In tutta Italia si discute della riforma della Scuola e gli studenti delle scuole superiori di Udine non stanno a guardare, si è tenuto infatti il primo Congresso provinciale della Rete degli Studenti Medi di Udine.
Il direttivo udinese si è presentato agli iscritti con la relazione del coordinatore Emanuel Oian (terza”Percoto”), affiancato dagli altri membri: Margherita Tess per l’Organizzazione (quarta “Percoto”), Matteo Ferluga per la Comunicazione (quarta “Diacono” di Cividale), Giulia Turco per Rappresentanza e Vertenze (quarta “Percoto”) e Martino Fasan per il diritto allo Studio (quarta “Marinelli”).
In otto mesi di attività, precisamente da ottobre 2014, la Rete di Udine ha partecipato a diverse importanti manifestazioni sottoscrivendo in primis l’appello della Rete nazionale #buonaXdavvero e ottenendo tavoli di confronto con i Sindacati, la Regione e non solo. Oggi, con il primo Congresso, la Rete degli Studenti Medi di Udine mira a diventare il punto di riferimento per i ragazzi che studiano e che non possono dimenticare il ruolo che rivestono quali futuri cittadini. La Rete ha l’ambizione di creare un coordinamento regionale, come già avviene in altre regioni, per dare voce a istanze sul diritto allo Studio e sulla rappresentanza studentesca.
Non solo politica attiva, con una predilezione per i valori di centro-sinistra, ma anche attività sociali quali un mercatino per l’usato, iniziative ecologiche, orientamento in entrata e in uscita, corsi di recupero e aperitivi culturali.
Di seguito alla relazione di Emanuel Oian, sono intervenuti Francesca Basso (coordinatrice Rete degli Studenti Medi di Pordenone), Tommy Punch (coordinatore Rete degli Studenti Medi del Veneto), Dino Spanghero (Anpi), Andrea Sandra (Consigliere comunale di Udine), Franco Belci (Segretario generale CGIL FVG), Natalino Giacomini (Segretario Flc CGIL Udine), Villiam Pezzetta (Camera del lavoro CGIL), Alessandra Pomella (Libera), Daniela Vivarelli (Segreteria regionale SPI).
Poche volte si assiste a iniziative che raccolgono interventi delle varie generazioni e classi sociali. C’è una buona dose di “rosso” è vero, ma è importante che ci sia una riscossa delle idee che si facciano azioni costruttive ed inclusive per rendere più giusto il futuro di tutti. I giovani devono comprendere che il futuro si costruisce oggi, assieme agli altri attori della società. Solo in questo modo la politica potrà tornare al servizio della collettività, poiché sarà la stessa collettività, sulla spinta dei giovani, a mostrare una consapevolezza da troppo tempo celata.
Federico Gangi