giovedì , 28 Marzo 2024
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Elezioni europee o farsa italiana?

Elezioni europee o farsa italiana?

Ma possibile che con tutti i tragici problemi che assillano gli italiani, una chermesse come la tornata elettorale per le europee, in arrivo non chiarisca niente se non la voglia di rimanere in un governo allo sfascio. In un periodo in cui la gente non riesce più ad arrivare a fine mese, in un Italia senza lavoro e con lo spettro di un rating internazionale ribassato. In un Italia dove la sanità costa sempre di più;  dove i giovani vivono di precariato e vengono definiti “la parte peggiore del paese” si pensi a tirare avanti alla men peggio e già annunciare che alle prossime elezioni si andrà senza il socio attuale se non rispetterà il contratto o appoggerà la conservazione delle poltrone conquistate. Mi sembra di assistere alle solite disquisizioni del gatto e la volpe di collodiana memoria. In un paese alla fame si pensa a chiedere leggi speciali per gli immigrati, o leggi per la legittima difesa o redditi pubblici(da fame) sempre al fine che chi ha il potere pensi al popolo come ai burattini da conquistare con grandi boutade e sceneggiate che di buon governo e di politica hanno poco o ben nulla. E che ministeri: quelli economici, quelli che la le lega aveva sempre imputato a “Roma Ladrona” ora sono suo monopolio o dei soci casti e puri loro comprimari. Forse finalmente anche la Lega Nord ha capito che per “rubare bene” deve aver almeno la dislocazione dei ministeri chiave dell’economia nelle proprie mani. Ma possibile che il popolo leghista si lasci infinocchiare così? Possibile che l’unica espressione del malcontento di quindici o dieci anni fa si lasci imbrogliare così dai suoi rappresentanti? O meglio dall’unico fantoccio che li rappresenta, in quanto attorno ai sui gilè e alle sue performance ci sono solo comparse e nessun attore in grado di interpretare un ruolo propositivo o innovativo per questo povero paese alla deriva? E questi leghisti che si proclamano “puri” che si battezzavano nel fiume Po in una allegoria semiotica di  appartenenza ad una razza eletta, ed oggi vedono il loro capo con il rosario o la Bibbia in mano appellarsi alla Madonna per il buon esito delle votazioni, e si lascino infinocchiare così dai loro rappresentanti.  I vari capetti  ormai hanno necessità di poltrona più dei “ladroni romani” ormai sono talmente coesi con il sistema che pur di sopravvivere chiedono le cose più insulse e più folkloristiche pur di essere sempre in vista. E il lavoro, e la precarietà dei nostri giovani, e la fame del 13% delle famiglie italiane in odore di povertà? E la sanità sempre più costosa, gli studenti sempre più tartassati, e la scuola privata sempre più ricca? Ma dico siamo rincretiniti tutti, o siamo diventati tutti ” caporali” come ricordava Totò in un suo famoso film: ” Ma siamo uomini o caporali?” Ho purtroppo l’impressione che non siamo più ne uomini ne caporali ma come diceva Sciascia siamo diventati un popolo di “quaquaraqua” poveri noi. Anzi poveri i nostri figli e le generazioni che ci seguiranno. Dopo anni in cui ci hanno detto che la precarietà era un’opportunità per l’economia. Dopo che ci hanno detto che i giovani debbano essere sostenuti dalle famiglie e dai genitori fino alla loro sistemazione definitiva. Dopo che li hanno insultati e chiamati “bamboccioni” ora finalmente li chiamano l’Italia peggiore. Ma chi ci ha portato a questo livello, se non gli stessi governanti che oggi con proposte folkloristiche e con l’appoggio incondizionato al finto premier e ai due vice premier (veri padroni) che ci stanno spingendo oltre l’orlo del precipizio continuando a gestire l’Italia come un proprio gioco del “Monopoli” dove ognuno cerca di essere sempre più furbo e è più ricco senza minimamente pensare di rappresentare chi lo ha eletto, ma sperando di mungere ancora per tanto la mucca al cui seno è attaccato.  Spero che i nostri giovani si rendano conto di essere stati usati e presi in giro da oltre un trentennio e che trovino la forza morale ed intellettuale di capovolgere questo sistema con le buone o con le cattive, e che soprattutto vadano a votare anche per confermare a me che sono io rimasto indietro alle nuove esigenze della società.

Enrico Liotti

 

About Enrico Liotti

Giornalista Pubblicista dal 1978, pensionato di banca, impegnato nel sociale e nel giornalismo, collabora con riviste Piemontesi e Liguri da decenni.

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