mentre suona un valzer sommesso, come un ricordo portato dal vento e, tra le ceneri del tempo, un aeroplanino di carta vola.
A proposito del lavoro in scena il prossimo fine settimana al Sanità, nelle note di regia si spiega: «Sidera in latino significa “stelle”, il De privativo che lo anticipa implica una mancanza, un’impossibilità, ma allo stesso tempo indica il moto verso quegli astri, verso ciò che è necessario alla vita. Il desiderio è attesa di raggiungere la propria stella, ma è anche scelta; il fuoco del desiderio va nutrito, altrimenti nessuna stella brillerà nel firmamento e nessun volo verso un altrove agognato sarà possibile.
Ci siamo ispirati alla figura dello scrittore e aviatore Antoine Saint Exupéry e alle storie da lui raccontante. Una storia semplice, quella di un uomo, un uomo che sognava di fare l’aviatore. Una storia d’amore con il volo e con una donna».
“Ho sempre negli occhi l’immagine della mia prima notte di volo in Argentina. Una notte d’inchiostro. Ma in quel nulla, appena luminose come stelle, le luci degli uomini sulla pianura. Ogni stella laggiù indicava che nel cuore della notte si rifletteva, si leggeva, si scambiavano confidenze. Ogni stella, come un fanale, segnalava la presenza di una coscienza umana. In quella forse si meditava sulla felicità degli uomini, sulla giustizia, sulla pace. Sperduta in quel gregge di stelle, era la stella del pastore. In un’altra forse si entrava in comunicazione con gli altri, si facevano lunghi e spossanti calcoli sulla nebulosa di Andromeda. Altrove, si amava. Dappertutto nella campagna ardevano fuochi che reclamavano il proprio nutrimento, persino i più umili, quello del poeta, del maestro, del falegname. Ma tra quelle stelle viventi quante finestre chiuse, quante stelle spente, quanti uomini addormentati.. Bisogna tentare di raggiungersi, bisogna cercare di comunicare con qualcuno di quei fuochi che bruciano lontano nella campagna..”
(Antoine de Saint-Exupéry)