Per l’ormai consueto incontro, organizzato da La Cappella Underground, del venerdì su “Due fronti, una città” – la mostra promossa dal Comune di Trieste – il 26 febbraio alle 18.00, nell’Auditorium del Museo Revoltella, sarà proiettato il film di Franco Giraldi “La rosa rossa” del 1973, tratto dall’omonimo romanzo di Pier Antonio Quarantotti Gambini (1937).
Una vicenda sommessa e intimista, girata interamente in Istria con finezza e ironia da Franco Giraldi: il regista, nato nel 1931 a Comeno (oggi Komen, in Slovenia), un paese del Carso a sud est di Gorizia, ha sempre dimostrato grande sensibilità nei confronti della sua terra d’origine, l’area giuliana, un tipico mondo di confine, di frontiera, che si ritrova spesso nei suoi lavori.
In particolare, La rosa rossa è il primo film di una trilogia composta da “Un anno di scuola” (1977) e “La frontiera” (1996), anch’essi ispirati ad opere letterarie. La vicenda di “La rosa rossa” è ambientata dopo la prima guerra mondiale a Capodistria, diventata italiana, ove fa ritorno il conte Paolo Balzeri, ex generale austriaco, ospite del cugino Piero de Faralia e sua moglie Ines. È un piccolo mondo di provincia in cui tutto sembra rimasto fermo, legato al passato, alle consuetudini, al rispetto delle forme e delle gerarchie sociali, un microcosmo non privo però di qualche tensione e piccoli segreti, come la rosa rossa che il conte Paolo trova infilata in un bicchiere da una mano sconosciuta.
Ben sostenuto dalla colonna sonora di Luis Bacalov e dalle interpretazioni di un cast di grande livello, il film vanta numerosi riconoscimenti da parte della critica e delle giurie di molti festival.