Energici, irriverenti, esplosivi, sono diversi gli aggettivi che si potrebbero utilizzare per descrivere i Darkness nel concerto tenuto domenica sera al Festival di Majano (UD), la rassegna musicale e gastronomica dell’omonima cittadina che da moltissimi anni anima l’estate friulana.
L’esibizione degli attesissimi The Darkness è stata preceduta dalla cover-band Cindy & The Rock History che ha presentato alcuni brani tratti dal lavoro in studio della band: Histerya, un album di inediti caratterizzato da un buon sano Rock’n Roll con la potente voce di Cindy Cattaruzza a fare da trade-union alle chitarre di Fabrizio De Ros e Mattia Toso ed al basso di Mauro Tolot, il tutto ritmato dalla batteria di “Charlie” Bonazza; il pubblico ha gradito le proposte della band che con questo album ha voluto togliersi, in parte, l’etichetta di semplice cover-band (per quanto di altissima qualità grazie al loro progetto rock history) riuscendo a produrre un lavoro raffinato e al contempo originale.
Spazio poi ai The Darhness, il glam rock dei Darkness, con richiami agli anni ‘80 e ad artisti molto in voga all’epoca, ha fin da subito infiammato il pubblico con “Black Shuck”, tratto dal primo album della band, facendo scatenare non solo gli spettatori delle prime file ma anche chi non era proprio a ridosso del palco; molto il “pogo” (ballare spingendosi a vicenda) del pubblico a dimostrazione della carica che i brani dei Darkness riescono a dare al pubblico nelle loro esibizioni.
La band inglese capitanata da Justin Hawkins ha mandato in visibilio i fan, accorsi numerosi anche dall’estero per seguire i loro beniamini, con un concerto “energico” e…. ricco di fronzoli: proprio così, il più delle volte il rock è “energico e senza fronzoli” dove è la musica a parlare lasciando poco spazio allo spettacolo, non è stato così per i Darkness che nell’ora e mezza a loro disposizione hanno messo in scena uno spettacolo esplosivo ed un bel repertorio di gag con il pubblico che non ha lesinato il suo appoggio alla band lanciando sul palco vari indumenti – più o meno intimi – che il leader Justin ha inutilmente tentato di indossare suscitando l’ilarità dei presenti.
Indiscutibili le doti canore di Justin Hawkins, dal vivo ben più marcate di quanto possano lasciar intendere gli album in studio, a volte forse anche troppo estremizzate con il risultato di rendere meno gradevole là riproposizione dal vivo di un brano fino al momento conosciuto solo in versione “studio”….. ma chissà, forse potrebbe essere anche l’esatto contrario.
Abbiamo citato più volte il leader della band in quanto lo spettacolo visto a Majano ha messo in evidenza che la band ruota tutta intorno a lui, vero animale da palcoscenico, che lascia poco spazio ai suoi musicisti relegandoli quasi a ruolo di comprimari ma d’altronde con un carisma come il suo poco riescono a fare il fratellino Daniel Hawkins (chitarra), il bassista Frankie Poullain e Rufus Taylor (batteria, figlio del batterista dei Queen Roger Meddows-Taylor, ndr)
Pezzi come “One Way Ticket to Hell… and back”, “Open Fire” e “I Believe in a Thing Called Love”, fra i più noti)del loro repertorio, hanno lasciato il segno facendo esplodere lo stadio di Majano in un tripudio di watt, luci ed energia.
Il concerto dei Darkness, organizzato da Azalea (che cura anche tutta la programmazione musicale del Festival) non ha deluso le aspettative portando a Majano una ventata di Rock, forse un po’ leggero ma ritmato e – come detto – carico di energia.
Gli appuntamenti del prossimo fine settimana al Festival di Majano: venerdì 26 luglio Calcutta, il 27 i New York Ska Jazz Ensemble e il 28 i mitici Jethro Tull. Il programma completo al link del Festival https://www.promajano.ithttps://www.promajano.it
Dario Furlan