Il regista presenterà al visionario il racconto metropolitano “Sacro GRA” oggi Domenica 22 settembre.
Oggi il vincitore del Leone d’oro l’italo-americano Franco Rosi incontrerà il pubblico del Visionario del CeC di Udine alle 19,00 circa dopo la proiezione del suo docu-film : Il sacro GRA, dopo l’incontro con il pubblico di Udine si recherà all’appuntamento delle 21 al Cinemazero di Pordenone prima della visione del film vincitore di Venezia. Nel suo film trionfa il documentario, un rivolo neorealista a rintracciare il riscatto di un’Italia, bistrattata dalla più feroce crisi economica del dopoguerra, nella bruttezza e nell’anonimato dei volti e delle vite che costellano il grande raccordo anulare di Roma, un budello di asfalto voluto dall’entusiasmo post-bellico, nel cui traffico impazziscono quotidianamente migliaia di automobilisti. Gianfranco Rosi ha deciso di raccontare un angolo del suo Paese, girando e perdendosi per più di due anni con un automezzo attrezzato sul GRA – Grande Raccordo Anulare di Romaper scoprire i mondi invisibili e i futuri possibili che questo luogo magico cela oltre il muro del suo frastuono continuo, tutto questo dopo i suoi film sull’India dei barcaioli, ed il deserto americano dei drop out, e dopo essersi impegnato in Messico tra i killer del narcotraffico. Dal suo palcoscenico immaginario sul grande raccordo anulare di Roma appaiono i suoi personaggi che vanno dal nobile piemontese e la figlia laureanda, assegnatari di un monolocale in un moderno condominio ai bordi del Raccordo; al botanico armato di sonde sonore e pozioni chimiche alla ricerca del rimedio per liberare le palme della sua oasi dalle larve divoratrici. Si spazia da un principe dei nostri giorni con un sigaro in bocca, che fa ginnastica sul tetto del suo castello della periferia ad un barelliere in servizio per il 118 che a bordo della sua autoambulanza dà soccorso e conforto girando notte e giorno sull’anello autostradale. Nell’ordinario racconto è poi la volta di un pescatore d’anguille nella sua zattera all’ombra di un cavalcavia sul fiume Tevere, e l’anima poetice e realista dell regista viene fuori dai quasi due anni trascorsi sul raccordo per raccontare la sua storia.Dopo il successo nei vari festival internazionali tra i quali il Sundance Film Festival, il Festival di Locarno e il Toronto International Film Festival. Nel 2008, il suo primo lungometraggio, il meraviglioso, Below Sea Level, girato a Slab City in California, vince i premi Orizzonti e Doc/It alla Mostra di Venezia dello stesso anno. Poi si aggiudica anche il Grand Prix e il Prix des Jeunes al Cinéma du Réel del 2009, il premio per il miglior film al One World Film Festival di Praga, il Premio Vittorio De Seta al Bif&st 2009 per il miglior documentario ed è nominato come miglior documentario all’European Film Awards 2009. Nel 2010 gira il lungometraggio El sicario, film-intervista su un killer pentito dei cartelli messicani del narcotraffico e vince il Fipresci Award alla Mostra di Venezia e il premio Doc/It come migliore documentario dell’anno. Vince poi come miglior film al DocLisboa del 2010 e al Doc Aviv del 2011, ed infine quest’anno si aggiudica il meritato Leone d’oro alla mostra del cinema di Venezia.