“Il canto della caduta” è lo spettacolo che è stato scelto per l’apertura della nuova stagione di Teatro Contatto. Marta Cuscunà porta in scena (in prima assoluta a Udine) un’antica storia Ladina, il mito di Fanes, storia di un popolo pacifico ed egualitario la cui esistenza viene stravolta dall’arrivo di un re straniero.
Sul palcoscenico una struttura di metallo a rappresentare una montagna sul cui cocuzzolo sono appollaiati dei corvi che scrutano e osservano quanto accade. Sono in attesa di poter banchettare con ciò che resta degli uomini caduti in guerra. La guerra non si vede in scena ma è percepita e immaginata dal pubblico attraverso il punto di vista dei corvi. Si tratta di animali meccanici la cui movimentazione si basa su tecnologie applicate in animatronica progettate e realizzate della scenografa Paola Villani.
In basso, nelle viscere della terra i bambini superstiti rimangono in attesa “del tempo promesso della pace”. Nel mezzo della struttura un video che proietta immagini di terre desolate e parole appartenenti al racconto del mito.
Marta Cuscunà diventa corvo prestando la sua voce sua voce agli uccelli metallici che ragionano sulla guerra, sui morti, sul perché delle guerre. Anche se loro alla fine si cibano dei morti, si chiedono se tutto questo è necessario. Si chiedono fino a che punto può arrivare l’ambizione di un re che addirittura riesce a sacrificare la figlia il nome della vittoria.
In contrapposizione ci sono i bambini delle viscere, i bambini che vogliono sopravvivere, i bambini a cui è affidato il futuro. Anche in questo caso si tratta di pupazzi nascosti dalle teste di topo come i bambini disegnati da Herakut, duo tedesco di streetartists che ha lavorato in campi profughi e zone devastate dalla guerra. Bambini topo perchè “i cecchini non sparano sui topi”. Si apprende, grazie alla voce della Cuscunà, che i bambini hanno paura, freddo fame, tremano sentendo in lontananza i rumori della guerra e si sentono traditi perché non sanno fino a che punto potranno resistere e non sanno soprattutto quando potrà arrivare il tempo promesso della pace grazie al quale tutto il popolo di Fanes potrà ritornare finalmente la vita.
Lo spettacolo invita gli spettatori ad una riflessione profonda au cosa si può fare per avere, senza retorica alcuna, un mondo migliore, senza guerre e sopraffazioni. E soprattutto un mondo dove, chi detiene il potere lo deve esercitare come strumento di libertà, giustizia ed equità.
Meritatissimi i lunghi applausi che il pubblico di Udine ha tributato a Marta Cuscunà e a “Il canto della caduta”.
MariaTeresa Ruotolo