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“DIPINGERE IL MISTERO. L’ARTE DELLA FEDE OGGI”, UDINE 18 SETTEMBRE

Dipingere il Mistero. L’arte della fede oggi, è la mostra – idealmente parallela alla proposta artistica lanciata dalla Santa Sede alla Biennale di Venezia di quest’anno – che verrà inaugurata dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, alle ore 18:30 di mercoledì 18 settembre nella Chiesa di Sant’Antonio Abate a Udine e propone, fine al 20 ottobre, la scoperta sorprendente di quanto l’amicizia tra la fede e gli artisti contemporanei sia viva e feconda: una selezione di ventiquattro opere da tutta Italia, dipinte da undici artisti – nove dei quali italiani, un ungherese e un giovane talento russo – capaci di impressionare per la qualità tecnica della pittura, per l’intensità drammatica delle emozioni che impregnano le tele, per la ricerca spirituale di autenticità – contro ogni retorica dello scontato e della provocazione – per il desiderio di ricostruire e proporre un nuovo canone di bellezza e per la genialità nel reinterpretare in modo innovativo le iconografie antiche, pur riuscendo a custodirne l’eredità.  Le opere portano le firme di artisti – molti dei quali assai giovani e tanto dedicati all’arte quanto sinceramente appassionati alla fede – ormai affermati tra i principali pittori della stagione presente: Oleg Supereco (Mosca), Ádám Kisléghi Nagy (Budapest) e gli italiani Agostino Arrivabene, Amedeo Brogli, Aurelio Bruni, Piero Casentini, Roberto Ferri, Giovanni Gasparro, Luigi Mor, Rocco Normanno, Ezio Pollai. Tra i possibili linguaggi, la mostra Dipingere il Mistero sceglie quello della pittura contemporanea, proponendo così la prima tappa di un percorso che intende proseguire di anno in anno, passando attraverso la scultura, l’architettura e gli altri linguaggi che tentano di dire in forme attuali l’attualità dell’annuncio cristiano. All’interno del vasto panorama della pittura contemporanea, l’esposizione seleziona in particolare opere di carattere figurativo, fino a giungere al confine con l’informale e l’astratto, per riflettere prima di tutto su quel tipo d’arte che più si addice ai luoghi e alle dinamiche del culto. La Pastorale della Cultura e l’Ufficio diocesano per i Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Udine hanno pensato così a questa mostra “come un esempio di una ormai ricca e interessante produzione di arte religiosa del nostro tempo, per lo più ancora largamente ignorata, ispirata dalla fede cattolica”, spiega Mons. Sandro Piussi, direttore dell’Ufficio per i Beni Culturali della diocesi udinese: “la mostra ben si inserisce in quei Percorsi per l’architettura e l’arte sacra in Friuli che da alcuni anni, e in vari modi, si propongono di attivare nella nostra Arcidiocesi occasioni capaci di favorire una sempre migliore sintonia e collaborazione tra la committenza e l’artista, chiamato a sentire e progettare opere che siano segni ed eco del Mistero incarnato”. L’esposizione è curata e realizzata dal Comitato di San Floriano di Illegio – incaricato di attuare le mostre d’arte dell’Anno della Fede dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione – come iniziativa voluta dall’Arcidiocesi di Udine e dal Comune di Tolmezzo, che negli ultimi due mesi ha ospitato in anteprima le opere a Palazzo Frisacco.

 

La mostra si snoda attraverso cinque momenti spirituali e artistici. Anzitutto si introduce il tema del rapporto tra bellezza e rivelazione e tra arte e cristianesimo, mostrando  – ad esempio in un’opera come la Pietà, di Oleg Supereco – come i canoni classici dell’arte cristiana siano ancora oggi reinterpretabili in modo toccante, attento al contenuto di fede e al tempo stesso capace di sorprendere per novità di impostazione –. Poi, quasi per contrasto, si affronta la questione dell’emancipazione dalle antiche abitudini iconografiche – come ne La visione di Irene, di Agostino Arrivabene –, che nasce dal desiderio di narrare con maggiore autenticità spirituale ciò che le abitudini formali del passato rischiavano di nascondere progressivamente. Quindi, si presenta l’intensità di una pittura che s’avvicina allo slancio mistico e alla drammaticità spettacolare della stagione barocca – come ben attesta, ad esempio, il dipinto La donna vestita di sole, di Giovanni Gasparro –. Un ulteriore momento del percorso volge lo sguardo alla “discendenza artistica” di Caravaggio, che anche oggi cerca di rendere nella potenza del chiaroscuro e in un realismo formale l’impatto tra grazia divina e vita umana, insieme al fascino della santità – così il San Francesco riceve le stigmate, di Aurelio Bruni –. Ultimo cenno della mostra è per la pittura che essenzializza forme e tratti e materie, alla ricerca di una semplicità mistica che conduce per mezzo del visibile sulla soglia dell’invisibile – ad esempio, Preghiera, di Luigi Mor –. La mostra nasce come frutto dell’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI, iniziato con il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II (11 ottobre 1962) e tutt’ora in atto, con l’apporto della nuova enciclica Lumen Fidei appena firmata da Papa Francesco. Quella luce della fede, di cui parla il documento pontificio, si irradia non solo attraverso la missione secolare della Chiesa, ma anche nel grandioso patrimonio di opere di ogni genere d’arte che il cristianesimo ha generato nel tempo, stimolando di epoca in epoca talento e creatività. Anche oggi – è il primo messaggio della mostra Dipingere il Mistero – continua questo rapporto di reciproca vicinanza: la Chiesa affida agli artisti la missione di dire il Vangelo per immagini, gli artisti trovano nell’esperienza della fede una sorgente potente e sempre attuale di ispirazione. La mostra Dipingere il Mistero è realizzata dal comitato di San Floriano di Illegio con la Pastorale della Cultura e l’Ufficio diocesano per i Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Udine in collaborazione il Museo Diocesano, la Provincia di Udine e la Camera di Commercio di Udine.

 

Orari della mostra nella Chiesa di Sant’Antonio Abate, Udine:

Apertura tutti i giorni, ore 10.00 -13.00 / ore 15.00 -18.00

 Ingresso: gratuito

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