La robotica umanoide desta sempre molta curiosità e viene comunemente considerata come parte del
nostro futuro. Gli studenti del liceo scientifico Michelangelo Buonarroti di Monfalcone hanno qualcosa da
dire a riguardo, avendo raggiunto la fase semifinale della NAO Challenge, un contest di livello nazionale
orchestrato dalla Scuola di Robotica di Genova, che prevede un’accesa competizione fra molte squadre di
giovani studenti, all’insegna della valorizzazione del patrimonio culturale territoriale che, nel caso dei liceali
monfalconesi, è il noto cantiere navale, rappresentato all’interno della sfida dal MuCa, un museo
multimediale dedicato alla cantieristica. “Il percorso ci è subito parso arduo ed impegnativo” racconta
Simone Valente (4°A Scienze Applicate), Leader della squadra, “ma la curiosità e la nostra comune passione
per l’informatica hanno vinto ogni incertezza”.
Al netto dei normali incidenti di percorso, affrontando una fitta agenda di impegni, gli otto studenti del
team evocativamente denominato Monfytech, rappresentato dall’altrettanto eloquente logo ritraente un
chiaro riferimento alla Rocca monfalconese, percorrono con entusiasmo quella che sperano sia la strada che
permetterà loro di accedere all’ambita fase finale, ma non da soli, perché al loro fianco ci sono sessanta
centimetri di pura tecnologia e simpatia: il piccolo Nao, un robot dalle sembianze umane che non aspetta
altro che essere programmato. Proprio questo è, infatti, l’obiettivo della fase semifinale del contest: fare di
Nao il pilastro portante di un ampio progetto di valorizzazione e divulgazione del patrimonio locale, in
collaborazione con enti partner eventualmente disposti a fornire il loro appoggio all’iniziativa. In questo
senso, il team ha ideato un progetto in grado di incrementare il coinvolgimento del pubblico durante le
consuete visite al MuCa mediante l’impiego del piccolo robot come un vero e proprio animatore, in grado di
porre domande ai visitatori e raccontare curiosi aneddoti. “Da questo punto di vista”, spiega il Team Leader,
“il museo si presta particolarmente ad essere integrato con Nao perché presenta già al suo interno soluzioni
multimediali e tecnologiche avanzate”.
I ragazzi sono quotidianamente seguiti dai loro docenti Prof. G. Strano e A. Altarui che, muniti di non meno
entusiasmo e dedizione dei giovani programmatori, li affiancano puntualmente nello svolgimento delle
numerose attività previste dall’esigente regolamento della sfida, scandendo i ritmi di lavoro al fine di
raggiungere degli obiettivi la cui versatilità rende possibile la proficua valorizzazione delle singole abilità di
ogni componente della squadra in funzione della buona riuscita del progetto comune. E così ci sono Maria
Armellin ed Elise Finset che si impegnano nella stesura dello Storyboard di ogni video mentre Gabriel
Mentino si dedica alla fase di post-produzione, utilizzando le colonne sonore composte da Simone Valente e
da Nikolas Angelini. Tutte le loro attività sono condivise sul sito del team, curato da Alessio Maccagnan e da
Matias Brienza e pubblicizzato da Andrea Marchesan, il responsabile della campagna social.
“Ho deciso di far partecipare i miei studenti alla Nao Challenge 2021 perché ritengo importante applicare le
competenze di programmazione sviluppate durante il percorso curricolare ad ambiti diversi”, afferma il prof.
G. Strano, coach del team assieme al prof. A. Altarui. “Inoltre, le prove che gli studenti dovranno superare in
questa affascinante competizione consentono lo sviluppo di ulteriori competenze quali il problem solving ,
la creatività, la collaborazione, l’iniziativa, la perseveranza e la leadership che rientrano a pieno titolo nei 16
skills degli studenti del 21° secolo”. Quella che traspare è quindi una sfida molto completa che, come
spiega il prof. A. Altarui, “permette agli studenti di immettersi anche nell’ottica del mondo del lavoro,perché ciò che viene richiesto dalla Scuola di Robotica può essere paragonato all’eventuale futura richiesta
di un cliente, alla gara per il bando di un concorso, o ancora ad un progetto più ampio di ricerca.”
“L’appoggio delle persone sui social”, conclude il Team Leader, “riveste un ruolo molto importante
all’interno di questa sfida, quindi invito tutti a supportarci tramite i nostri profili Instagram e Facebook e
anche attraverso l’hashtag #monfytech dove raccontiamo il nostro progetto”.
La redazione