PORDENONE – Si aprono domani, domenica 18 febbraio, alle 11 al Teatro Verdi di Pordenone, le lezioni di storia contemporanea del ciclo “R-evolution. Dialoghi sul futuro del mondo”, promosso dal Verdi in sinergia con il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta e con l’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia. Uno dei volti più noti del giornalismo televisivo contemporaneo, Lucia Goracci, corrispondente RAI da Istanbul, sarà protagonista del primo incontro legato a un tema suggestivo e scottante, “La questione balcanica come risorsa: l’onda lunga del futuro”, insieme a Gigi Riva, editorialista del gruppo Espresso e a lungo inviato speciale nell’ex Jugoslavia e in Medioriente. Coordinati dal direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier ci accompagneranno in una riflessione legata alla prospettiva di integrazione dei Balcani occidentali all’Unione Europea. Un orizzonte fatto proprio dalla Commissione europea nei giorni scorsi, con tempi piuttosto ‘rapidi’ e la deadline del 2025. Ma quali conseguenze comporterebbe questa adesione per la sicurezza interna dell’Europa? L’accesso dei Paesi dei Balcani all’interno dell’Ue si prospetta come una risorsa o una potenziale minaccia? Il dialogo sarà
condotto. L’incontro è proposto con accesso libero per il pubblico, e con crediti ECM per gli iscritti all’Ordine dei giornalisti FVG. Info www.comunalegiuseppeverdi.it www.premioluchetta.it Il 2018 scandirà insieme i 50 anni dagli eventi del ’68 nell’Est-Europa, e in particolare dalla Primavera di Praga, e i 100 anni dalla fine della Grande Guerra, il primo catastrofico conflitto di portata “globale” originato proprio nella “polveriera” balcanica. Quale incidenza può avere l’eterna e mai risolta questione balcanica rispetto alle grandi instabilità del terzo Millennio, dall’Isis alle migrazioni? La Commissione europea ha appena lanciato la sua «Strategia per i Balcani» che punta a stringere ulteriormente i legami con l’area attraverso sei “iniziative faro” che si svilupperanno già nel 2018. «Invece del nostro passato, i Balcani sono il nostro futuro – spiega Gigi Riva – Per questo dovremmo studiarli con maggiore cura e senza quella degnazione con cui normalmente liquidiamo una “terra periferica”, dove peraltro è scoccata la scintilla che la provocato la prima guerra mondiale. Come ci ha insegnato il grande scrittore Dzevad Karahasan Sarajevo è “il centro del mondo”».
Lucia Goracci è corrispondente RAI da Istanbul, ed è stata a lungo impegnata nella redazione Esteri di Rai News 24. È entrata in Rai nel 1995: prima destinazione il TGR Sicilia, quindi Rai News 24 e poi il TG3. Ha viaggiato in Africa, Europa, Siria, Iraq, Afghanistan, Israele e territori palestinesi (guerra di Gaza 2008-2009), Iran (proteste dell’Onda Verde 2009), Haiti (terremoto 2010), Libia (rivolte anti-Gheddafi 2011), America Latina, India, Egitto e nel resto del Medio
Oriente e più recentemente ha coperto le ultime guerre mediorientali, tra cui Gaza, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria e i vari fronti della guerra allo stato islamico. Era a Kobane durante l’assedio dell’ISIS. Ha ricevuto, tra gli altri, i premi giornalistici Antonio Russo (2008), Ilaria Alpi (2011), Luigi Barzini (2012), Cutuli (2013) e Marco Luchetta (2014). Gigi Riva è stato caporedattore centrale del settimanale L’Espresso dal 2012 al 2016 e direttore del Giornale di Vicenza da giugno 2001 a ottobre 2002. A lungo inviato speciale nell’ex Jugoslavia e in Medioriente rispettivamente per il Giorno e L’Espresso, ha lavorato anche al Giornale di Bergamo, al Gazzettino, e a D – la Repubblica delle donne. Attualmente è editorialista del gruppo Espresso. Ha scritto i libri Jugoslavia il nuovo Medioevo (Mursia 1992, con Marco Ventura); “L’Onu è morta a Sarajevo” (Il Saggiatore 1995, con Zlatko Dizdarevic), “I muri del pianto” (UTET-De Agostini, 2006) e il romanzo “Le dernier pénalty” (Editions du Seuil, Parigi, 12 maggio 2016, poi uscito in Italia da Sellerio, Palermo, il 19 maggio dello stesso anno, col titolo “L’ultimo rigore di Faruk”). Il libro ha vinto il “Prix Etranger Sport et Littérature” assegnato dall’ “Association des Ecrivains Sportifs” al miglior volume scritto in lingua straniera e pubblicato in Francia nel 2016. Sempre nello stesso anno in Francia è stato anche inserito nella cinquina di finalisti del “Prix Jules Rimet”.