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E’ vissuto e morto da Partigiano

Ormai dopo due giorni di ricordi e malinconia, anche noi autori una piccola testata web, ci associamo al lutto che ha colpito l’intera area di pensiero e idee che sono stati profusi dalla fucina di pensiero qual’era Giorgio Bocca, un giornalista ed un pensatore tra le grandi firme italiane che per oltre un cinquantennio ha saputo con ironia e senza asservimento raccontare quotidianamente i mali di una giovane repubblica e di tutte le malefatte dei suoi governi. Come spesso diceva se gli eventi non lo avessero costretto ad esser partigiano, forse avremmo avuto una firma in meno ed un censore muto per gli anni più orribili della nostra genesi repubblicana. Sarebbe stato forse un eccellente avvocato del foro di Cuneo , ma avremmo perso un analista così severo dei costumi e delle scelte degli  ultimi decenni della nostra vita sociale e politica. Partigiano con un arma in mano durante la resistenza , e partigiano tutta la vita con una penna in mano e la sua solitudine caratteriale con cui ha insegnato a tanti, che il mestiere del giornalista non è quello della banderuola che gira a seconda del vento più o meno proficuo ai propri interessi, ma sempre con coerenza anche sapendo di essere a volte considerato una chimera o uno scomodo pensatore ha sempre detto la sua. Grande maestro di penna , come Enzo Biagi, e come Indro Montanelli, con Lui si spegne una delle figure più illuminanti di un mestiere che sembra diventato ” la moda dell’apparire” dell’apparire ad ogni costo e non di commentare con le idee ed i fatti. Ormai per molti essere giornalista vuol significare appartenere ad una cerchia di eletti, non più essere un cronista di cose ed eventi che debbano essere condannatti o esaltati per il bene comune, ma piuttosto per accontentare chi gestisce la cosa pubblica. Ecco perchè con Giorgio Bocca è facile dichiarare che è vissuto da partigiano anche dopo la resistenza. La sua è stata una battaglia continua contro il consumismoe contro la sempre più bassa grettezza culturale che ha affossato ideali ed etiche umane avvicinando la nostra generazione a quella di adulatori di effimere ricchezze ed effimeri traguardi. Salutiamo con la sua dipartita una genia di uomini che hanno difeso fino alla fine uno stile di vita non certo retorico , ma umano nel senso vero della parola umanità quello che si rivolge al pensiero e alla forma di vita diversa dall’esistenza della bestia non pensante.

Enrico Liotti

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Riproduzzione riservata

 

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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