Sarà inaugurata domani, giovedì 20 febbraio, alle ore 18.00, nella sala comunale d’arte di piazza dell’ Unità d’Italia 4 a Trieste, la personale di scultura di Alessandra Spigai, dal titolo “Muse Interiori”, curata da Peter Iancovich per OpenUpArtGallery. Testo critico di Maria Campitelli.
Figure misteriose e dense di significato, rappresentanti dei numerosi strati emozionali che costituiscono l’essere umano. Un selezionato e variegato insieme di personaggi che sembrano provenire da un passato classico di un tempo indefinito e giungere contemporaneamente da un ipotetico futuro visionario, dove gli stati d’animo come la grazia, il coraggio, la contemplazione, l’alterigia, trovano la loro forma fisica in figure diverse, in espressioni conformazioni e dettagli a volte provocatori, a volte ironici, a volte riflessivi. Sono le varie sfaccettature dell’essere, i compromessi e le vergogne, ciò che ci rende orgogliosi e ciò che rifuggiamo, parti di noi che sono uomo e donna, adulto e bambino, guerriero e custode. Sono le parti delicate e quelle intense, nascoste e conviventi di noi stessi, e il riconoscerle e celebrarle è il fine della ricerca di Alessandra Spigai.
“E’ stupefacente il processo operativo di Alessandra Spigai. Dalla grafica, dalla fascinazione dei caratteri tipografici di legno per comporre un testo, che appartengono ad un mondo scomparso soppiantato dal progresso tecnologico – e che le hanno ispirato dei lavori – all’improvviso sente il bisogno di dover costruire qualcosa che s’impianta nello spazio. Di manipolare la materia, di dar forma a dei corpi, a dei volti, insomma di fare scultura. Ma la cosa ancor più sorprendente è che in questa improvvisa vocazione sente la necessità di esprimersi con modalità che si potrebbero definire tardo ottocentesche o del primo novecento Liberty. Sembra che i suoi modelli siano Vincenzo Gemito, o il più sfatto ed impressionista Medardo Rosso. In realtà non è così. In queste forme dal taglio fuori tempo – ognuno è libero di scegliersi le forme che preferisce, la libertà è la piattaforma primaria dell’arte, ma ugualmente stupisce questo involontario anacronismo – Alessandra Spigai cala dei sentimenti, delle problematiche che attraversano l’umanità di sempre, ma che oggi si configurano con una diversa tensione. C’è una dicotomia tra forma, meglio tra apparenza epidermica e contenuto. La prima appartiene alla storia, il secondo s’immerge nella contemporaneità. (…) E’ questa propulsione creativa, oggi calata nell’atto scultoreo, che le fa sentire quell”altissima presunzione di onnipotenza” come lei stessa afferma, magica ed appagante, nel ricavare dalla materia, plasmandola, nuove forme/creature, nuovi segni coniugati con la vita”.(Maria Campitelli).
Alessandra Spigai, triestina d’adozione, è artista eclettica da molti anni, e inizia solo recentemente a dedicarsi completamente alla scultura, dopo aver attraversato l’espressione di molte arti, dalla grafica al design, dalla scrittura alla fotografia (recenti sono le opere Type Objects, forme plastiche realizzate con vecchi caratteri tipografici).
La scultura figurativa che presenta è immediata e inquieta, struggente ed emozionalmente visionaria. Nelle sue forme figurative, modellate o scolpite, parte da un linguaggio classico, ma proprio perché primordiale e istintivo, al di fuori dei tempo. Il suo percorso quotidiano artistico è di ricerca dei significati profondi della vita, dell’essere umano, delle sue passioni. Il suo lavoro, poetico ma materico e intenso, rappresenta il travaglio del vivere, nella consapevolezza dei propri limiti e pulsioni, nella pienezza dei desideri, delle paure e delle spinte verso l’evoluzione interiore. E’ questa la sua poetica.
La mostra sarà aperta al pubblico dal 21 febbraio al 12 marzo, con orario feriale e festivo 10.00-13.00 e 17.00-20.00.
Info: tel. 347 7892455