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EuroMarathon OLTRE 600 ATLETI ALLA PARTENZA DELLA 25 E DELLA 10 CHILOMETRI

EuroMarathon OLTRE 600 ATLETI ALLA PARTENZA DELLA 25 E DELLA 10 CHILOMETRI

Mantenendo fede all’adagio popolare del “non c’è due senza tre”, lo sloveno Mitja Kosovelj ha conquistato per il terzo anno consecutivo l’EuroMarathon, eco-trail della penisola di Muggia targato Evinrude.

Non è bastata la concorrenza del neocampione mondiale di skyrunning Tadei Pivk e del fuoriclasse neozelandese Jonathan Wyatt per spodestare dal trono il trentunenne di Nova Gorica. Kosovelj, infatti, ha tagliato il traguardo dopo 1h45’05” di falcate in solitaria.

Una cavalcata imperiosa, la sua, che ha aperto la strada a 600 atleti, giunti all’arrivo del centro commerciale Montedoro Freetime dopo aver percorso i 25 chilometri della competizione clou, i 10 chilometri della EuroEasyTrail e i 7 chilometri della EuroFamily non competitiva.

La nona edizione dell’EuroMarathon è stata benedetta da un sole e da temperature primaverili. L’autunno è stato riportato in auge solamente dalle tinte pastello delle foglie del Carso, in un gioco di contrasti con i colori accesi del Golfo di Trieste che ha lasciato a bocca aperta i numerosi atleti giunti da fuori Trieste.

La sfida per il primo posto è durata solamente un chilometro. Partiti dal campeggio di Ancarano, la testa della corsa è stata presa da un quartetto composto da Kosovelj, Pivk, Wyatt e dall’alfiere della Trieste Atletica, il ventiseienne Riccardo Sterni.

Alla prima salita Kosovelj ha inserito le ridotte, se n’è andato via e non si è più dovuto voltare indietro fino al traguardo, oltrepassato col sorriso e a braccia alzate.

La battaglia per il secondo posto si è giocata per metà corsa, quando Pivk ha fatto la differenza in un tratto di discesa molto tecnica, distanziando gli inseguitori e andando a chiudere in 1h47’50”. La punta di diamante dell’Aldo Moro di Paluzza ha anticipato l’ex olimpionico Wyatt, giunto al terzo posto dopo 1h48’30” di gara. Quarta posizione per Sterni (1h50’40”), davanti al bellunese del Gs Quantin Elia Costa (1h51’26”).

La vittoria al femminile è andata invece alla “regina delle nevi” Antonella Confortola. L’atleta della Forestale, moglie del campione Wyatt, ha bissato la vittoria del 2013, chiudendo i conti con le avversarie già alla prima salita e andando a vincere in 2h04’33”.

Secondo posto, in 2h13’29”, per la slovena Jana Bratina, mentre alla vincitrice dell’edizione 2014, la triestina della Sportiamo Giulia Schillani, è andato il terzo posto in 2h16’50”, davanti al duo sloveno formato da Mojca Kermavnar (2h21′) e da Ana Radivo (2h22’42”).

«È stato uno spettacolo». Il presidente dell’Evinrude Graziano Ferlora non riesce a nascondere la felicità per la riuscita di una manifestazione che, in sole nove edizioni, è diventata una classica delle competizioni in montagna. I numeri gli danno ragione e anche la 10 chilometri, novità del 2015, è stata una sua scommessa vincente.

«Tutto merito di uno staff che lavora con entusiasmo, passione e che si intende al volo con una sola occhiata», si schernisce Ferlora.

L’EuroMarathon si è chiusa nel segno della sicurezza, grazie ai runner del Team Bls, una squadra di podisti abilitati a svolgere manovre di rianimazione e defibrillazione, e all’inclusione sociale, con un gruppo di richiedenti asilo afghani ospiti dell’Ics che si è messo volontariamente a disposizione dell’organizzazione.

Il trail di 10 chilometri è stato vinto in 49’53” dal triestino Corrado Rovis (Trieste Atletica), davanti a Enrico Carli (52’41”), ventenne all’esordio in una competizione di corsa. Terza piazza per Denis Tabas (52’46”), davanti a Riccardo Giostra (53’52”) e ad Andrea Babici (54’42”).

Elisabetta Giacomelli (Cus Trieste) ha conquistato il primo posto fra le donne in 56’22”, davanti alla bellunese Giulia Titton (57’57”), alla slovena Anja Robavs (58’51”), alla cussina Michela Facchin (1h42′) e alla monfalconese Amina Bizmana (1h01’30”).

Anche la 10 chilometri, al pari della “sorella maggiore” di 25 chilometri, è stata apprezzata da tutti i partecipanti per la varietà del suo percorso, disegnato quasi integralmente sullo sterrato, e per la suggestione dei suoi panorami.

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