Come tutte le domeniche mattina Monsieur Cardinaud si è recato a messa, all’uscita ha raggiunto la migliore pasticceria del paese dove ha acquistato dei deliziosi dolcetti per il pranzo domenicale, ha passeggiato sul lungomare intrattenendosi con i notabili del paese e per finire, come al solito, si è seduto al bar per l’aperitivo: un vermout per lui e uno sciroppo di ribes per il suo figlioletto Julien.
Sono le undici e mezza precise, le onde si infrangono vicino alla riva, ed è ora di rientrare per il pranzo.
La casa di Cardinaud è un villino dai mattoni rosa, appena ristrutturato, con un bel portone di legno di quercia naturale lucidata di fresco, dove spicca ben in evidenza la targa di mattone con il suo nome: “Hubert Cardinaud”. Il suo orgoglio.
Tutto sembra essere come sempre perfetto, ma all’improvviso entrando in casa si rende conto che qualche cosa non va. Non c’è il consueto profumo dell’arrosto che Marthe, sua moglie, cucina tutte le domeniche: la casa è pervasa da un forte odore di bruciato, la tavola non è apparecchiata, le finestre sul retro sono aperte e le tende sono gonfie come un pallone.
Marthe è sparita.
Come nel più classico “tutti lo sapevano, ma il marito è l’ultimo a saperlo”, per Monsieur Cardinaud da quel momento comincia una corsa contro il tempo per cercare di ritrovare la moglie: per amore o per riprendersi quella vita perfetta che lui, figlio di un umile cestaio, si era così faticosamente conquistato?
D’altronde tutti glielo avevano detto che Marthe, bella, misteriosa e insofferente non era adatta a lui. La sua modesta famiglia si era opposta con tutte le forze a quel matrimonio con la ragazza che si dava troppe “arie”, ma lui si era innamorato di lei.
Simenon con la consueta acutezza psicologica ci racconta di un amore eroico, capace di non indietreggiare di fronte al tradimento e alla vergogna.
Il romanzo fu critto a Fontenay – Le – Comte nel 1941 e nel 1956 il regista Gilles Granger ne trasse un film, “Sangue alla testa”, con Jean Gabin nel ruolo del protagonista.
Georges Simenon segna il passaggio dal giallo classico inglese, in cui è centrale per l’investigatore e il lettore capire “chi è stato”, al “che cosa è successo” nell’esistenza di un individuo e nella sua vicenda umana per portarlo a compiere un così efferato delitto.
Georges Simenon, romanziere francese di origine belga è il quindicesimo autore più tradotto di sempre.
Ha scritto circa cinquecento romanzi, 75 dei quali, insieme a 28 racconti, hanno come protagonista il famoso commissario Maigret.