E’ iniziata con l’esibizione degli interessantissimi scozzesi Baile la 41^ edizione di Folkest, la rassegna musicale che da anni anima le estati friulane con proposte sapientemente selezionate dallo staff di Andrea Del Favero, direttore artistico dell’associazione.
Quest’anno ad aprire le danze sono stati tre ragazzi, i Baile appunto, provenienti dall’area di Glasgow, che a dispetto della giovane età hanno un bagaglio musicale di tutto rispetto. I Baile si sono esibiti all’apertura di Folkest ad Arzene (PN) per poi approdare la sera successiva nella scenografica cornice della Grotta di San Giovanni d’Antro (UD), al cui interno si trova un pregevole altare barocco.
Come ha ricordato Del Favero dopo i saluti dell’amministrazione comunale di Pulfero (ove insiste la grotta), questo è il terzo anno che la cavità ospita un concerto di Folkest, una scelta azzeccata sia per quanto riguarda l’acustica – praticamente perfetta – che per la location, che a detta di Del Favero toglie il fiato… in tutti i sensi (per raggiungere la grotta bisogna affrontare una lunga e ripidissima scalinata, ndr)!
I Baile hanno proposto un repertorio di musiche popolari delle loro terre avvalendosi di strumenti tipici come le scottish border pipes e i flauti lunghi (con Cameron Sharp) ed il bodhran (Callum Convoy), uno strumento a percussione semplice nella fattura ma complesso da suonare che da solo regala dei suoni incredibili con bassi molto profondi e una varietà di toni, risonanze e picchi armonici, magistralmente accompagnati dalla chitarra di Euan McLaughlin.
Si è venuta a creare un’atmosfera magica che ha estasiato il pubblico che si è arrampicato fin lassù per seguirli. Sono così scivolati uno dopo l’altro brani che hanno richiamato alla mente le verdi vallate della Scozia e le allegre feste che tradizionalmente si tengono da quelle parti, trasportati dai lenti ritmi delle introduzioni dei brani che poi si trasformano diventando trascinanti fino a coinvolgere in maniera totale gli astanti.
Anche un paio di pipistrelli, forse disturbati da rumori insoliti o forse – preferiamo credere così – attratti dalla melodia hanno fatto capolino roteando ripetutamente sulla volta della cavità per poi scomparire all’interno della grotta.
Con il trascorrere dei brani il pubblico ha dimostrato sempre più di gradire le melodie proposte dal trio scozzese – che, fra l’altro ha presentato alcuni brani con qualche parola in lingua italiana aiutandosi nella traduzione con l’oramai indispensabile cellulare – fino a richiamare i Baile in scena al termine della loro esibizione con un lunghissimo scrosciante applauso. I Baile pensavano così di aver terminato la loro performance ma un nuovo, più forte e più lungo applauso li ha costretti ad eseguire ancora un brano, questo sì l’ultimo, a chiusura di un concerto di un gruppo che ha dato il via a Folkest nel migliore dei modi.
Servizio Dario Furlan, foto Suzie F.